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ITALIA: what else?

La mia esperienza in Norvegia è accaduta per caso. Infatti quando compilai il modulo datomi da una leader dei Lions non avevo scelto come opzione la terra dei fiordi, bensì paesi più simili all'Italia, sia dal punto di vista paesaggistico che dal punto di vista climatico. Per questo quando mi hanno comunicato che un'altra ragazza della mia città che sarebbe dovuta partire per la Norvegia aveva rifiutato e mi chiesero se volevo sostituirla ed andare io al suo posto, esitai all'inizio e non dissi subito di sì. Ma poi, ripensandoci, mi resi conto della grande opportunità che questa associazione mi stava offrendo ed accettai.
La nostra prima tappa fu Vangen dove alloggiammo in una tipica cabina norvegese, nelle vicinanze di Oslo. Qui ho incontrato quella che poi sarebbe diventata la mia compagna di stanza per tutto il campo: Marta, una ragazza originaria della Croazia alla quale mi sono legata molto. 
Appena arrivati all'aeroporto vidi subito i leaders dei Lions lì ad aspettarmi con alcuni ragazzi del campo che erano già arrivati. Ci presentammo e, superato l'imbarazzo iniziale, abbiamo cominciato a fare amicizia e a conoscere ognuno un po' della vita degli altri. 

L'intero gruppo era formato da altri 23 ragazzi oltre a me provenienti da paesi di tutto il mondo tra cui Giappone, Messico, Francia, Polonia, Germania, Stati Uniti, Turchia, Israele, Belgio, Ungheria, Grecia, Croazia, ecc.. 
Arrivati alla cabina trovammo i leaders più giovani ad accoglierci: Sander, ragazzo serio ma dall'aria simpatica, Minda, una ragazza semplice ma allo stesso tempo sempre disponibile e gentile, e le più giovani, Eva, quella che poi mi avrebbe ospitato dopo il campo e Kjersti, la sorella minore di Sander. 
Sono stati loro coloro che ci hanno accompagnato durante la prima settimana del campo. Grazie a questi ragazzi, seri e diligenti ma che al momento giusto sapevano anche scherzare e divertirsi insieme a noi (anche per i pochi anni di età che ci dividevano), abbiamo assaporato la vera vita dei norvegesi, grazie alle tradizioni e ai costumi di questa nazione che loro ci hanno trasmesso. 
Abbiamo visitato il Royal Castle di Oslo e l'Akershus Castle, tipici castelli norvegesi, ma abbiamo alternato a queste visite guidate anche momenti di discussione per riflettere su alcuni importanti temi e per conoscere meglio se stessi e gli altri. Non solo, abbiamo inoltre partecipato a varie attività divertenti e di svago, come ad esempio la canoa, il rafting, il parco divertimenti Hunderfossen e il climbing park, parco di arrampicata, il falò e la Norway Cup, ovvero un torneo internazionale giovanile di football, oltre che alla festa di compleanno di Lotte, la ragazza dei Paesi Bassi, per i suoi 18 anni.


Tra un'attività e l'altra abbiamo imparato a preparare il "matpakke", quella che è diventata subito una delle parole chiave del nostro campo! Si tratta del tipico sandwich che i norvegesi sono soliti portarsi dietro durante le proprie gite fuori porta.
Durante il nostro soggiorno nella nostra cabina a Hafjell due signore leaders ci hanno raggiunto, Hanne e Nina. Insieme a loro e a Ketil e Tore, altri due organizzatori del campo, abbiamo cambiato di nuovo cabina (Elvesaeter cabin) e ci siamo avvicinati sempre di più al centro della Norvegia dove abbiamo dedicato una giornata a scalare il monte Galdhøpiggen, la cima più alta della Norvegia e di tutto il nord Europa. Devo ammettere che non è stato facile arrivare in cima ma, una volta raggiunta la vetta, il panorama era mozzafiato!
Dopo questa eccitante esperienza era arrivata l'ora di conoscere le nostre host family, anche se io conoscevo già la mia. Infatti sarei stata ospitata insieme ad un'altra ragazza, Margaret di origine ungherese, da Eva, una delle due youth leaders e da suo padre, Tore. 
Abbiamo trascorso soltanto tre giorni in famiglia, ma non è servito molto tempo per capire che Eva e Tore sono due persone fantastiche che mi hanno fatto sentire subito a mio agio. 
L'ultima sera che abbiamo trascorso tutti insieme ci siamo salutati con una cena a buffet dove ogni ragazzo ha preparato un piatto tipico del proprio paese, ed io non potevo non preparare il tiramisù, il dolce italiano per eccellenza.
Dopo due settimane vissute insieme è stato difficile salutare tutti i nuovi amici che ho conosciuto durante questa esperienza. Anzi, più che amici, ho incontrato una seconda famiglia!
Voglio ringraziare i membri dei Lions, sempre gentili e disponibilissimi, per l'opportunità che mi hanno dato di aver vissuto questa bella esperienza.
Sono stata benissimo e il paese e la gente hanno superato di gran lunga le mie aspettative. 
Eravamo un gran gruppo, ci siamo divertiti e ho imparato cose nuove da ragazzi di varie parti del mondo. 
Grazie ancora, grazie Lions per questa esperienza di vita!