Fin dalla mia partenza da casa, i sentimenti che più mi hanno fatto compagnia durante questa mia esperienza in Slovenia sono stati probabilmente l'entusiasmo e la curiosità di scoprire cosa mi avrebbe riservato il prossimo futuro. Il viaggio, che ho percorso in treno fino a Trieste e da lì in autobus fino a Lubiana, è stato piuttosto veloce e indolore, complice anche la compagnia di Alice, ragazza italiana con la quale avrei poi passato i giorni del campus.
A Lubiana la famiglia "host" di Alice ci è venuta a prendere e prima di portare la mia compagna di viaggio a casa mi ha accompagnato fino a dove avevo appuntamento con la mia "host", Nika. Fin dai primi momenti ho capito che mi sarei trovato benissimo con lei. Nika, ragazza ventiseienne slovena, lavora come ingegnere meccanico e vive a Maribor, seconda città slovena.
Ed è proprio lì che ho passato la prima settimana della mia esperienza. In compagnia di Nika, dei suoi gentilissimi genitori Edvard e Brigitta, di sua sorella Kaja e del suo fidanzato Misko ho passato dei momenti fantastici. Mi hanno fatto visitare non solo la meravigliosa Maribor, località sciistica e città universitaria, ma anche la città termale di Rogaska, la capitale Lubiana e la capitale croata Zagabria.
Oltre alle visite delle città, con Misko sono stato a pescare e alla ricerca di funghi per un boschetto nei pressi di Maribor, attività molto divertenti e rilassanti che ricordo con piacere. Ovviamente non posso dimenticare i fantastici momenti passati con Nika e Misko guardando le partite finali del mondiale di calcio Brasile 2014, viste in compagnia di tutti i loro amici in un bar vicinissimo casa, in un ambiente gioioso, allegro e festante.
In solo 7 giorni queste meravigliose persone sono riuscite a farmi sentire parte integrante della loro famiglia, e il legame che si è stabilito fra noi è qualcosa di incredibilmente forte. Già adesso, un solo mese dopo esserci salutati, ci stiamo organizzando per incontrarci nuovamente nel prossimo futuro.
Alla fine di questa settimana, pensavo che meglio di così non potesse andare, ma ho scoperto in seguito che mi sbagliavo, perché l'avventura era appena iniziata. La mattina del 18 luglio Nika e Misko hanno accompagnato me e Alice a Isola, un paese situato a pochi minuti di macchina dalla costa, dove avrebbe avuto inizio il campo "Catch The Rainbow".
Appena arrivati abbiamo subito fatto conoscenza con lo staff del campo: Mirjam, Marko, Ana, Lea e Primoz, persone meravigliose e divertentissime che porto nel cuore. Ci hanno subito fatto sentire parte di questa grande famiglia, e poco dopo con la cerimonia di apertura del campo abbiamo conosciuto gli altri ragazzi che avrebbero partecipato assieme a noi: Messico, Germania, Svezia, Israele, Finlandia, Stati Uniti e Lituania sono solo alcune delle quasi venti nazioni che contavano almeno un partecipante al campo.
I primi giorni al campo sono volati fra visite guidate a Capodistria e agli altri luoghi tipici della costa slovena, bagni in spiaggia e gite in barca. I legami fra "campers" si sono formati ad una velocità impressionante, e con altri 22 miei coetanei era impossibile non divertirsi. Senza che neanche avessi il tempo di accorgermene erano già passati 5 giorni ed era ora di partire da Isola con destinazione Adergas, ridente cittadina montana situata a nord di Lubiana, che ci avrebbe ospitato da lì fino alla fine del campus.
Se posso dire di essermi divertito tantissimo a Isola, questo non basta per definire le emozioni e la felicità di quei 5 giorni ad Adergas. I legami con gli altri ragazzi e con lo staff si sono rafforzati ancora fino a raggiungere una profondità che mai avrei immaginato si potesse ottenere in soli 10 giorni di conoscenza. Le attività in cui ci siamo cimentati hanno di sicuro contribuito: abbiamo visitato Lubiana, città affascinante; abbiamo partecipato ad un workshop dove abbiamo dovuto affrontare, da bendati, un pasto completo e in seguito un percorso ad "ostacoli", per farci capire e sensibilizzarci su come può essere una giornata di una persona non vedente; siamo stati ad un "Parco Avventura", dove abbiamo potuto cimentarci in scalate e arrampicate fra gli alberi (tutto ovviamente nella massima sicurezza). Una delle mie giornate preferite è stata quella delle attività divise: subito dopo pranzo le 15 ragazze e gli 8 ragazzi si sono divisi e hanno svolto attività differenti per poi "sorprendere" i coetanei dell'altro sesso: le ragazze hanno imparato una danza del ventre, mentre noi ragazzi ci siamo dovuti trasformare in dei veri gentiluomini per una sera, preparando una cena romantica per le ragazze e servendole per tutta la serata.
Altri momenti molto divertenti sono stati quelli delle presentazioni dei vari paesi partecipanti al campo ad opera dei vari "campers". Fra luoghi comuni sfatati e confermati, abbiamo tutti riso e imparato molto sulle usanze e i costumi di tantissimi paesi.
In men che non si dica i 10 giorni del camp erano finiti ed era ora di salutarsi e tornare a casa. Prima, però, ognuno di noi ha scritto una breve lettera di saluti a ciascun altro partecipante al campo, un modo veramente carino di salutarsi e di avere un ricordo scritto di ognuna di queste fantastiche persone.
Questa in Slovenia è stata una delle esperienze più belle e formative di tutta la mia vita; e mi ha permesso di crescere non solo culturalmente ma anche come persona. E sembrerà strano da dire, ma sono partito l'11 Luglio da solo, e quando sono tornato il 28 Luglio, avevo 22 nuovi fratelli e sorelle sparsi per tutto il mondo che porterò sempre nel cuore e che, spero, rivedrò presto.