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ITALIA: what else?

Dopo notti insonni per l'emozione, finalmente il gran giorno.
Un ultimo saluto alla mia famiglia e in un attimo, all'aeroporto di Shiphol, ha inizio la mia grande avventura.
Difficile descrivere le sensazioni del momento, sono orgogliosa di me stessa, ma allo stesso tempo impaurita. Esco dalle porte scorrevoli e subito vedo due distinti signori con un cartello in mano sul quale campeggia il mio nome scritto con l'"h"!
Ci riconosciamo ed è già famiglia!
Nella loro casa mi sento accolta e protetta e imparo a conoscere la ragazza che condividerà con me questa esperienza, Lori di Taiwan. 

Dedichiamo i primi giorni alla parte settentrionale del paese, visitiamo: Groningen, Bourtange, Be Marme e altre cittadine molto belle. Conosco altri ragazzi che partecipano agli scambi giovanili, e che arrivano da ogni parte: Israele, Macedonia, Finlandia, Svezia, Polonia… Trascorsi i primi sei giorni, Lori ed io ci trasferiamo presso un' altra famiglia, ed è una nuova festa. La difficoltà nel lasciare la prima casa è grande, mi sentivo sicura, adorata e parte della famiglia. I miei nuovi ospiti mi fanno sentire altrettanto a mio agio, anche se in modo completamente diverso; organizzano favolosi giri in barca per laghi e canali, tour in bici su isole e cene in famiglia con amici. 
Dopo alcuni giorni Lori ed io ci trasferiamo al camp Sea Shore, con il dispiacere per il nuovo addio. 
Mi spaventa dover lasciare la calda accoglienza della famiglia per qualcosa che non conosco. 
Mi ritrovo in un grande edificio con altri 22 ragazzi provenienti da 21 diverse nazioni. Perdo subito ogni timore e al camp ogni giorno è una nuova avventura; in dieci giorni visito due volte Amsterdam e poi Haarlem, Zaanse, Alkmaar, Leiden… Diventiamo anche qui una famiglia. Ancora oggi non so spiegare quale alchimia abbia unito 23 ragazzi che sino a pochi giorni prima non si conoscevano e oggi sono pronti ad aiutarsi e ad affrontare insieme ogni momento. L'inconveniente e le difficoltà di uno coinvolgono subito tutti. 
Iniziano così grandi giornate di giochi, visite istruttive e notti di musica, balli di gruppo ripetuti all'infinito in ogni contesto. E non mi sembra strano ballare in un supermercato o nel centro di Amsterdam, scambiare il campanello di una bicicletta per una borsa ad Haarlem, per tentare di vincere il gioco del baratto. 
Impariamo anche a prenderci in giro e nella serata dedicata alla presentazione del mio paese, sono la prima a ridere con loro del nostro accento e delle nostre, per loro strane, abitudini. Arriva il giorno dell'addio, con la proposta di un nuovo gioco. Ognuno di noi riceve un breve scritto da ogni amico, con la promessa di leggerli solo in viaggio. Sono sul volo Amsterdam-Milano con il mio sacchettino di ricordi, dal quale ad uno ad uno estraggo i biglietti che i ragazzi mi hanno dedicato. Chissà cosa penseranno i miei genitori vedendomi arrivare con le lacrime agli occhi...
Cosa mi resta di questa esperienza? 
- 20 inviti in altrettanti diversi Paesi
- L'attesa di poter ricevere nuovi amici
- La speranza che tutto questo possa ripetersi.

Grazie mille ai Lions per avermi permesso di vivere questa straordinaria esperienza! ;)