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ITALIA: what else?

Al momento della partenza non sapevo cosa aspettarmi dal viaggio che stavo intraprendendo essendo appena uscita dal periodo della maturità ma questo non è stato assolutamente un problema.
Al mio arrivo sono stata subito accolta molto calorosamente dalla famiglia ospitante, in particolare da Sara, ragazza della mia stessa età, con cui ho condiviso ogni istante della prima settimana. Il periodo passato in sua compagnia, ad eccezione di poco meno di due giornate passate a visitare un’abbazia e la città di Gyor, è stato piuttosto ordinario (nel limite del possibile, data la mia presenza) ma non ho mai avuto occasione di annoiarmi: sin dal primo giorno la mia hostsister mi ha presentato i suoi amici e parenti che sono stati altrettanto accoglienti nei miei confronti.
Essendo una Leo ed avendo partecipato più volte ai Lions camp, nel momento dei saluti, Sara mi ha ripetuto più e più volte che la mia sarebbe stata un’esperienza bellissima ed indimenticabile, io, invece, ero triste di dovere salutare lei, la famiglia e gli amici. L’unica cosa che mi dava un po’ di voglia di partire verso il campo era l’aver conosciuto, qualche sera prima a Budapest, altri ragazzi che vi avrebbero partecipato con cui mi ero trovata da subito in sintonia.

La sera dopo l’arrivo al campo abbiamo cenato, fatto dei giochi preparati appositamente per conoscerci e guardato insieme la finale di calcio dei mondiali. Le camere erano molto belle e comode, meglio di quanto sperassi!
Dopo una sveglia tanto traumatica quanto coinvolgente a causa della musica a tutto volume, il primo mattino è stato interamente dedicato alla visita della città ospitante: Szeged, con vari approfondimenti sulla storia e la cultura del posto che sono stati utili per permetterci di avere un’idea generale sull’Ungheria, paese purtroppo abbastanza sconosciuto da tutti come abbiamo notato confrontandoci. Dopo il pranzo con il Lions club locale, che ci ha dato un caloroso benvenuto, ci siamo cimentati in una grande competizione tra squadre che ci ha permesso di legare particolarmente all’interno dei rispettivi gruppi.
Alla sera è stato il momento delle prime presentazioni dei paesi di provenienza che è stata una grandissima occasione per scoprire di più su nazioni di tutto il mondo e per sfatare numerosi luoghi comuni e confermarne altri, è stato inoltre utile per conoscere meglio le persone sula base della loro stessa cultura. Poiché al campo vi erano anche altri due italiani, nel presentare il nostro paese abbiamo avuto la possibilità di approfondire riguardo alle nostre città di provenienza più nel particolare così da evidenziare le diverse sfaccettature del nostro Bel Paese dalla Valtellina alla Sicilia.
Il giorno seguente siamo andati in un parco con dei laghetti artificiali in cui ci siamo rilassati ma soprattutto divertiti provando il wakeboarding; nel pomeriggio abbiamo provato, generalmente con scarsi risultati, a costruire piatti e vasi in ceramica e abbiamo poi passato la serata a giocare nel bosco vicino al campo avendo come unica illuminazione le nostre piccole torce.
Abbiamo passato tutto il quarto giorno in un parco in cui sono state ricostruite le varie fasi storiche dell’Ungheria, molto interessante nonostante il caldo asfissiante e il sole che batteva incessantemente sulle nostre teste, in cui nel pomeriggio abbiamo avuto la possibilità di provare il tiro con l’arco e vedere uno spettacolo di equitazione.
Il giorno successivo è iniziato con la colazione al mercato, dove abbiamo poi comprato gli ingredienti per la gara di cucina che si sarebbe tenuta in serata, per poi visitare l’Openair Theatre di Szeged. Personalmente ho trovato un po’ noioso il pomeriggio allo zoo ma credo che questo sia dato dai miei gusti personali poiché altri hanno invece apprezzato molto, anche perché è stata sempre un’occasione per stare in compagnia. Il menù previsto dalla competizione culinaria era il “paprika krumpli”, un cibo tipico ungherese che però ogni gruppo ha personalizzato aggiungendo gli ingredienti che preferiva, ad esempio il mio gruppo, essendo un piatto che includeva carne, ha aggiunto del salame ucraino e la Bresaola: con questo ci siamo aggiudicati un dignitosissimo secondo posto.
Il sesto giorno è stato molto denso: alla mattina ci siamo rilassati in una spa e al pomeriggio abbiamo messo alla prova le nostre capacità e il nostro coraggio in un parco avventura.
Il mattino seguente ci aspettava una sorpresa: dopo aver atteso in un bar all’aperto, una squadra per volta entrava in una stanza chiusa dall’esterno e, seguendo degli indizi che trovava dentro a questa, doveva riuscire a trovare la chiave per uscirne entro 60 min: oltre che incredibilmente coinvolgente, è stata una bellissima occasione per imparare a collaborare all’interno del gruppo. La sera ci siamo recati in centro e, dopo aver bevuto qualcosa nei locali, siamo andati tutti insieme in discoteca dove ci siamo divertiti moltissimo, tanto da non voler ritornare al campo a fine serata.

Dopo il duro risveglio abbiamo fatto qualche gioco di squadra molto tranquillo e un barbecue all’aria aperta per poi cimentarci nelle danze tipiche ungheresi che ci sono state insegnate da un gruppo di ballerini. Purtroppo, essendo stati sfiancati da questa giornata, nessuno ha apprezzato particolarmente la serata al Bowling.
Abbiamo passato buona parte del nono giorno in pullman, il che è stato comunque piacevole data la compagnia, per poi arrivare a visitare il castello di Szigliget a pranzo e il lago Balaton a cena. Dopo esserci sistemati nelle stanze dell’albergo, abbiamo fatto il bagno nel lago di notte.
Le avventure nel lago sono continuate il giorno seguente in cui, nonostante il tempo non fosse dei migliori, siamo andati sulla barca personale di un ragazzo dello staff che ci ha guidato lontani da riva dove siamo anche scesi in acqua.
La serata al pub non si è dilungata molto perché sapevamo che ci aspettava una giornata di viaggio verso la nostra tappa finale: Buda-Pest! La visita della città è iniziata con una panoramica dall’altro del castello per poi addentrarci nel centro dove abbiamo avuto anche del tempo per le compere. A fine di giornata siamo arrivati all’ostello, dove abbiamo avuto poco tempo per sistemarci perché ci aspettava la serata al club. Durante la cena ho avuto una bellissima sorpresa: Sara e una sua amica, che a sua volta aveva ospitato una ragazza del campo, sono venute a trovarci per passare la serata con noi e salutarci un’ultima volta, il che è stato la ciliegina sulla torta della stupenda serata.
L’ultimo giorno completo è stato organizzato dal Lions di Budapest che ci ha accolto in un sito di rovine romane con abbondanti cibi, una visita storica guidata, un giro in barca, alcuni sport come il tiro con l’arco e infine uno spettacolo di danza di persone con problemi fisici dalla semi paralisi alla sordità che poi ci hanno coinvolto nello stesso.
Dopo cena abbiamo completato la visita della città con un giro in barca sul Danubio con annessa spiegazione dei meravigliosi edifici costruiti sulle rive per poi tornare in ostello dove abbiamo passato la notte a salutarci e lasciarci dediche per mantenere per sempre il bellissimo ricordo.
Gli addii dell’ultimo giorno sono stati tristissimi e tra sorrisi e pianti siamo ripartiti ognuno verso il proprio paese con l’augurio di rivederci non appena ne avremo la possibilità.
Nel complesso è stata l’esperienza che più mi ha arricchito della mia vita intera, non abbiamo mai avuto tempo per annoiarci e abbiamo stretto amicizie che non conoscono limiti di distanza, infatti tutt’ora sto mantenendo i contatti con buona parte dei miei compagni e, in particolare, io e una mia amica turca ci stiamo organizzando per vederci entro l’anno perché il nostro rapporto non vada mai scemando.

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