Il 27 luglio, la mattina alle 9, il mio volo è decollato da Milano Linate con destinazione Amsterdam, da cui ho preso poi un altro aereo per arrivare a Stoccolma.
Appena arrivato sono stato accolto calorosamente dalla mia host family e dal manager del campo in cui ho poi passato le ultime due settimane.
Il viaggio in auto dall'aeroporto a quella che sarebbe stata per la prima settimana la mia casa è durato circa un'ora e trenta minuti, durante il quale la host family mi ha spiegato quali erano le principali usanze delle famiglie svedesi e mi ha descritto la composizione della loro famiglia.
Arrivati a casa (molto bella e grande), mi hanno mostrato le varie camere e ho potuto scegliere una delle due stanze riservate agli ospiti. L'altra stanza libera è stata occupata il giorno seguente da un ragazzo turco, anche lui partecipante degli scambi giovanili Lions.
La prima settimana è passata molto velocemente, non solo perché abbiamo visitato città d'arte interessanti come Uppsala e Stoccolma, molti musei interattivi ed il bellissimo arcipelago svedese, ma anche perché si è formato un legame particolare con i membri della famiglia ospitante.
Finita la prima settimana, la host family ci ha accompagnato in macchina al campo, dove abbiamo fatto una grigliata con tutti gli altri ragazzi e con tutte le famiglie ospitanti. Dopo pranzo abbiamo dovuto salutarli e sia a me che al ragazzo turco spiaceva molto doverli lasciare.
La tristezza è comunque sparita velocemente, non appena ho avuto l'occasione di scambiare due parole e di fare amicizia con gli altri ragazzi, provenienti da tutto il mondo e di età compresa tra i 17 e i 21 anni.
Dopo esserci presentati abbiamo subito iniziato a fare dei giochi a squadre e, divertendoci molto, abbiamo immediatamente capito che avremmo passato due settimane indimenticabili.
Il campo era in una zona molto particolare e suggestiva: lontani dalle città, ci trovavamo in mezzo ai boschi ed affacciati sul mare.
Per questo motivo quando non erano in programma gite, prendevamo le canoe e remavamo per circa mezz'ora per arrivare alla spiaggia più bella della zona e qui giocavamo a beach-volley, minigolf, calcetto ecc.
Generalmente un giorno sì e un giorno no, andavamo in gita con il pullman.
Durante le gite abbiamo visitato la capitale, la città di Uppsala e, in generale, molti musei e centrali in cui ci è stato illustrato il funzionamento dell'efficiente metodo di riciclaggio dei rifiuti in Svezia.
Ogni sera ci sedevamo intorno al falò e chiacchieravamo per ore intere scambiandoci idee e facendo conoscere agli altri gli aspetti migliori dei propri paesi di provenienza; questo è uno dei momenti che rimpiango di più.
Ogni sabato organizzavamo una cena particolare, in cui eravamo noi stessi a cucinare piatti tipici dei nostri paesi. Io e gli altri due italiani del campo abbiamo cucinato le tagliatelle panna e salmone, che sono state apprezzate da tutti, a tal punto da chiedere il "bis".
Più la fine della vacanza si avvicinava, più avremmo voluto poter "fermare" il tempo perché non volevamo dirci addio.
Il fatidico giorno, però, è arrivato: siamo andati tutti in aeroporto e lì abbiamo preso l' aereo che ci avrebbe riportato alle nostre vite quotidiane con, però, qualcosa di speciale da raccontare alle nostre famiglie: il ricordo di un'avventura che difficilmente potremo dimenticare.