Avevo sempre desiderato una vacanza in una nazione che non fosse la mia e che mi offrisse la possibilità di entrare in relazione con ragazzi da tutto il mondo e, quest’anno finalmente il mio sogno si è realizzato.
Appena arrivata la lettera del Lions Club di Zurigo che confermava la mia partenza per l’8 luglio 2006, la mia felicità arrivava fino al cielo e lo superava.
Il mio sogno avrebbe potuto finalmente realizzarsi.
Il prossimo luglio avrei trascorso le prime due settimane in famiglia, ospite della signora Françoise (…) e le seguenti in campo con altri ragazzi.
Cosi la mattina dell’8 luglio, appena sveglia iniziai a mettere in valigia tutto ciò che mi sarebbe servito per le prossime 4 settimane che avrei trascorso in Svizzera.
Alle 14.30, più che emozionata, sotto una pioggia fittissima lasciai Matera per raggiungere l’aeroporto di Bari e, dopo poco più di 7 ore trascorse tra aerei e aeroporti toccai terra svizzera, erano le 23.00 ed io ero finalmente a Zurigo.
Dopo qualche minuti di titubanza una signora di orse 55 anni si diresse verso di me: è la mia ‘host-mum’, che subito mi presenta Sasha, la ragazza russa che dividerà con me la sua casa.Dopo un’ora passata in auto raggiungemmo la sua casa, classica dimora svizzera: un villino a due piani con mansarda e cantina, con quell’aria di antico e una giardino sul retro che avrei ammirato solo la mattina seguente.Infatti quella sera dopo una tazza di the mi diressi nella mia ‘nuova’ camera e, quasi immediatamente mi addormentai, desiderosa di iniziare la scoperta della Svizzera l’indomani mattina.Infatti, domenica 9 luglio, dopo la prima colazione, alle 9 insieme ad una famiglia membro dei Lions, visitammo la città di Lucerna, pranzammo su un nave con cui facemmo 1 breve giro del lago e, concludemmo la giornata al minigolf.
La mattina seguente, invece, fui svegliata dalle voci di alcuni bambini, che presto scoprii essere i quattro nipotini della ‘mia host-mum’, Francesca.Cosi tra giornate al lago e altre in piscina e, barbecue in giardino in compagnia di Francesca e della sua famiglia la mia prima settimana in Svizzera stava volgendo al termine.Domenica 15 luglio, assistetti a Zurigo alla celebrazione religiosa in una chiesa ortodossa.Infatti la mia amica russa, Sasha, desiderava tanto andarci.Naturalmente per me non era assolutamente un problema accompagnarla e poi, ero anche abbastanza curiosa di assistere al rito ortodosso, che infatti ho trovato molto diverso da quello a cui sono abituata.
In primo luogo il rito ortodosso è veramente lungo, può durare anche 4 – 5 ore e quindi c’è una via vai di gente, poi tutti i fedeli appena arrivano comprano più candele che accendono per esprimere la propria preghiera e assistono alla celebrazione non seduti ma in piedi.La seconda settimana invece fu più movimentata perché passavamo ogni giorno in compagnia di una diversa famiglia membro dei Lions. Cosi potei visitare le cascate del Reno, le più grandi d’Europa e, veramente meravigliose e poi, dopo aver fatto tanti bagni nei laghi svizzeri,belli, pulitissimi e molto attrezzati con trampolini, piattaforme in acqua per prendere il sole, oltre che campi di beach-volley e tavoli di ping-pong, non potevo non visitare le celebri montagne svizzere.Quindi una mattina mi recai a Shillton, a quasi 4000 metri di altezza, e quando arrivai in cima ammirai quelle splendide montagne sulle quali le ultime tracce di neve rispecchiavano i caldi raggi di sole.
Purtroppo però il 21 luglio, mio ultimo giorno a casa di Francesca, arrivò prestissimo e anche se curiosa ed emozionata per le prossime due settimane che mi attendevano, ero veramente dispiaciuta di dover lasciare lei e la sua famiglia, con i quali in quegli ultimi giorni avevo trascorso momenti meravigliosi e ormai sentivo veramente un po’ come la mia seconda famiglia.Il 21 luglio arrivai nel campo in Matzenried, a 10minuti da Berna.
In realtà appena arrivata alla vista di 6 grandi tende, dove avremmo dormito in cinque ragazze e di in unico bagno da campo per 20 ragazze ero un po’ spaventata, ma poi tutto è andato per il meglio.Appena arrivata incontrai un’altra ragazza italiana, di Milano e , assieme a lei, ad una ragazza spagnola, una messicana e una israeliana mi sistemai in una tenda.
Subito trovai simpaticissima Or,veramente diversa dalla mia idea di ragazza israeliana cha passa la maggior parte della sua vita in casa o in chiesa e, che nei rapporti sociali è ostacolata dal padre. No! Niente di tutto ciò!
Lei è una normalissima ragazza che va a scuola e la sera esce con gli amici, va al cinema o ad una festa.Naturalmente non trascorrevamo le giornate al campo ma ogni mattina eravamo dirette verso una nuova meta.E cosi abbiamo visitato Berna, la capitale della Svizzera, il centro sportivo in Magglingen, un caseificio, siamo scesi da una montagna con i cosiddetti ‘scooter’- simile ad un monopattino-e abbiamo provato l’ebrezza del river rafting durante una giornata di pioggia.
Sono state due settimane bellissime soprattutto la seconda, trascorsa in un hotel extra-lusso in Gstaad (in realtà dopo una settimana in tenda tutto sembrava lussuosissimo) e quando ormai eravamo diventati un gruppo.
È stato bellissimo trascorrere quindici giorni con ragazzi americani, finlandesi, ungheresi e cinesi.
Era straordinario chiacchierare insieme, trovare tante differenze nelle proprie abitudini, ma poi scoprire che alla fine ci sono tante altre cose che ci accomunano.Senza dubbio è stata un’esperienza molto importante per me, ha ampliato le mia conoscenze, aiutandomi a superare tanti pregiudizi e grazie alla quale ho stretto tante amicizie, che spero nonostante le distanze, durino il più a lungo possibile.
Quindi un’esperienza da ripetere.