Il mio viaggio in Nuova Zelanda è durato tre settimane, tra il periodo di Dicembre e Gennaio.
Dopo un lungo viaggio aereo di tre giorni (due giorni effettivi, togliendo il fuso orario), la mia prima tappa è stata Auckland. Non è la capitale, ma è la città più moderna, quindi è come se lo fosse. Purtroppo l’ospitalità in famiglia non è stata delle migliori, sia a causa delle scarse condizioni igieniche della casa, sia perché sono stato totalmente abbandonato a me stesso: la famiglia era composta da una singola persona, non era mai presente in casa, e non mi è stato organizzato nulla. Fortunatamente sono riuscito ad organizzarmi autonomamente con i mezzi pubblici e con altri ragazzi che erano in ospitalità nei dintorni, anche se soltanto per gli spostamenti sono partiti molti soldi. La città, anche se piccola, è molto carina. C’è il museo, c’è la torre Skytower (l’edificio più alto dell’emisfero sud) e molto altro. Nei dintorni ci sono belle spiagge, bei parchi, un centro commerciale, e c’è anche la possibilità di raggiungere piccole isole turistiche con i traghetti. Per la vita notturna consiglio di portare sempre con se il passaporto, perché è un documento richiesto da qualsiasi locale.
Lo spostamento a Rotorua è avvenuto tramite autobus. Lì, ho raggiunto il Lions Youth Camp, che è durato dieci giorni. Eravamo quaranta partecipanti provenienti da Italia, Croazia, Australia, Nuova Zelanda (venti), Malesya, Austria. La presenza di venticinque madrelingua inglesi ha reso un po’ difficili le comunicazioni, ma alla fine siamo diventati tutti quanti ottimi amici, ed ancora adesso manteniamo i contatti. Lo staff del Camp è stato fantastico: tutte persone adorabili e dallo spirito molto giovanile; l’ideale per occuparsi di ragazzi. Anche le attività non sono state da meno; non passavamo nemmeno cinque minuti senza nulla da fare. Abbiamo passato una notte sulla spiaggia, abbiamo visitato la popolazione Maori, siamo stati portati alle terme, abbiamo visitato molte spiaggie, abbiamo festeggiato un ottimo capodanno, e ci hanno portato a fare molti giochi divertenti, tra i quali un motoscafo che correva su un fiume e che faceva un 360, dei kart senza motore in discesa, lo Zoorb (ci hanno lanciati giu per un pendio dentro una palla di gomma), un getto d’aria talmente forte che ci manteneva in volo, e molto altro. Sono stati dei giorni bellissimi e pieni di amicizia e divertimento.
Lo spostamento a Omapere è avvenuto con l’aereo, facendo scalo ad Auckland. Anche lì, l’ospitalità ha lasciato un po’ a desiderare. Ero insieme ad un altro ragazzo e, siccome la famiglia ospitante gestiva una catena di hotel, siamo stati lasciati tre giorni in un B&B e tre giorni in un Ostello della gioventù. Dunque non siamo stati molto a contatto con loro. Le attività che ci sono state organizzate (dai Lions della zona) sono state molto poche e poco coinvolgenti. Passavamo la maggior parte del tempo in casa, e questa volta, siccome eravamo molto isolati, non c’era nemmeno la possibilità di usare dei mezzi di trasporto per organizzarsi autonomamente.
Nonostante le esperienze negative (anche quelle sono esperienze), sono contento di aver visitato la Nuova Zelanda, e sento di aver girato molto. Per gli amanti dei paesaggi verdi sarà sicuramente un paradiso, per la fitta vegetazione originale che ancora sopravvive. Le persone sono semplici, amichevoli, buone, ed anche il costo della vita non è altissimo. Se c’è una caratteristica che ho ritrovato in ogni luogo in cui sono stato, è la tranquillità. Regna una grande calma, ed è l’ideale per rilassarsi.
Un viaggio fantastico, come tutti gli scambi culturali. Grazie mille, Lions Club!