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ITALIA: what else?

La mia prima esperienza con il Lions Youth Exchange è stata sicuramente positiva, ma soprattutto molto formativa. Alla partenza non avevo grosse aspettative anche perché, essendo per me la prima esperienza di questo genere, non avevo minimamente idea di come potesse essere un campo Lions o l’esperienza con la host family. 
Giunto nel piccolo aeroporto di Lubiana ho incontrato due componenti della mia host family slovena Malej: il padre Bojan e il mio host brother, Aleš. Il periodo trascorso in famiglia in un piccolo paesino alle porte della capitale è stato eccezionale, mi sono davvero sentito un membro integrato del nucleo familiare. 
La vita con la host family è stata l’esperienza più formativa di tutte perché, a contatto con loro, ho davvero scoperto le informazioni più importanti della Slovenia, gli usi, i costumi e le tradizioni. 
Il mio host father è sempre stato molto attivo sia nel farmi visitare la regione denominata in sloveno Gorenjska, sia facendomi assaggiare i piatti tipici locali. Con il mio host brother, invece, ho passato molto tempo divertendomi con i suoi amici, giocando a bowling e beach-volley.

Dopo 7 giorni nella host family mi sono trasferito nella bellissima location di Snovik, un centro termale immerso nella natura, senza traffico, né rumori, in uno splendido albergo che ha fatto da base al campo sloveno denominato “Catch the Rainbow”. 
Il nome che il Lions sloveno ha deciso di dare al campo è di per sé molto significativo: personalmente il campo ha rappresentato una grandissima opportunità per conoscere nuove persone, fare nuove amicizie e venire a conoscenza delle informazioni e delle usanze degli stati rappresentati dagli altri partecipanti. Si può dire che ho davvero “colto l’arcobaleno” delle diversità culturali!Il campo è stato a dir poco eccezionale. 
Durante gli undici giorni ho avuto la possibilità di visitare la costa slovena, le grotte di Postumia, Bled, Maribor, Ljubljana, il Parco Nazionale del Triglav e anche di incontrare il campo Lions austriaco “ The Sound of Music”. L’ultimo giorno è stato davvero triste poiché il gruppo che si era creato era talmente unito che è stato davvero difficile dirsi addio, pur consapevoli che non si trattava di un vero addio, ma solo di un arrivederci. Vorrei davvero ringraziare il Lions Club per l’opportunità che mi ha concesso e spero con tutto il cuore di poter ripetere questa magnifica ed entusiasmante esperienza.

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