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ITALIA: what else?

"Vorresti andare in Nuova Zelanda?".
Ecco la frase che mi sentii dire appena sveglia un lunedì mattina di fine ottobre da mia madre. In un primo momento rimasi sconcertata ed allibita e la mia prima reazione fu di ignorarla e finire di prepararmi per andare ad affrontare una nuova settimana di scuola.
Eppure nelle cinque ore di lezione quella domanda continuava a ronzarmi in testa, era allettante come idea, ma la paura di un nuovo viaggio lontana da casa, dai miei amici, durante le vacanze di Natale, frenava la mia continua ricerca di avventura e di nuove esperienze. Accettai, anche se con qualche riserva.
Che sciocca! Non immaginavo la meravigliosa esperienza che mi preparavo a vivere.
Dopo alcuni problemi tecnici nei vari aeroporti, dove io e le mie due compagne di viaggio siamo transitate (scioperi in aeroporto, perdita dei bagagli...), ci siamo ritrovate in piena estate, con 30° all'ombra in una terra tutta ricoperta di un verde lussureggiante.


La prima settimana l'ho trascorsa in famiglia che aveva una specie di piccola fattoria appena fuori Tauranga, una città poco lontana dall'Oceano Pacifico nella parte nord-est dell'Isola del Nord della Nuova Zelanda. La famiglia era splendida, amorevole e sempre attenta a qualsiasi mio bisogno, mi hanno messa subito a mio agio e mi hanno fatto sentire quasi come un'altra figlia dato che ne avevano già tre. La più grande delle tre sorelle viveva la mia stessa esperienza, proprio qui in Italia, a casa mia, tra i banchi della mia classe. Un vero e proprio scambio culturale. Trascorrere il Natale con loro, vivere le loro tradizioni, era strano, lo ammetto, ma era magico allo stesso tempo.
Questo è lo scopo principale degli Scambi Giovanili del Lions Club International: "Creare e promuovere uno spirito di comprensione tra i popoli del mondo". Grazie ai Lions ho avuto la possibilità di vivere queste intense settimane.
Dopo la settimana in famiglia sono andata in un campo internazionale a Rotorua, città poco distante da Tauranga, e lì ho incontrato ragazzi un po’ da tutto il mondo, con cui avrei dovuto condividere per dieci giorni esperienze ed emozioni.
Lì oltre a svolgere attività folli, come gli scivoli di fango, lo "Zorb" (dove ti buttavi giù per un pendio all'interno di un pallone di plastica con dell'acqua dentro), siamo entrati in contatto con la cultura Maori, ossia quella dei popoli nativi della Nuova Zelanda; ci hanno accolto nelle loro case e ci hanno insegnato le loro tradizioni.Spesso, mentre vivevo questi momenti, e specialmente mentre eravamo stesi a guardare le stelle nei nostri sacchi a pelo, la mia mente si fermava a riflettere sulla bellezza della natura di quei luoghi e a come il cielo ora mi sembrasse più tondo. Ancora adesso continuo a pensare a quegli attimi.
Quando chiudo gli occhi mi riappaiono le immagini del viaggio, delle risate, dei ragazzi, delle parole, degli sguardi e avrei una voglia matta di tornare lì, di tornare a rivivere le stesse emozioni.Che dire, è stato un viaggio incredibile. Ritrovarsi dall'altra parte del mondo come se nulla fosse, gli amici e la famiglia distanti, a volte mi sentivo insicura e quasi sola, ma ritrovavo subito la forza cogliendo negli occhi degli altri la gioia per l'esperienza che stavamo vivendo insieme.
Tutta la mia gioia si può vedere sul video:http://www.youtube.com/watch?v=8SnA1p418gQ

 

KIWILAND – AOTEAROA

“Would you like to go to New Zealand?”.
This was the sentence I heard from my mother when I woke up on a Monday morning at the end of October. At the beginning I was astonished and appalled and my first reaction was to ignore her and to finish preparing myself to face a new school week.
Nevertheless in the five hours of lesson that question was whirring in my head, it was an alluring idea, but the fear of a new trip far away from home, from my friends, during Christmas holidays, was holding me from my continuous research of adventure and of new experiences. I accepted, although with some reserves.How silly I was! I didn’t imagine the awesome experience I was going to live.After some technical problems in the airports, where my two fellow traveler and me passed by (airport strikes, lost of luggage… ), we found ourselves in the middle of summer, with 30°C in the shades in a land covered by a lush green.
I spent the first week with a family who had a kind of farm just on the outskirts of Tauranga, a city not so far from the Pacific Ocean in the north-east part of the Northern Island of New Zealand. The family was splendid, lovely and always careful to all my needs, they just made me feel home and they let me feel as another of their daughters since they already have three. The older sister was having my same experience, just here in Italy, in my house, in my class. A real cultural exchange. Spending the Christmas with them, living their traditions, it was strange, I admit it, but it was magic at the same time. This is the principal purpose of the Youth Exchange Program of the Lions Club International: “Creating and promoting a spirit of comprehension among the people of the world”. Thanks to the Lions I had the possibility to live these intensive weeks.
After the family week I went to and international camp in Rotorua, a town not so far from Tauranga, and there I met boys and girls from almost all over the world, with whom I should have shared experiences and emotions for ten days. There, besides going through crazy activities, such as the mud slides, the “Zorb” (where you threw yourself down a hill inside a plastic balloon with water inside), we came into contact with the Maori culture, or that culture of the native people of New Zealand; they welcomed us in their houses and they taught us their traditions.Often, while I was living these moments, and especially while we were lying looking the stars in our sleeping beds, my mind was stopping thinking to the beauty of the nature of those places and how the sky seemed rounder to me. Still now I continue to think to those moments. When I close my eyes the images of the trip, of the laughs, of the friends, of the words, of the glances and I have a crazy will to go back there, to go back and feel again the same emotions.
What else to say, it has been an incredible trip. Find yourself on the other side of the world as it was normal, friends and the family far away, sometimes I felt unsure and almost alone, but I suddenly found the strength gathering the eyes of the others the joy for the experience we were living together.
You can see all my happiness on this video:http://www.youtube.com/watch?v=8SnA1p418gQ