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ITALIA: what else?

Il mio viaggio in Ungheria è stato fantastico. Come mia prima esperienza di scambio giovanile mi è doveroso sottolineare, l’impegno e l’organizzazione che ho riscontrato durante il soggiorno sia in famiglia che nel campus.
In famiglia mi sono trovato benissimo. Ogni componente di essa non smetteva giornalmente di elencarmi tutta una serie di “options” che avevo a mia disposizione e che potevo fare durante la giornata (anche se il più delle volte erano sempre quelle che si ripetevano). Cosi ho passato la prima settimana in famiglia dando una mano nelle faccende di casa alla moglie del padrone di casa, andando a destra e a sinistra nei dintorni di Budapest tra campi da calcetto, piscine, laghetti ed escursioni varie nei numerosissimi pub di Budapest degustando ottime birre le quali acquistavano ancora più gusto in quanto erano, come del resto tutto quanto, a carico della famiglia!!!

Comunque alla fine, per sdebitarmi, ho provato a insegnarli a fare la pizza l’ultimo giorno. Per  l’occasione i figli della famiglia avevano chiamato altri loro amici sempre facenti parte del Lion’s Club i quali giunsero con una finlandese. Alla fine eravamo ben in 7 ed è stata dura impastare la pasta per il pane per quel quantitativo di persone. Bon la fine della storia è che tutti gli ungheresi presenti han mangiato ketchup con la pizza(si si con il ketchup!!!), la finlandese ha mangiato gli avanzi del giorno prima, perché a lei non piace la pizza, e io… be io mi son abbuffato di pizza che personalmente non era venuta affatto male!!!
Il seguito del mio soggiorno in Ungheria è proseguito nel campus nel quale ho potuto conoscere persone provenienti da ogni parte del mondo e in particolare dall’Italia. Con gli altri italiani ho fatto subito amicizia favorito dal fatto di parlare la stessa lingua, cosa che ho trovato piuttosto difficile con il resto del gruppo in quanto un po’ tutti quanti sapevano benissimo l’inglese. L’unica cosa negativa di tutto il campus è stato il cibo, mediamente si mangiava una zuppa al giorno o a pranzo o a cena la quale non era piuttosto male, ma dopo un po’ dava alla nausea e al vomito visto anche il clima torrido che stanziava su un po’ tutta l’Ungheria. È per questo che girando in lungo e in largo il paese, io e gli altri italiani per tenerci su con il morale, abbiamo trovato il tempo di fare (e soprattutto insegnare) un paio di volte la pasta approfittando del fatto che nei vari ostelli nei quali pernottavamo vi erano le cucine in ogni piano. Così un paio di notti le abbiamo trascorse degustando e facendo degustare al resto della compagnia assaggi di vari tipi di pasta (spaghetti, farfalle, lasagne, penne…) con vari tipi di condimenti (pomodoro con tonno, pesto e ragù) a  seconda di quello che avevano i supermercati dei dintorni i quali erano piuttosto attrezzati sotto questo punto di vista.
Tutto sommato mi sono divertito e mi è dispiaciuto lasciare tutti al momento della partenza, ma avevo anche voglia di vedere i miei amici e di tornare a casa.