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ITALIA: what else?

Quando ho saputo che avrei partecipato ad uno degli Scambi Giovanili Lions in Svezia, la prima cosa che ho pensato è stata: Oddio, e adesso cosa faccio? 
Mentre prendevo parte al concorso non avevo mai pensato seriamente alla possibilità di vincere e di poter partire alla scoperta di un Paese diverso dal mio, e devo ammettere che quando la possibilità è diventata realtà, prima della felicità è arrivato lo shock. Io, imbranata e timida come pochi, avrei dovuto cercare di inserirmi in un contesto totalmente diverso dal mio, prima in una famiglia sconosciuta e poi in un campo con altrettanto sconosciuti ragazzi di tutto il mondo? 
Pura follia, non ce l’avrei mai fatta.

E invece le mie pessimistiche aspettative sono state distrutte dall’accoglienza splendida e dal periodo meraviglioso che ho trascorso nell’Hälsingland: un’esperienza così bella che ho promesso a me stessa (e alla mia famiglia ospitante) che farò i bagagli e tornerò laggiù appena posso.
Fin dall’inizio, la mia host family si è dimostrata amorevole, pienamente disposta a trattarmi come una di casa, e non è esagerato dire che provo per la coppia che mi ha ospitato l’affetto che ho per i miei genitori, e che i loro due adorabili figli sono diventati i miei fratellini.
Con loro ho passato magnifici momenti, dalle visite alla loro splendida cittadina alle escursioni nei posti più belli dei dintorni alle ore tranquille di “dolce far niente” trascorse in casa, insieme ai miei nuovi fratellini. Quando li ho lasciati per andare a Camp Wilderness, il momento dei saluti si è trasformato in uno dei più commoventi che ho mai vissuto a causa dell’affetto che ci aveva legati in quei (troppo pochi) giorni trascorsi insieme, e devo ringraziare con tutto il cuore i leader del campo, che mi hanno permesso di trascorrere ancora un paio di giorni con la famiglia prima di tornare in Italia.
Non che il campo sia stato meno bello della famiglia, anzi! Se le attività non erano quelle che una pigrona come me predilige, ho trovato più che una consolazione nelle persone meravigliose che ho conosciuto: ragazze e ragazzi di paesi diversi con cui ho instaurato splendidi rapporti e con i quali continuo ad essere in contatto. 
A Camp Wilderness ho veramente vissuto giorni che ricorderò per tutta la vita, fatti di divertimento, risate e compagnia, ma anche di momenti più seri in cui condividevo con i miei amici la mia cultura, le mie opinioni, anche i miei problemi, scoprendo che nonostante le varie usanze un qualcosa che ci accomuna tutti c’è, e che il vero valore degli Scambi Giovanili è la capacità di condividere le nostre diversità ma anche, e soprattutto, di scoprire quanto in fondo siamo uguali. 
Ho lasciato la Svezia con le lacrime agli occhi perché me ne andavo da un Paese magnifico che mi ha fatto sentire parte di esso durante ogni secondo che vi ho trascorso, ma anche con una nuova consapevolezza: la mia famiglia, il mio giro di amicizie e il mio bagaglio di conoscenze si erano definitivamente allargati, e senza i Lions questo non sarebbe mai potuto accadere.
Non posso continuare a descrivere senza essere ripetitiva, perché non potrei fare a meno di inserire aggettivi come “splendido”, “meraviglioso” e “magnifico” che sono già apparsi anche più di una volta in questo report: quindi sarà meglio concludere con ciò che ha riassunto meglio questa mia esperienza: quando la mia famiglia mi ha accolto all’aeroporto di Genova, le prime parole che ho detto sono state: “Ma non potevate raggiungermi là, anziché farmi tornare a casa?”

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