Anche quest'anno ho avuto la possibilità di visitare un'altra “piccola" parte di mondo: l'Australia.
Sono partito da Roma il primo luglio e dopo uno scalo ad Abu Dhabi sono Arrivato a Sydney. Qui ho dovuto aspettare ben otto ore per il volo successivo (destinazione una piccola città chiamata Port Macquaire), pertanto ho avuto la possibilità di fare un giro nella downtown di questa città fantastica. Ripartito da Sidney, dopo 40 ore di viaggio da Roma, sono arrivato dalla mia prima host family.
A causa del jet lag e delle scarse ore di sonno, solo tre ore totali in aereo e non mi sono potuto godere la prima serata australiana in quanto all’arrivo ho dormito quindici ore consecutive, cosa che non accadeva da quando ero bambino.
Nelle prime due settimane sono stato ospitato in un piccolo villaggio a 3 ore da Sydney chiamato Diamond Beach (nsw), situato a ridosso di una bellissima spiaggia. Penso di essere stato molto fortunato con la prima famiglia, carinissima e molto ospitale, anche perchè il mio "hostdad" , di nome Ron, era l’ allenatore di rugby della squadra locale, sport che pratico e amo.
La mia “Hostfamily” Ron and Jenny a Diamond Beach
Ho fatto moltissime cose in queste settimane, la più emozionante di tutte sicuramente è stata la gita a Sydney per andare a vedere la partita di Super 15 di rugby all' Allianz Stadium tra una squadra Australiana (Warathas) ed una Neozelandese (Hurricanes).
Ron avendo saputo la mia passione per il rugby, aveva comprato per me, suo figlio e la moglie i biglietti per questa partita che si sarebbe giocata il sabato. Siamo partiti venerdì per Newcastle, a metà strada tra l’ abitazione di Ron e Sydney, e abbiamo dormito li, per poi partire il giorno dopo alla volta di Sydney.
Ho di nuovo visitato la città in maniera un po' più approfondita per tutto il giorno e la sera siamo andati allo stadio: una tra le esperienze più belle che un rugbista può avere !!
Il mio “Hostdad” Ron mi insegna ad usare il boomerang
Durante il mio soggiorno a Diamond Beach (Australia nsw), ho avuto modo anche di partecipare ad una "crociera" di tre ore per vedere balene e delfini al largo di Forster, di allenarmi con la squadra di rugby allenata da Ron e vedere una delle loro partite di campionato, visitare tanti altri luoghi tra cui Sugarloaf Point che penso sia stato il luogo più bello ed emozionante dell'intero viaggio e anche conoscere la cultura aborigena australiana.
Questa prima famiglia è stata veramente amorevole e carina con me ed è stato molto difficile salutarli, poiché mi hanno trattato come se fossi un loro figlio e mi hanno fatto tantissimi regali. Fortunatamente avrò modo di incontrarli di nuovo in Italia il prossimo anno, come miei ospiti.
Dopo 2 settimane, ho preso un aereo da Newcastle alla volta di Melbourne, dove mi aspettavano alcuni membri Lions e altri ragazzi che sarebbero venuti nel camp Koala.
Dall’aeroporto siamo arrivati al Camp Koala (Queenscliff), situato a ridosso del mare nella penisola di Ballarine, ad un’ ora e mezzo da Melbourne. Al Camp eravamo circa 30 ragazzi provenienti da 15 paesi diversi.
Penso che Camp Koala sia stato il miglior camp in cui sono stato in questi tre anni, a partire dal cibo molto buono, ed alle attività svolte. Infatti la maggior parte delle attività erano incentrate sugli sport o sempre all’aria aperta: canoa nella laguna, bike riding, un tipo di surf, caccia al tesoro nel centro città etc.
Era presente anche un campo da basket, un campo da beach volley e uno da calcetto, pertanto nel tempo libero durante la settimana avevamo di che svagarci.
Abbiamo avuto modo di visitare Melbourne per un’intera giornata e la città di Ballarat, situata a circa un’ ora e mezzo da Queenscliff, dove abbiamo visitato una sorta di museo a cielo aperto per la “corsa all’oro” del 1800 e il Wildlife Park, un parco speciale dove i visitatori erano a stretto contatto con centinaia di canguri, koala ed emu. Ogni sera al Camp Koala venivano organizzati numerosi giochi per lo più con lo scopo di farci conoscere meglio tra noi ragazzi: è stato molto duro separarmi l’ultimo giorno da gli altri ragazzi, alcuni di loro li ho comunque rivisti nell’aereo di ritorno una settimana dopo.
Così sono ritornato a Melbourne dove mi aspettava la mia seconda famiglia, che mi ha portato a Rutherglen, una cittadina di 2500 abitanti a quattro ore di distanza, in mezzo a fattorie dedicate alla produzione di vino (vinerie).
Ad essere sincero questa ultima settimana non è stata la migliore dell’esperienza australiana, la mia “hostmum” lavorava tutto il giorno e il mio “hostdad” non aveva la macchina e di conseguenza non poteva o non voleva farmi visitare le zone limitrofe.
Fondamentalmente la mia giornata consisteva nello stare a casa e solo due giorni su sette mi hanno portato a far vedere qualcosa: il penultimo giorno sono andato a visitare le vinerie dove ho potuto comprare tipici vini australiani e l’ultimo giorno sono andato in un grande centro commerciale di Melbourne prima di prendere l’aereo di ritorno per l’Italia.
Comunque, complessivamente l’esperienza australiana è stata meravigliosa, ringrazio di cuore i Lions per avermi concesso, dopo Canada e Giappone, questa altra grande opportunità.