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ITALIA: what else?

Quest’ estate ho avuto la straordinaria opportunità di visitare la Nuova Zelanda grazie agli scambi giovanili organizzati dal Lions club.
Fin dall’inizio, tutto è andato per il meglio: i rapporti con l’agenzia di viaggi incaricata di procurarmi il biglietto sono stati molto cordiali e ogni mio problema o richiesta sono stati immediatamente risolti o soddisfatti con grande cortesia.
Dopo un estenuante volo di quasi 30 ore (comprensive di soste negli aeroporti) in compagnia degli altri ragazzi in scambio diretti verso Nuova Zelanda e Australia, siamo atterrati a Auckland, dove George Quinn ci aspettava per sistemarci nottetempo in famiglie che la mattina dopo avrebbero dovuto riaccompagnarci all’aereoporto per raggiungere la nostra meta finale.
Ho subito potuto constatare la straordinaria ospitalità neozelandese, veramente incredibile, e d’altro canto ho subito avuto un incontro-scontro con le loro abitudini alimentari, molto simili a quelle della cultura inglese in generale, alle quali è sempre difficile abituarsi per noi italiani, ma ci si fa presto il callo…
Dopo questa breve esperienza in famiglia durata poco più di 8 ore, mi ritrovo nuovamente all’aereoporto per imbarcarmi alla volta di Palmerston North, nell’isola del Nord.
(Breve inciso: La Nuova Zelanda è composta da tre isole, due molto grandi, quella del nord e quella del sud, e una più piccola, Steward Island, all’estremo sud. Le due isole maggiori insiemesono grandi all’incirca quanto l’Italia, ma sono abitate da soli 4 milioni di persone, 3,2 nell’isola del Nord, 1,6 dei quali nella sola Auckland, e 800.000 nell’isola del sud, 500.000 circa dei quali nella sola Christchurch)

Al mio arrivo all’aereoporto  c’era ad attendermi David Worboys, un signore molto distinto, di chiare origini irlandesi, che mi ha fornito subito di spille, mappe e altre cose utili alla mia permanenza. Ho quindi passato due settimane in casa sua a Dannevirke, un paese di 6000 abitanti nell’interno della Hawke’s bay, dal quale ci muovevamo tutte le mattine per andare a visitare città, luoghi particolari, o anche solo fare passeggiate nel bosco.
Le città che ho potuto visitare partendo da Dannevirke sono state Napier, completamente distrutta da un terremoto negli anni 30 e ricostruita in stile Art Deco, oggetto di visite da tutto il mondo, in cui gli abitanti si divertono ad andare in giro con abiti, veicoli e accessori tipici degli anni ’30, ritrovandosi a bere il caffè in salotti quantomai improbabili oggi, Havelock North considerata la Montecarlo Neozelandese, una cittadina molto carina caratterizzata da un tenore di vita molto superiore rispetto a quello medio del Paese, belle macchine, bei negozi, bei vestiti, il che contrasta molto con la figura del neozelandese-tipo e Wellington, la capitale.
Welington è situata su una baia assolutamente spettacolare, purtroppo la mia visita è stata abbastanza breve ma il porto, il Te Papa Museum e alcuni palazzi meritano di essere visti.
Le città sono state comunque la parte più incolore della mia esperienza neozelandese: non ci sono parole per descrivere i paesaggi naturali, il bosco, le montagne innevate che diventano colline verdissime, poi gobbe irrigate da innumerevoli ruscelli di forme inverosimili, per finire in pianure punteggiate di alberi tropicali sotto i quali pascolano le pecore….tutto questo nello stesso paesaggio!!
Di notte si ha la sensazione di poter toccare le stelle per quanto sembrano vicine, i tramonti sono da cartolina, e poi geyser, vulcani….insomma tutto.
Sempre partendo da Dannevirke siamo passati per il Manawatu Gorge, le Wahihi falls, le spiagge oceaniche, Mount Bruce…
Dopoqueste due settimane splendide abbiamo passato una notte a Wellington per imbarcarci il giorno dopo sul traghetto per Picton, assolutamente mozzafiato, poi abbiamo guidato fino a Christchurch, per una strada incredibile sulla costa dalla quale ci si può fermare per osservare foche e balene, molto comuni, e se si è fortunati anche pinguini, se no basta andare più a sud per essere sicuri di vederli.
A Christchurch ho passato un’ altra notte, e il giorno dopo ho preso il treno per la leggendaria West Coast della corsa all’oro.
Il viaggio in treno è raccomandato da ogni neozelandese per la bellezza dei paesaggi attraversati, inoltre sempre sul treno ho conosciuto Isabelle, una ragazza svizzera anche lei in scambio con i Lions, diretta verso Hokitika.
La mia nuova host family aveva una fattoria a Hari Hari, mi hanno fatto andare ulla jet boat nel fiume, in elicottero sul Franz Joseph Glacier, mi hanno portato a vedere le blow holes e le pancake rocks (è impossibile spiegare cosa siano… ma cercatele su internet, anzi andate a vederle di persona!), mi hanno portato a cercare l’oro (che per altro ho trovato) con i setacci a Shantytown, mi hanno insegnato un sacco di cose sulle mucche (ne hanno 300, e una fattoria più grossa del principato di Monaco, per girare nella quale mi era stato fornito un quad), mi hanno portato di notte nel bosco, veramente strapopolato di animali, ma nessuno feroce, a vedere i glow worms, dei vermetti che di notte emanano luce, e sembra di vedere un cielo stellato…tutto questo in 5 giorni, e si sono lamentati con il loro Lions club perché non hanno avuto il tempo di portarmi sulla steward island a pescare con la barca per un paio di giorni…
Molto triste per il fatto di dover abbandonare quel posto straordinario e quella famiglia fantastica, ho ripreso il treno per Christchurch, dove sono rimasto 3 giorni.
A Christchurch mi sono ri incontrato con la ragazza svizzera del treno ( in realtà anche sulla west coast abbiamo passato due giorni insieme) e insieme abbiamo visitato quella che secondo me è la città più bella della Nuova Zelanda, completamente in stile inglese, molto vivibile, con un parco bellissimo e palazzi altrettanto belli un po’ ovunque.
Questa volta ero ospitato da una famiglia di allevatori di pecore (ne hanno 3600!!), anch’essi incredibilmente gentili e disponibili, ma la mia esperienza lì è durata solo 3 giorni, dopodiché ha preso un altro aereo e ho volato su Auckland, dove George Quinn mi ha ospitato per due giorni dandomi la possibilità di visitare anche la città più famosa del Paese.
Sono salito sulla Sky Tower, ho passeggiato per il porto, ho fatto l’ultimo shopping in un enorme shopping mall, poi siamo andati a cena in un delizioso ristorante mongolo e la mattina dopo mi sono imbarcato nuovamente per tornare in Italia….altre 30 ore….
Ho cercato di dare un’ idea di quello che ho visto, ma potrei scrivere per giorni e giorni e non sarebbe comunque abbastanza, perché veramente quello che si vede in Nuova Zelanda (mi riferisco soprattutto ai paesaggi naturali) è qualcosa che chi non ci è andato non è in grado neanche di sognare per quanto è fantastico; ci sono paesaggi che lasciano col fiato sospeso e  che ti colgono alla sprovvista, senza che te l’aspetti, e questo è l’aspetto primario di un Paese abitato da gente rozza ma di un’ospitalità senza pari in tutto il mondo, completamente disponibili a ogni desiderio di vedere qualche posto in particolare ecc.
Consiglio a tutti di provare questa esperienza che mi ha veramente segnato, probabilmente ancora di più di quella fatta negli Stati uniti, molto diversa per genere in quanto si trattava di 6 settimane di campus sempre insieme ad altri ragazzi, un esperienza comunque fantastica, ma in Nuova Zelanda ci si sente veramente un tutt’uno con ciò che ti circonda, è una sensazione indescrivibile.

Quindi che dire…. Partite, partite, partite!!

Se avete altre curiosità, non esitate a scrivermi una mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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