Il mio viaggio ha inizio il 6 luglio, quando, disperata, prendo il mio primo volo per Istanbul , dove mi aspetterà il secondo per Adana, nel sud della Turchia. Sì, disperata perchè avevo una tremenda paura a trascorrere tre settimane in un posto dove, non solo non conoscevo nessuno, ma non conoscevo nemmeno le abitudini, il cibo, la lingua.
Arrivata nel grande aeroporto di Istanbul , circondata da persone che parlavano una lingua a me sconosciuta, il mio terrore è solo aumentato, ma proprio per quello forse, sono riuscita a raggiungere il mio gate nell'arco di venti minuti e presto ero già atterrata ad Adana, in un piccolo aeroporto dove la mia famiglia mi attendeva.
Non appena i loro visi cordiali e paffuti si sono illuminati in un sorriso la mia paura è svanita, e ne avevo tutte le ragioni del mondo! Con loro ho passato una settimana fantastica! Mamma Meltem è una cuoca grandiosa e grazie a lei mi sono innamorata della cucina turca.
Meriç e Merih invece, i miei "fratelli", insieme al loro cugino Ege, hanno fatto di tutto per rendere la mia settimana piacevole, divertente e rilassante. La loro casa si trova a Mersin, una città sul mare, dunque è inutile dire che ho trascorso un sacco di tempo in spiaggia e in mare, a prendere il sole e chiaccherare e scherzare con loro. Inoltre, hanno organizzato un sacco di attività con altre tre ragazze partecipanti allo scambio (una danese, una svedese e una norvegese) che si trovavano nella stessa città: visita dei musei, giro in barca, giro sul cammello, una dura arrampicata sotto il sole cocente, una serata sul mare. Insomma, non eravamo mai con le mani in mano.
Devo ammettere che si sono impegnati molto anche a farmi ingrassare: mi hanno portato ad assaggiare tutti i cibi tipici e penso di aver assaggiato almeno la metà dei dolci più tradizionali, che ovviamente ho amato.
Presto la settimana è finita e a malincuore ho dovuto salutare la mia famiglia, sicura però che quello fosse solo un arrivederci. Ho preso il pullman e, dopo una lunga notte di viaggio, sono arrivata al campus ad Ankara. Qui, ho subito conosciuto e stretto amicizia con i 16 campers ( tra cui 4 italiani) e i ragazzi dello staff, persone in gamba, brillanti e divertenti che ci hanno fatto trascorrere due settimane fantastiche anche se faticose. Già, perchè il letto l'ho visto veramente poco: sveglia presto, colazione, rigorosamente abbondante come del resto ogni pasto, poi in giro a visitare fino a dopo cena.
Nei giorni trascorsi ad Ankara abbiamo visto i monumenti principali, siamo stati in piscina, abbiamo realizzato una copia su carta di una tintura artigianale che viene tradizionalmente realizzata su tessuti e stoffe e soprattutto abbiamo avuto modo di entrare realmente in contatto con la cultura turca.
Nell'arco delle due settimane siamo stati anche ad Istanbul , dove, nonostante vi abbiamo passato poco più di una giornata, abbiamo fatto il giro del Bosforo in barca, visitato la moschea di S.Sofia, il palazzo del Sultano e vagato per un Bazar , il posto più colorato, vivace e ricco di odori che abbia mai visitato.
Infine , siamo stati anche in Capadocia: una meraviglia naturale, uno paesaggio incomparabile che abbiamo avuto l'incredibile fortuna di vedere anche all'alba dall'alto di una mongolfiera!
Concludendo, voglio ringraziare i Lions e la mia scuola per avermi offerto la possibilità di partecipare a questa esperienza, e la mia host-family, i miei compagni di viaggio e lo staff del campus per averla resa indimenticabile.
Il terrore che provavo all'inizio del mio viaggio ha lasciato il posto a tanti bei ricordi: immagini, paesaggi, odori e suoni ( come il canto del muezzin ) che sono l'impronta di un paese meraviglioso e degno di essere vissuto a fondo come la Turchia. Io ci ho lasciato il cuore e sono sicura che ci tornerò.