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ITALIA: what else?

Quando mi hanno comunicato la destinazione del mio scambio è stata una vera e propria sorpresa: i Paesi Bassi sono fin da sempre una nazione che avrei voluto visitare. A dir la verità sapevo ben poco degli usi e costumi degli olandesi e per questo ero ancora più curiosa ed entusiasta.
Il giorno di partenza era fissato: il 12 luglio aereo da Firenze con scalo a Monaco ed arrivo ad Amsterdam Schipol. Ciò di cui ero più nervosa era proprio il viaggio perché non avevo mai viaggiato da sola e non avevo mai preso un volo con scalo, ma alla fine queste esperienze servono proprio a crescere, no?
E in effetti una volta arrivata ad Amsterdam ero proprio orgogliosa di me stessa; il viaggio era andato alla perfezione. La parte più difficile è stata ovviamente salutare i miei all'aeroporto, ma per il resto mi sono quasi divertita a volare.

Ho incontrato quasi subito il signor van de Ven che mi aspettava e dopo circa venti minuti di auto siamo arrivati a Ripwetering dove la mia host family vive. Si tratta di un piccolo paese non più grande di quello in cui abito in Casentino, ma è davvero suggestivo dato che tutte le case si trovano lungo il canale e possiedono una barca per andare nel lago vicino. La casa van de Ven è molto grande ed è divisa da un'altra in cui invece si trova il Bed and Breakfast che la signora Karen gestisce.
Appena arrivata proprio lei mi ha accolto con molta gentilezza insieme al figlio più piccolo e mi hanno mostrato la mia stanza. La giornata poi è stata molto tranquilla perchè l'altra ragazza
tunisina ospitata dalla mia famiglia, Zoé, aveva viaggiato di notte e quindi ci siamo semplicemente riposate. In serata invece siamo state accolte ad un barbecue dal Lions club locale in una splendida casa sul lago.
Il giorno seguente abbiamo conosciuto le altre due ragazze ospitate dai vicini Carla e Dick: Marta italiana come me e Nina dalla Finlandia. Tutte insieme poi con Fieke e Lotte, le figlie maggiori, siamo andate a Leiden ad un festival organizzato da una delle tantissime associazioni studentesche universitarie. E' stato molto divertente perché l' attrazione della festa erano dei gruppi di ragazzi che con delle “auto” improvvisate scendevano da una rampa e cadevano nel lago. Abbiamo anche fatto un piccolo tour a Leiden, chiamata la “città delle due chiavi” che è proprio la classica cittadina olandese con canali e ponti oltre ad una bellissima fortezza ed un antico centro storico.
Infine abbiamo cenato in famiglia chiacchierando piacevolmente sia con i figli che con i genitori e mi sono proprio sentita accolta e a mio agio. Nel frattempo anche la figlia di mezzo, Cato, era rientrata dal suo scambio ad Istanbul e ci ha raccontato qualcosa della Turchia mentre non ho conosciuto il figlio maggiore che si trova ad Utrecht per studiare.
Lunedi il padre della mia host family, Mart, aveva programmato un'uscita a Den Haag ovvero L'Aia con tutte e noi quattro. Prima di tutto abbiamo visitato un piccolo museo dove si trova lo splendido “Panorama” di Mesdag e poi siamo andate a pranzare in un ristorante sul mare a Scheveningen che si vedeva nel dipinto. Per concludere la giornata abbiamo fatto un breve giro in città dove si trova il Parlamento olandese; infatti nonostante Amsterdam sia la capitale, il centro amministrativo dei Paesi Bassi è all'Aia. Lì risiede anche la famiglia reale in qualche dimora in campagna e il famoso Palazzo della Pace in cui vengono firmati importanti accordi politici. In serata abbiamo tentato di andare a fare la tradizionale passeggiata in bicicletta, ma purtroppo c'era troppo vento e rischiavamo di prendere un bell'acquazzone! E' incredibile quante persone utilizzano la bici in Olanda e sono rimasta piacevolmente colpita nel vedere che tutte le strade hanno una pista ciclabile perché lo trovo un intelligente modo di ridurre l'inquinamento causato dalle auto e di spronare le persona a fare esercizio fisico. Il tutto è agevolato dal fatto che l'Olanda ha un territorio prettamente pianeggiante, ma allo stesso tempo è anche la nazione con maggiore percentuale di furti di bici.
Martedì Lotte e Cato ci hanno accompagnato finalmente ad Amsterdam in treno. Beh, sono rimasta senza dubbio colpita dalla capitale sia in senso positivo ma anche e stranamente in senso negativo.
Mi è sembrata una piccola Venezia con molti canali e ponti, ma anche originale per i caratteristici palazzi colorati e “storti”; abbiamo visto la piazza centrale, la casa di Anna Frank e il quartiere a luci rosse continuando a passeggiare per le stradine principali e lasciando il tour in barca per il pomeriggio. Tuttavia ho trovato questa città forse un po' sopravvalutata.
I mezzi pubblici sono efficientissimi e tutti i servizi funzionano alla perfezione, ma credo che molti turisti conoscano l'Olanda soprattutto per le sue leggi molto tolleranti riguardo l'uso di droghe e prostituzione mentre credo che ci siano dei luoghi da visitare al di fuori di Amsterdam poco conosciuti, ma sicuramente più tipici e suggestivi. Ciò nonostante Amsterdam è bellissima e merita senza dubbio una visita.
Il giorno seguente un membro del Lions Club, Arii, ci ha accompagnato a visitare le dighe del Piano Delta costruite a seguito della tremenda alluvione de 1953. Nel pomeriggio invece abbiamo visitato uno splendido e piccolo paesino prima di recarci al mare per due rilassanti ore in spiaggia.
Giovedi Ron, un altro membro Lions, ha organizzato la giornata olandese per eccellenza: nel mattino siamo state in una regione piena di mulini a vento e di case tutte verdi e costruite alla stessa maniera mentre dopo pranzo abbiamo preso un traghetto per un' isoletta che sembrava quasi separata dal resto del mondo tanto era silenziosa e ordinata con le tipiche case bianche, nere e verdi.
Siamo entrate in più mulini ed ho scoperto che sono utili per creare vari prodotti: olio, mostarda, cioccolata, tagliare legna... La serata purtroppo è stata rattristata dalla notizia dell'aereo caduto in Ucraina in cui viaggiavano moltissimi olandesi e ben quattro persone di Ripwetering. I giorni seguenti son stati di lutto nazionale e tutte le case hanno esposto la bandiera rossa, bianca e blu.
La mia valigia era piena di vestiti abbastanza pesanti come maglie a maniche lunghe e jeans, ma fortunatamente l'estate olandese è stata più calda non solo di quanto io pensassi ma anche più del normale; quasi sempre abbiamo avuto sole e temperature oltre i trenta gradi! Proprio per questo abbiamo deciso che il giorno dopo saremmo andati tutti insieme alla casa sul lago della mia famiglia con le barche. E' stata una giornata meravigliosa, rilassante e divertente; inoltre, nel pomeriggio abbiamo assistito alla tradizionale gara di barca a vela.
Dato che il nostro piccolo gruppo era formato da quattro femmine, non poteva mancare la mattinata di shopping. Sabato mattina siamo andate a Leiden con Carla, la madre dell'altra host family sia per girare fra i negozi sia per passeggiare lungo il mercato, ma prima di pranzo siamo rientrate perchè era davvero molto caldo. Cosi nel pomeriggio Dick ci ha accompagnato nuovamente per una gita in barca e infine siamo rientrate per una piacevole e tranquilla serata in famiglia. I miei genitori erano preoccupati che come al solito non mi trovassi bene con il cibo all'estero ed invece ho mangiato davvero benissimo; Karen, infatti è un'appassionata di cucina ed in particolare di quella italiana. Ho adorato tutti i suoi piatti e spesso dopo cena ci mettevamo a parlare di ricette e dell'Italia che mi ha confessato essere la sua nazione preferita. Tuttavia mi ci è voluto un po' di tempo per abituarmi agli orari olandesi: la colazione abbondante e in tarda mattinata, pranzo veloce e cena intorno alle sei di pomeriggio. Il problema è stato poi tornare alle vecchie abitudini italiane dato che ancora fatico ad
aspettare le otto di sera per mangiare!
Ho trascorso quasi tutta la domenica dai vicini insieme a Marta e a Nina mentre Zoé e Cato erano andate ad un festival di musica mentre noi abbiamo preferito una passeggiata in bicicletta seguita da un buon thè caldo. Un'altra usanza olandese è proprio quella di bere spesso bevande calde come thè o caffè anche durante i pasti o semplicemente ad ogni ora del giorno; per me è stata una grande fortunata dato che adoro il thè.
Lunedi.. Era già arrivato l'ultimo giorno da trascorrere nelle famiglie. Rimaneva da conoscere la figlia minore di Carla e Dick, Dafne, che è una atleta nazionale di barca a vela. Siamo andate con lei a Madurodam, un parco a tema molto simile all'”Italia in miniatura” dove abbiamo visto tutti i posti miniaturizzati che avevamo già visitato ed avere qualche anticipazione di quelli che invece avremmo visto durante il campo.
Mi è dispiaciuto moltissimo salutare la famiglia van de Ven con la paura che forse non li rivedrò più.. Ho instaurato con tutti loro un bellissimo rapporto di amicizia e mi sono sentita davvero accolta come una figlia. Per ringraziarli ho dato loro dei piccoli regali tipici del Casentino ed anche loro mi hanno regalato per ricordo un carinissimo libro sui Paesi Bassi. Sono persone splendide che non smetterò mai di ringraziare e che senza dubbio non dimenticherò.
Purtroppo ho dovuto salutare anche le mie compagne Marta, Zoé e Nina perchè loro tre sarebbero andate al campo insieme mentre io ero stata assegnata a quello di Weert nella regione di Limburg.
Credo che condividere l'esperienza della host family con altre tre ragazze sia stato meraviglioso perchè oltre a visitare magnifici posti, siamo anche diventate amiche e tutt'ora sono in contatto con loro. Lo scopo degli scambi è proprio quello di instaurare legami fra popoli diversi ed entrare in contatto con nuove culture e per me questi sono stati davvero i migliori aspetti del periodo trascorso presso la famiglia.
Il mio viaggio in Olanda non era ancora terminato, anzi mancavano i dodici giorni al Saint Josefhoeve insieme ad altri ventiquattro ragazzi di ben ventidue nazionalità differenti. Devo
ammettere che ero molto emozionata all'idea di interagire con giovani provenienti da luoghi così lontani ed ero anche preoccupata di avere problemi con la lingua. Sono stata una fra le prime ad arrivare e piano piano si sono aggiunti tutti gli altri; gli animatori ci hanno dato un cartellino con il nostro nome e la nazione di origine e poi davanti a delle tipiche torte della zona siamo stati accolti dal Lions club di Limburg e dal sindaco di Weert. Il primo giorno è sempre quello più tranquillo perchè ancora tutti ci dovevamo ambientare, ma soprattutto era davvero difficile imparare i nomi!
In serata, dopo un piatto di spaghetti, abbiamo dato uno sguardo all'interessante programma dei successivi undici giorni e poi il junior staff ha esposto la country presentation dei Paesi Bassi.
Fortunatamente tutte le mie paure sulla lingua erano vane perché siamo riusciti ad interagire senza problemi; per me la fortuna è stata doppia dato che sono finita nella unica camera per due insieme ad un'altra ragazza italiana. Gli animatori hanno dato poche e semplici regole e tutti le hanno rispettate: svegliarsi in orario per la colazione e la partenza, non allontanarsi dal gruppo durante le gite ed ovviamente avere rispetto e ringraziare sempre i membri del Lions club che ogni giorno avevano programmato per noi attività diverse. Così giorno dopo giorno abbiamo girato per tutta la provincia più a sud dell'Olanda visitando fabbriche agricole, paesi caratteristici, città e musei senza farci mancare un bel po' di attività sportiva tra canoa, golf, tiro al bersaglio e ovviamente bicicletta.
Proprio il primo giorno siamo andati in bici fino in Belgio a Maastricht che distava dal nostro campo non più di qualche chilometro. Ogni sera Franz, cuoco e dottore del campo cucinava per noi degli ottimi piatti e devo ammettere che in Olanda ho mangiato la miglior carne di sempre! La specialità era il barbecue accompagnato da moltissimi tipi di verdure. Inoltre, siccome l'Indonesia è stata per moltissimo tempo una colonia dei Paesi Bassi, è molto comune la cucina Indonesiana ed infatti per ben due sere abbiamo mangiato piatti asiatici mentre l'ultima cena è stata messicana. Una delle giornate che mi è piaciuta di più è stata quella in cui abbiamo fatto il percorso nel bosco arrampicandoci sugli alberi, ovviamente con tutte le necessarie protezioni, ma anche il golf stile olandese in cui la mazza è composta dalla tipica scarpa in legno. Ho adorato Thorn, un piccolo paese dove tutte le case sono bianche e il castello/residenza di un marchese. Ogni sera avevamo qualcosa per cui festeggiare; oltre a tre compleanni, siamo stati in una discoteca veramente bellissima ed ogni scusa era valida per stare insieme anche semplicemente per parlare di ciò che ci rendeva diversi ed allo stesso tempo simili. Inoltre dopo cena a turno ogni ragazzo ha presentato il proprio paese con una presentazione power-point spesso accompagnata di cibi tipici o da piccoli souvenirs; noi italiani ovviamente abbiamo cucinato una deliziosa pizza per tutti che ha riscosso più
successo di quanto mi aspettassi.
Come hanno detto tutti nel discorso di ringraziamento nell'ultima sera, non mi sarei mai immaginata di potermi sentire legata a delle persone con cui non parlo nemmeno la stessa lingua solo dopo undici giorni. E' stata un'esperienza indescrivibile e semplicemente meravigliosa. Salutare tutti è stato difficile e non solo gli altri ragazzi, ma anche i membri dello staff che sono
stati sempre gentilissimi e disponibili con noi. Nessuno si è detto addio, anzi fino all'ultimo discutevamo su dove rincontrarci l'estate successiva.
Alla fine in piccoli gruppi siamo andati all'aeroporto e dopo l'ultimo saluto ognuno è salito sul proprio aereo sicuramente diverso e cambiato rispetto a quando ci era salito venti giorni prima.
Colgo, infine, questa occasione per ringraziare il Lions Club di Arezzo Nord-Est e tutti i membri che si occupano degli scambi giovanili per avermi permesso questo viaggio da parte mia e della mia famiglia.