La mattina del 29 luglio sono partita per la mia avventura serba: dopo uno scalo a Roma sono arrivata a Belgrado dove la prima famiglia mi stava giù aspettando.
Avrei trascorso due settimane nella città di Novi Sad, ad un centinaio di km dalla capitale.
Le prime impressioni della città non sono state ottime: Novi Sad non è poi così piccola, ma le architetture e gli edifici non sono come quelli italiani; l’apparenza inganna.
Con il tempo ho imparato che la storia ha lasciato troppe tracce e che le ultime guerre in realtà si erano svolte non molti anni fa.
Ma questo non è significato niente perché il calore e l’affetto delle persone mi hanno fatto apprezzare tutte le attività: musei, shopping, relax sulla spiaggia e .. feste!
E con tutti gli amici, che nonostante non mi conoscessero e non avessero alcun interesse a farmi sentire una di loro, non hanno esitato ad abbandonare la lingua madre per discutere in inglese in ogni momento della conversazione, aspetto che mi ha colpito fin da subito.
Dopo una settimana ho cambiato famiglia ed ho conosciuto la mia nuova “sorella” che abita solamente a 2 km dalla prima: questo mi ha permesso di rimanere ancora in contatto con la prima e mi ha anche consentito di conoscere più a fondo la città, perché in due settimane ho imparato ad orientarmi, il che mi faceva sentire ancora più a casa.
Lo scambio ha solo un aspetto negativo: quando ti senti parte di qualcosa, è difficile andare via.
Nonostante fossi contenta di tornare a casa, le lacrime non sono mancate.
“È l’unico prezzo dello scambio” qualcuno mi ha detto, “bisogna accettarlo”.
Ma i ricordi che ho sono insuperabili, e spero di poter ritornare e cercare di ringraziarli per tutto quello che hanno fatto per me, magari accogliendo le mie nuove sorelle qui in Italia!
Un grazie speciale al Lions club, a Laura e Margherita.