Lasciare tutto e partire per due settimane verso un posto mai visto, con persone che non conoscevo e affrontare da solo nuove avventure, con questo spirito ho iniziato quest’esperienza, emozionatissimo, e non nego, anche abbastanza spaventato. Prima d’ora non avevo mai fatto viaggi all'estero senza la mia famiglia, e inizialmente sono stato trasportato dalla paranoia di compiere questo viaggio in solitudine circondato da altri trentanove ragazzi che non conoscevano nemmeno la mia lingua e tantomeno i miei costumi; sono sempre stato una persona socievole, ma queste prospettive mi spaventavano.
Già dal primo giorno tutte queste mie paure sono scomparse. Ho fatto subito amicizia con moltissimi ragazzi e nel giro di pochi giorni quelle persone le reputavo parte di me. Eravamo diventati una grande famiglia. 40 fratelli di 18 nazionalità diverse. Abbiamo condiviso tutto, risate, lacrime, paure, ansie, con alcuni addirittura il letto e con altri ancora i vestiti. Queste esperienze possono davvero cambiare una persona. Nessuno era mai riuscito a cambiarmi così tanto in così poco tempo. Nessuno era mai riuscito a farmi esprimere le mie emozioni così apertamente senza paura dei giudizi e nessuno mi ha mai fatto stare così bene. Ho imparato a conoscere me stesso, ho imparato a relazionarmi con persone di culture diverse dalla mia, ho imparato nuove lingue e ho perfezionato il mio inglese; tutto questo grazie a loro. Ciò che ha reso indimenticabile questa vacanza sono state le attività proposte dal Lions Club, dalle visite guidate dei musei, delle città, continuando con le attività sulla spiaggia, con la giornata allo zoo, quella al parco divertimenti, con i balli e i canti diventati simbolo della vacanza, con il Lions Quest, concludendo poi con la cerimonia di chiusura. Il Lions Quest, guidato dai membri del Lions Club locale, mi ha aperto molto la mente su concetti e stereotipi cui la gente ormai non fa più caso. Abbiamo fatto relazioni sulle varie forme di discriminazione e attraverso dei giochi ce le hanno fatte provare sulla nostra stessa pelle e penso che lo scambio giovanile serva soprattutto a questo: abbattere i pregiudizi.
Solo condividendo tutto ciò che si possiede con gente di altre nazionalità, si riesce davvero ad abbattere quelle barriere che la nostra mente costruisce di fronte alle altre culture. Le uniche leggere pecche di questa fantastica esperienza sono una scarsa supervisione: di fatto, i responsabili del campo erano degli amici per noi, ciò ha aiutato a creare un legame più profondo, ma concedendo qualche libertà di troppo per chi volesse usufruirne in danno del campo e della bellezza dell'esperienza stessa.In conclusione, questa è stata una delle esperienze migliori della mia vita, se non la migliore, mi ha aiutato ad aprire la mente, espandere i miei orizzonti e conoscere persone che non voglio dimenticare mai più. Vorrei ringraziare vivamente il Lions Club per questa fantastica esperienza che mi ha offerto e tutte quelle persone che lo hanno reso speciale, in particolare Giacomo, Francesco e Soren, i miei compagni di stanza, tutti i membri della “chief”, Nerea, Sofia, Ghali, Guy, Moritz, Maximiliane, Sasha, Gustaw, Olya, Alina, Yiolanda, Naya e Zsofia che sono riusciti a prendere per sempre una parte nel mio cuore, e anche a farmi piangere, l’ultima notte, riuscendo a vedere anche la mia parte più debole, di cui nemmeno io conoscevo l’esistenza.
Grazie.