Quest’ anno il mio viaggio è stato alla scoperta della Serbia, un piccolo stato quasi completamente pianeggiante, da sempre crocevia e punto di incontro fra l’Europa cristiana ed il Medio Oriente musulmano.
Ho scelto questa destinazione perché attratto dalle realtà di questi paesi, forse meno conosciute, ma che hanno davvero tanto da scoprire e da insegnare. Prima della partenza, come ogni volta, ero abbastanza scettico sul buon esito del viaggio, ma presto (e per fortuna) mi sono dovuto ricredere in toto!
L’11 agosto sono partito con destinazione Novi Sad, dove mi aspettava Nebojša, il mio host brother per la prima settimana. Lui e suo fratello Bojan sono state delle vere e proprie guide turistiche che mi hanno accompagnato in ogni angolo della loro meravigliosa città.
Novi Sad è una città di 500 mila abitanti, situata poco a nord di Belgrado, costruita, anch’essa, sulle sponde del grande Danubio. Potete immaginare l’enorme differenza tra il paesino sperduto nelle alpi in cui vivo, e il centro di una grossa città metropolitana.
Dopo un primo assaggio della “nightlife” locale, il giorno seguente al mio arrivo siamo partiti col treno per visitare Belgrado dove, tra le altre cose, abbiamo visitato il parco Kalemegdan, all’ interno del quale si trovano i resti di un’ antica fortezza bizantina, e il tempio di San Sava, la più grande chiesa ortodossa del mondo.
Nella capitale, come in molte altre parti del paese, i segni della guerra sono ancora presenti: alcuni edifici del centro città sono ancora visibilmente danneggiati dai bombardamenti del ’99.
Dopo Belgrado è stato il turno di Novi Sad, ed in particolare della fortezza di Petrovaradin, imponente edificio che domina la città da più di 1500 anni.
Nei giorni seguenti abbiamo alternato giornate di svago, in cui siamo andati a rinfrescarci in piscina oppure sulle rive del Danubio (a causa delle elevate temperature pomeridiane), alla visita di altre parti della stessa Novi Sad (come ad esempio la caratteristica Fisherman’s Island, con i suoi tipici ristoranti) o di altre cittadine vicine come Palic (con il lago artificiale).
Trascorsa una settimana, come da programma, ho cambiato famiglia.
A cancellare la “tristezza” del momento ci ha pensato la famiglia di Luka (il mio secondo host brother) e Nikola, suo fratello, che subito mi ha accolto a braccia aperte.
La città era sempre la stessa, ma questa volta la zona era leggermente fuori dal centro, in un tranquillo sobborgo delle città sulle sponde del Danubio.
In quella stessa sera Luka mi ha portato a vedere una partita di calcio allo stadio, in cui la squadra locale (il Vojvodina) lottava per accedere alla Europa League; è stata una partita molto tranquilla, a dispetto di quello che mi sarei aspettato conoscendo quello che accade spesso a Belgrado, in special modo durante il derby della città.
Il giorno seguente invece siamo tornati di nuovo a Belgrado, questa volta per prendere parte alla festa della birra, uno tra i festival di musica più importanti di tutta la Serbia. Purtroppo la pioggia non ha aiutato la buona riuscita della serata, ma nonostante questo, la gente presente era davvero tanta, come la voglia di divertirsi.
Tra le altre cose, merita sicuramente di essere ricordata la visita al parco nazionale della Fruska Gora, una delle pochissime zone montuose della intera Serbia, dove si celano alcuni pittoreschi monasteri ortodossi della metà del 1500. Purtroppo moltissimi turisti ignorano completamente la presenza di questi straordinari luoghi, dove il tempo sembra essersi fermato.
Una delle ultime tappe del mio viaggio è stata la visita a Sremski Karlovci, una piccola cittadina non lontana da Novi Sad, ricordata nei libri di storia per un famoso accordo di pace tra Cristiani e Musulmani che proprio dalla città prende il nome.
Tra tutto questo è capitato spesso di trascorrere rilassanti pomeriggio in barca sul Danubio con Luka e suo padre, oppure nei piccoli chioschi che si trovano lungo le rive, chiacchierando delle tante differenze tra i nostri paesi.
Non mi sono dilungato nel raccontare le attività notturne di ogni sera, ma basti pensare che a Novi Sad esiste una piazza (esattamente di fronte alla fortezza, quindi in pieno centro) dove ogni sera della settimana centinaia di ragazzi si trovano per parlare, ascoltare musica e bere qualcosa in compagnia. Inoltre anche gli amici di Nebojsa e Luka sono stati sempre gentili e disponibili con me, cercando sempre (quando possibile) di coinvolgermi nelle loro discussioni e parlando spesso inglese quando ero in loro compagnia.
Con il ritorno a Belgrado per il volo di si è conclusa quella che, senza alcun dubbio, è stata una meravigliosa esperienza che penso non dimenticherò mai. Il merito di ciò va non solo alle città e ai luoghi che ho visitato, ma soprattutto alle meravigliose persone delle due famiglie che mi hanno accolto e fatto sentire come se fossi davvero a casa mia, senza farmi mai mancare nulla e prendendosi letteralmente cura di me. Persone alle quali, è superfluo dirlo, mi sono veramente legato e che spero,un giorno, di rivedere.
Un caloroso ringraziamento mi sembra doveroso anche ai membri Lions che, anche quest’ anno, hanno lavorato sodo per la buona riuscita di queste esperienze.
All’ anno prossimo!