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ITALIA: what else?

23 luglio, si parte! Direzione Praga, Repubblica Ceca.
Le hostess hanno già iniziato a parlare una lingua incomprensibile ma io sorrido e siedo al mio posto, allaccio la cintura e inizio a guardare fuori dal finestrino. Pensavo: ma dove sto andando? L’unica cosa che conosco riguardo la Repubblica Ceca è … ah no, non ne so nulla!
I passeggeri del volo erano per il 50% spagnoli, per l’altro 50% cinesi e poi la sottoscritta. Decolliamo ed atterriamo nel giro di un’ora e all’aeroporto c’è già la mia host family che mi aspetta, con un cartello di benvenuto in mano e un sorriso enorme sul volto.
La mia famiglia abita a quattro ore di auto da Praga, quindi contavo moltissimo sul fatto di poter rimanere in città il giorno stesso. Fortunatamente suppongo di aver trovato la migliore famiglia che poteva capitarmi perché fin da subito hanno iniziato ad esaudire, inconsapevolmente, molti dei desideri che avevo per quella settimana di permanenza con loro.

Praga è, semplicemente, fa-vo-lo-sa!!. L’unica cosa che mi sento di dirvi è: andateci se non ci siete mai stati perché ogni cosa a Praga (birra compresa) ha un gusto magico ed una particolarità che solo questa città sa offrire.
I giorni successivi sono passati velocemente, forse anche troppo, tra Kolace, sole e tante risate.
Ho riscoperto un modo di vivere più rilassato e semplice rispetto ai ritmi vertiginosi a cui ero abituata a casa.
Svegliarsi con la luce del sole, non sentire il rumore delle autovetture, fare due passi fuori casa con l’aria fresca che ti accarezza il viso... I giorni successivi siamo andati a raccogliere funghi nel bosco vicino alla casa della host family assieme a Meggie, il loro cane, ed anche ho provato l’ebbrezza di andare a cavallo: Alan, questo è il nome del cavallo, ed io siamo diventati subito amici. Ho conosciuto alcuni loro parenti che mi hanno accolto calorosamente con un barbecue in giardino, abbiamo inoltre visitato alcune città dei dintorni e cioè Opava ed Ostrava, ed infine abbiamo passato un’intera giornata in montagna, tra sentieri, piccole cascate e ponticelli pericolanti.
Mi sono divertita tantissimo anche al Mladenecka, un festival che coinvolge l’intera città e che inizia alla mattina presto e finisce la notte tardi con un concerto all’aperto. La particolarità di questo festival è che tutti i ragazzi non sposati del posto devono sfilare per le vie principali della città in giacca e cravatta. Ho subito pensato: ragazzi single di tutto il mondo unitevi e festeggiate!! Ah ha ha…fantastico!!
Quel giorno devono avermi presentato all’intera città, non smettevo più di sorridere e di dire “dobrý den” a tutti quanti: sembravano davvero sorpresi ed entusiasti di avermi tra di loro, anche se non capivo nulla di quello che mi dicevano, ovviamente…!
La mia host sister, Tereza , mi aveva riferito che tutti mi avevano scambiato per sua sorella inizialmente, data la somiglianza che esisteva tra di noi. Purtroppo non ho avuto il piacere di conoscerla nella mia permanenza in Repubblica Ceca, dato che in quei giorni era in un campo Lions americano.
Un altro momento bellissimo della mia permanenza è stato in occasione del picnic a casa del presidente Lions del club locale durante il quale ho incontrato alcuni dei ragazzi che sarebbero venuti con me al campo in Slovacchia. E’ stato allora che ho capito quanto pazzoidi (in senso assolutamente positivo) sono i cechi: su due piedi hanno organizzato un gioco a squadre per il quale dovevamo vestire e truccare una persona a nostro piacimento con quello che si trovava a disposizione in casa.
Il mio gruppo ha ideato la nuova collezione 2017 di Armani, creando un vestito alieno-vichingo con dei dischi. Ho passato davvero un piacevole pomeriggio e nemmeno la pioggia battente ha potuto fermarci !.
Per tutta la settimana che ho passato in Repubblica Ceca ho mangiato davvero con gusto dato che la mia host mother cucinava benissimo ed anche i piatti tipici che ho avuto modo di assaggiare in ristorante erano davvero ottimi.

Il 31 luglio, assieme ai ragazzi che erano ospitati presso le famiglie della zona dove abitavo, siamo partiti in treno per raggiungere Bratislava, dove ci aspettavano alcuni membri del lions della Slovacchia per accompagnarci al campo.
Nel pomeriggio siamo così arrivati in una pensione vicino alla città di Modrà, che sarà il nostro alloggio per il campo.
Il primo giorno lo abbiamo passato a sistemarci nelle camere, ad aspettare che tutti arrivassero e quando siamo stati al completo abbiamo preso parte alla cerimonia di apertura del campo (in lingua slovacca, purtroppo!).
Prima regola del campo: sorridere sempre e comunque anche se qualcosa non vi va a genio!!.
Poteva sembrare anche una bella regola se non fosse che in verità sottintendeva: quando andrete a conoscere i vari sindaci delle città vicine voi sorridete sempre in modo da far vedere che vi state divertendo da pazzi, quando qualcuno del mio distretto Lions viene al campo voi sorridete sempre che così faremo bella figura, quando faremo le circa quattrocento foto di gruppo voi sorridete sempre per far capire che tutto funziona e così, quando vi porteremo a vedere musei, di cui non capirete nulla perché le informazioni sono solo in lingua slovacca, non importa… voi dovrete sorridere.
Il campo non era iniziato nel migliore dei modi, dato che ricordava molto un regime di dittatura: eravamo praticamente rinchiusi in questa pensione che aveva sì un giardino stupendo con tanto di luogo per fare il falò, ma non potevamo andarci da soli.
Le prime sere ci chiudevano letteralmente a chiave dentro la pensione e non potevamo nemmeno stare nell’area comune dopo le dieci perché ci spedivano in camera a riposare e quindi, se a qualcuno faceva piacere prendere una boccata d’aria, non poteva farlo.
La prima sera al campo, dopo che tutti gli ospiti erano arrivati, fummo divisi in team, ognuno capitanato da un ragazzo del posto che parlava sia inglese che slovacco. Questo principalmente serviva perché l’organizzatrice Lions del campo non parlava inglese e quindi necessitava di un traduttore istantaneo ogni volta che apriva bocca e credetemi: lo faceva anche troppo spesso…
Purtroppo era il primo campo che organizzavano e forse non erano preparati a gestire quaranta ragazzi. La forte sensazione che ho avuto è stata che il loro principale intento fosse di promuovere la loro immagine di Lions all’interno del distretto, piuttosto che garantire la migliore ospitalità ai ragazzi.
Non puoi pensare di portare dei ragazzi a visitare un luogo con il solo scopo di fare una foto di gruppo, non è ipotizzabile deviare dal tragitto principale solo perché devi far visita e consegnare la maglia dei Lions ad ogni sindaco dei paesi limitrofi oppure svegliare tutti i ragazzi alle 7 di mattina per fare una gita al lago (in realtà poco più di una pozza d’acqua…), della serie “toccata e fuga”, e poi tornare velocissimamente al campo senza aver pensato di organizzare qualcos’altro per il resto della giornata !!
Ci era stato consegnato un programma giornaliero delle attività, prima della partenza, dove era scritto che avremmo fatto un’uscita in rafting, che avremmo passato una giornata con i cani guida per ciechi e che avremmo avuto a disposizione una giornata intera per poter cucinare i piatti tipici del nostro paese. Bei propositi, oh no?
Le cose invece non sono andate proprio così, perché qualcuno degli organizzatori ha cambiato il programma all’ultimo momento, almeno così ci hanno detto… quindi la giornata di rafting non l’abbiamo fatta e si è trasformata in una foto di gruppo vicino ad un percorso di rafting e quando ci hanno portato a vedere i cani guida (due ore di pullman all’andata e due ore al ritorno…), abbiamo stazionato una decina di minuti ad accarezzare tre cani in un giardino, ci sono state date alcune spiegazioni in lingua slovacca (???) e poi abbiamo posato per l’immancabile foto di gruppo….
Il gastro-day è stata una sciagura dal punto di vista organizzativo dato che tutti i ragazzi sono stati costretti a cucinare simultaneamente in una cucina piccolissima e con pochissimi fuochi a disposizione: era previsto che dovessimo assaggiare i cibi nazionali a pranzo, ma poiché non era possibile in tre ore cucinare tutto abbiamo iniziato a pranzare alle quattro di pomeriggio. Fosse bastato questo ma si è aggiunto anche il fatto che i Lions delegati a presenziare all’evento pretendevano di dover assaggiare per primi tutte le vivande prima di permetterci di iniziare il pranzo: li abbiamo guardati come normalmente si fa con le persone “fuse di testa” ed abbiamo contravvenuto a questo protocollo iniziando a mangiare ugualmente.
Purtroppo la carenza di organizzazione del campo ha raggiunto l’apice durante uno degli ultimi giorni, contribuendo anche a creare un clima di tensione immotivata tra noi ragazzi: arrivati a Bratislava alla mattina, camminiamo in gruppo per alcuni minuti, attendiamo di incontrare un’amica della nostra direttrice del campo e poi le due ci abbandonano per andare insieme altrove, dicendoci che avremmo avuto a disposizione trenta minuti di tempo libero per fare quello che ci pareva…. Quella è stata l’ennesima riprova dell’improvvisazione che ha regolato la nostra permanenza al campo dato che le due non avevano alcuna idea di cosa farci fare e di conseguenza abbiamo preferito rientrare alla pensione piuttosto che ciondolare a caso nella periferia di Bratislava.

Tuttavia, nonostante gli aspetti negativi che ho sopra menzionato, sarei bugiarda nel dire che l’esperienza è stata noiosa e deludente: tutt’altro!! I ragazzi slovacchi che ci hanno assistito durante la permanenza e la direttrice della pensione si sono rivelati le più belle e pazienti persone che potessimo incontrare, gli alloggi erano puliti e molto comodi e… la birra slovacca è veramente buona (oltre che economica…)!!!.
Fra i momenti migliori ricordo alcune belle escursioni in montagna, un giro in pulmino per Bratislava con l’audio guida, alcune serate divertenti: una con il karaoke, un’altra con la festa di carnevale improvvisata ed infine una tutti insieme intorno ad un falò sotto le stelle.

La compagnia degli altri ragazzi al campo è stata fantastica, abbiamo legato davvero molto, tanto che, a distanza di due mesi, abbiamo voluto rivederci in quindici organizzando per nostro conto un altro soggiorno a Praga.
In questa esperienza, per certi versi non propriamente soddisfacente, ho avuto la fortuna di stringere delle amicizie che mi auguro possano davvero durare per sempre: ci teniamo tutti in contatto con il gruppo WhatsApp e stiamo già programmando una nuova riunione in Italia durante la prossima estate.
Mi auguro di cuore che questa prima edizione del campo slovacco sia stato utile ai Lions del posto come esperienza per migliorare nei prossimi anni e che le osservazioni che abbiamo fatto durante le due settimane di permanenza possano divenire fruttuose per rendere un miglior servizio a coloro che verranno come ospiti dopo di noi.
In conclusione, cari amici, se avete l’opportunità di andare con gli scambi giovanili in Repubblica Ceca non lasciatevela sfuggire: d’altro canto, la famiglia che mi ha ospitato è stata stupenda, i luoghi sono meravigliosi, le persone di altri paesi che ho avuto modo di conoscere si sono rivelate fantastiche … e se il campo non è stato organizzato al meglio, sono sicura che lo sarà nei prossimi anni !!
Alcune foto del campo:

#teambuilding

#carnivalparty

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