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ITALIA: what else?

Sicuramente non riesco a riassumere tutto cio' che ho vissuto nelle tre settimane trascorse laggiu', ma posso affermare con sicurezza che questa e' stata l'esperienza piu' importante fatta fino ad ora.
Innanzitutto, perche' sono partita senza i miei genitori e i miei amici verso un paese e con persone che non conoscevo.
Nonostante questo, non mi sono mai sentita sola: nella prima settimana sono stata a Elblag, nel nord della Polonia, in una famiglia ospitante molto disponibile e gentile che mi ha fatto subito sentire integrata. Nonostante i genitori parlassero solamente polacco la figlia diciannovenne ha cercato di tradurre tutto quanto dicevano in inglese in modo che potessi capire.
La ragazza mi ha fatto conoscere la citta' e i suoi amici, abbiamo parlato spesso delle differenze fra i nostri paesi e attraverso le conversazioni fatte, non solo con lei ma anche con chi ho avuto l'occasione di incontrare, ho scoperto che la Polonia ha vissuto un grande cambiamento dagli anni Novanta in poi. Sicuramente il livello di poverta' e' piu' basso e la loro cultura e' molto piu' aperta. I giovani, ad esempio, hanno una conoscenza dell'inglese molto buona e non hanno problemi a parlarlo con gli stranieri. Gli adulti, al contrario, conoscono il russo, in quanto hanno condotto i loro studi quando ancora la Russia controllava l'est europeo.

Appena arrivata, inoltre, ho notato quanto lo stereotipo della Polonia coma paese grigio sia sbagliato. In realta' la Polonia e' verde! Si possono percorrere chilometri e chilometri di strade circondate da prati e alberi verdeggianti. Il tempo cambia velocemente, ma non e' freddo nel periodo estivo.

Dopo la settimana in famiglia, nella quale proprio non mi potevo annoiare tante erano le cose che hanno organizzato per me, e' arrivato il momento del campo.
Ho passato una settimana nel mezzo di una foresta poco distante da Elblag. Questa e' stata l'occasione per attivita' divertenti come canoa e paintball. La sera, inoltre, si poteva prendere parte alle lezioni di salsa.
Al campo ho conosciuto  giovani provenienti da Turchia, Bielorussia, USA, Hong Kong, Danimarca, Olanda, Ungheria, Finlandia, Irlanda, oltre che altri polacchi. Il nostro era un gruppo di una ventina di persone in cui socializzare non e' stato difficile e non ci sono state discriminazioni di alcun tipo. Ho notato che, eccetto alcune tradizioni diverse, le differenze di cultura non erano cosi' marcate, nonostante l'appartenenza a paesi diversi. Per me e' stata una prova importante quella di parlare con questi giovani e scambiare opinioni, peraltro in una lingua che non e' la mia.
L'ultima settimana al mare a Krinica Morska e' stata ancora piu' divertente grazie ai legami che gia' si erano creati.
Nelle varie giornate abbiamo visitato il castello di Malbork, Frombork (dove ha vissuto Copernico) e Danzica (citta' portuale bellissima grazie alle sue case colorate).
Non e' mancato il tempo libero per lo shopping, la spiaggia e la discoteca. Le settimane al campo sono state ben organizzate e gli animatori sempre disponibili.
Non e' stato facile lasciare tutti e ritornare alla routine quotidiana di casa.
Fortunatamente, pero', sono ancora in contatto via e-mail con le persone alle quali ero piu' legata, fra cui la mia sorella ospitante, grazie alla quale ho potuto imparare anche qualche termine in polacco, lingua difficile, ma molto affascinante a mio parere.
Insomma, se mi chiedessero di consigliare l'esperiennza degli scambi giovanili direi assolutamente di si'. E' un' occasione per crescere, imparare a cavarsela da soli (anche se, come ho detto, soli non ci si sente mai), mettersi a confronto con nuove culture e imparare a conoscere altre persone. Non c'e' qualcosa che non abbia apprezzato, probabilmente anche perche' questo viaggio mi ha permesso di adeguarmi a varie situazioni.
Infine, se si vive un'esperienza simile, si porta a casa un bagaglio di conoscenze nuove che non si dimentichera' tanto facilmente.

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