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ITALIA: what else?

Sono Ambra Tallone, ho diciotto anni e l’estate scorsa sono stata in Svezia per tre settimane.
Essendo il mio primo campo Lions, non sapevo davvero cosa aspettarmi. L’unica cosa che speravo era di conoscere un Paese diverso dal mio e fare nuove amicizie: entrambe le cose si sono avverate.
Iniziamo dalla settimana in famiglia: la mia “mamma ospitante”, Jeanette, è stata veramente gentile, mi ha fatto visitare Stoccolma e mi ha presentata anche ai suoi genitori, che mi hanno portata a fare una gita con la loro barca su un’isola bellissima. Ho trascorso dei bellissimi momenti e non abbiamo avuto problemi con la lingua. Forse l’unico problema è stato la brevità di questa settimana, perché la conoscenza resta solo superficiale. Sarebbe stato bello averne un’altra a disposizione da passare con loro.

Il campo (Viking Camp, a Enkoping, non lontano da Stoccolma) è stato molto bello. La cosa migliore è stato conoscere persone provenienti da tutto il mondo e confrontare con loro le diverse abitudini dei nostri Paesi: per fare solo un esempio, una ragazza americana ci ha detto che abitualmente mangiava cena alle cinque del pomeriggio, io ho spiegato che lo faccio alle otto e una messicana alle dieci di sera … in fondo sono queste piccole cose che restano in mente, queste piccole differenze che incuriosiscono e, messe insieme, ti fanno conoscere qualcosa di un Paese, più ancora che non sapere le differenze tra gli ordinamenti politici e così via. Con due ragazze in particolare si è instaurato un bel rapporto: Cristie, messicana, e Amber, dell’Irlanda del nord, la mia compagna di stanza nonché omonima.
Le attività sono state fantastiche: abbiamo visitato posti meravigliosi come Uppsala, la miniera d’argento di Sala, Grönsöö Castle e Birka, e provato il canottaggio, l’equitazione su cavalli islandesi, il tiro con l’arco, il lancio del ferro di cavallo e quello dell’ascia, la cerbottana … La giornata più bella però è stata quella che abbiamo passato a Stoccolma da soli, senza accompagnatori: ci siamo divertiti tantissimo.
L’unico elemento che non ho pienamente apprezzato del campo è stata la mancanza di regole stabilite, e non sono stata l’unica a notarlo. Potevamo più o meno fare ciò che volevamo nelle ore e nei giorni che passavamo al campo, che diventava noioso nelle giornate che trascorrevamo interamente lì. I ragazzi che provenivano dallo stesso Paese spesso parlavano tra loro nella loro lingua, il che era un motivo di fastidio da parte di chi non capiva la conversazione. Inoltre le serate erano sempre un po’ “vuote”: sarebbe stato bello avere qualche attività, anche facoltativa, pianificata per passare un po’ di tempo insieme.
Per il resto, ho trovato l’esperienza molto bella e utile, non solo per il miglioramento della lingua inglese, ma soprattutto perché mi ha dato una grande soddisfazione sapere di potermela “cavare da sola” in un Paese estero e conoscere diversi aspetti della vita svedese è stato molto interessante e mi ha fatto aprire gli occhi: il mondo è grande e l’Italia è solo una piccola parte di esso. Ci sono tante cose da scoprire e il modo migliore per farlo è immergersi in una vita diversa, cambiare le proprie abitudini, proprio come il campo Lions mi ha permesso di fare.