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ITALIA: what else?

Ogni viaggio è un’esperienza a sé, ma se dovessi soffermarmi e pensare al mio viaggio in Turchia più che un’esperienza penserei ad un’emozione. Immagino di essere seduta su quella panchina di legno (ormai scolpita nella mia memoria) sul lungomare di Izmir così difronte posso vedere il panorama più bello che abbia mai potuto ammirare.. il sole accarezza il mare come se volesse augurargli un buon riposo ; ma non un mare qualsiasi ma il mar Egeo. Così guardando questo meraviglioso panorama ho deciso di buttare giù due righe perché ai miei momenti più belli lascio spazio su di un foglio cosicché possano essere sempre rimembrati. 

Tutti i posti e le persone mi rimarranno sempre impresse perché ognuno di queste mi hanno lasciato tanto. Spesso quando ero in macchina con la famiglia ospitante mi capitava di non parlare ma i miei erano dei silenzi a senso, forse ero troppo estasiata per poter parlare. La famiglia mi ha accolto fin dal primo momento come se fossi una loro figlia, mi piaceva condividere con loro ogni momento da quando entravamo in casa e io puntualmente dimenticavo di togliermi le scarpe, a quando andavamo in giro e la mamma per benvenuto mi ha comprato un bracciale come se mi volesse dire : eccoti, anche tu fai parte di questa famiglia. Momenti difficili non ci sono stati perché quando non riuscivamo a comprenderci a causa delle lingua , bastava solo un sorriso o un abbraccio in modo che mi sentissi a casa. Ma i miei non vogliono essere ringraziamenti di convenzione ma solo pensieri detti con il cuore . Continuo a pensare che la famiglia è lì dove lasci il cuore ..allora posso dire di aver trovato un’altra famiglia. 

 

Proseguendo il mio viaggio non posso di certo tralasciare le emozioni vissute e condivise con i ragazzi che hanno reso questo viaggio indimenticabile. Dopo l’esperienza in famiglia mi sono trovata a trascorrere ogni giornata con ragazzi di tutto il mondo che rappresentavano come me, ognuno il proprio paese. Inutile dire che siamo partiti come dei semplici conoscenti ma quello che abbiamo costruito dopo 15 giorni è stata un’amicizia. Ogni giorno eravamo impegnati in attività come: sfilare per la città con le proprie bandiere, prepararci per il Gala night , visitare le rovine di Ephesus, affrontare la gente di ogni tipo per ricevere un abbraccio in cambio di un altro abbraccio(free hugs) , preparare una country presentation per poi presentarla a tutto il gruppo e tante altre attività che oltre ad essere formative hanno fatto unire il gruppo e reso il viaggio un vero spasso. Ma l’esperienza che mai potrò dimenticare è stata quella di dipingere le pareti di un quartiere mal messo della città per rendere abitabile la zona di queste persone bisognose. Inizialmente appena siamo entrati in queste strade diroccate e mal ridotte , avevamo su di noi gli sguardi dubbiosi degli abitanti che ci hanno seguito per tutto il tragitto ma,una volta messi all’opera, sono diventati sguardi di felicità e cordialità. Onestamente dopo 15 minuti di continua pittura iniziavo a sentirmi stanca ed ero quasi annoiata ma improvvisamente una bambina all’incirca di 6 anni si è avvicinata e ha iniziato a parlarmi in turco e mi sorrideva continuamente, subito dopo ero accerchiata da bambini che continuavano a sorridermi.. in quel momento avevo un po’ le braccia stanche e razionalmente avrei abbandonato il lavoro (non essendo molto propensa al lavoro fisico  ) ma quello che riuscivano a trasmettermi quei bambini con la loro allegria era così tanto che ho deciso di continuare il mio lavoro in maniera più incalzante infatti poco dopo mi hanno chiamata dicendomi: “Francesca we can go, it’s late.”
A malincuore ho posato il pennello sul pavimento e ho salutato i bambini e in quel momento ho pensato che tutto è possibile quando il cuore arriva dove la mente si ferma.

 

 

 

Se mi dovessero chiedere descrivi con una parola il viaggio in Turchia risponderei: umanità. 
E girovagando in una notte stellata m’innamorai di quei profumi morbidi caldi e liberi come se fosse il loro profumo a descrivere le persone armoniose e affascinanti e non vedevo l’ora che arrivasse giorno per vedere quel cielo blu terso come se stesse ad esaltare le personalità del paese. Intanto in quella notte ho scattato una foto con gli occhi che mi è rimasta per sempre e mi resi conto che ero felice per tutto quello che avevo VISSUTO.
Il mio grazie speciale è rivolto ai Lions di tutto il mondo : un club dalle larghe vedute.

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