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ITALIA: what else?

Mi sento in dovere di anticipare questo piccolo Reportage del mio viaggio con un pensiero: tutto ciò che scrivo qui non potrà mai essere chiaro e vivido come una fotografia o un ricordo stesso, poiché dare forma a quelle emozioni che in pochi giorni ho provato è impossibile per me; cercherò dunque di spiegare tutti i motivi per cui questi giorni sono stati così importanti e belli per me.
L’idea di tenere un diario è stata scartata dopo la prima notte di permanenza in famiglia e quindi la mia prima notte in Turchia, scrissi infatti nel piccolo quaderno che avevo portato con me: ” sono senza valigia e vestiti puliti,dopo aver perso un aereo.
Benvenuti in Turchia”.

Non so se qualcuno ha sentito o ascoltato il filo di sarcasmo e nelle mie parole e gli ho fatto pena, ma sicuramente dopo la prima giornata negativa non ho avuto che belle e intense giornate. Sia con la mia famiglia, che al Dream Camp di Antalya.
Nel primo periodo ho avuto due famiglie: la prima era quella dove abitavo, che mi ha accolto non come ospite ma come un figlio, la seconda era composta dagli amici che ogni giorno vedevo, con i quali ogni giorno condividevo esperienze, giochi e risate. Grazie a loro ho vissuto la vita di un adolescente in Turchia, non come turista o visitatore, ma faccia a faccia con la vera Turchia fatta di tradizioni e condivisione. In questo periodo ho fatto esperienza di un altro lato di quel paese, un lato notevolmente peggiore di quello dove io vivevo. La sera del 15 Luglio, durante la cena una ragazza del nostro gruppo inizia a parlare al telefono con un tono notevolmente preoccupato. In poco tempo tutti iniziano a vedere notizie e alla televisione subito compaiono immagini di guerriglia civile come le nostre proteste in italia, le immagini cambiano e vediamo sparatorie e conflitti. Una di loro inizia a tradurre il notiziario “è in corso una rivolta contro il governo nella capitale e ad Instambul. Un colpo di stato”. Rapidamente un numero di chiamate e messaggi arriva, genitroi parenti e amici chiedono di me. Ma tutto cio che fortunatamente posso dire è che non mi accorgo di nulla. Quei momenti di panico li ho presto dimenticati per dare spazio a tanti altri momenti pieni di gioia, tra gite, cene e serate passate a divertirci nei modi più semplici ma più veri.
Il bellissimo periodo passato in famiglia si è concluso, lasciando il posto ad un altro periodo, totalmente diverso ma del tutto unico. I giorni al Lions Camp di Antalya sono stati emozionanti da molti punti di vista, primo fra tutti il rapporto che si è creato tra di noi. Grazie ad una condivisione totale, che non ha trovato barrire di alcun tipo, sociali o religiose che siano. Quei giorni sono stati sicuramente i più intensi della mia vita, occupando tutto il tempo possibile per attività che mai mi sarei immaginato di fare: una tra tutte ballare musica tradizionale turca nella piazza di una città. Con grande impegno i direttori Lions dei campi giovanili hanno programmato quella che è stata non solo una vacanza, né uno scambio culturale. Ma una vera e propria esperienza di vita. Un ricordo indelebile nella mia mente pieno di quelle emozioni non descrivibili, che il tempo non potrà eliminare. Grazie ai Lions italiani che mi hanno permesso di vivere questa esperienza, grazie ai Lions turchi che mi hanno accolto e si sono presi cura di me, grazie al progetto degli scambi giovanili Lions e una grande ringraziamento a Camilla, la mia “finestra” verso la Turchia che ha supportato (e sopportato) me e la mia famigia, rassicurandoci e aiutandoci in qualsiasi modo.

 

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