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ITALIA: what else?

La prima parola che mi viene in mente pensando all’India è incredibile.
Ma inizierò dal principio. Sono partita per l’India in una torrida serata di luglio. Dopo uno scalo a Londra e un viaggio di 9 ore sono atterrata a Mumbai, città che ha ospitato la prima parte del mio exchange. Ad attendermi, oltre al camp director Abbishek, c’era Ila, la mia hostmum. Devo dire che ero davvero agitata, nonostante questo sia stato il mio secondo scambio (l’anno scorso sono stata in Messico), non sapevo come approcciare la mamma. Ci ha pensato lei a mettermi a mio agio, abbracciandomi, tracciandomi un segno rosso sulla fronte e mettendomi al collo una collana di fiori. Poco dopo ho conosciuto Aditi, la mia hostsister. I dieci giorni trascorsi in famiglia sono stati meravigliosi. Mi sono sentita amata e accolta in un modo davvero speciale. Ho passato la maggior parte del tempo con Aditi che mi ha mostrato Mumbai, la sua città, facendo particolare attenzione alle mie esigenze. Sapendo che amo l’arte e il teatro, la famiglia Tyagi mi ha portato a vedere musei, gallerie e addirittura a vedere uno spettacolo teatrale. Ila e Aditi mi hanno fatto davvero sentire a casa anche in un Paese così diverso e lontano. L’impatto con la realtà indiana è stato addolcito dalla loro premura e gentilezza, ma comunque si è fatto sentire.

L’India è un Paese completamente diverso dal nostro. Le prime cose che ho potuto notare appena uscita dall’aeroporto sono state la guida sulla sinistra e le strade molto caotiche. Per cominciare, le mucche sacre girano indisturbate sia in autostrada che in centro, non è raro vedere anche maiali e scimmie. Poi gli indiani hanno un vero amore per il clacson, lo suonano sempre, anche se si è in coda fermi. Il traffico a certe ore impazzisce e così non diventa strano impiegare ore e ore per spostarsi all’interno della stessa città, magari tra quartieri limitrofi. Il popolo indiano ama camminare scalzo, soprattutto in casa e al tempio, ma non mi sono mancate occasioni per vedere camerieri o commessi lavorare a piedi nudi.
Insomma è una realtà davvero diversa e variegata. Ad esempio l’Induismo è la religione più praticata ma sul territorio sono presenti anche moltissimi Musulmani, Cristiani, Buddhisti, Jainisti, Sikh e atei. È uno spettacolo vederli camminare tutti sulla stessa strada o mangiare allo stesso ristorante.
Sono rimasta incantata sorpresa dalla bellezza e dall’eleganza delle donne indiane. Sempre colorate, ma sobrie, con una camminata fiera ed elegante, qualunque posizione sociale avesse.

Ad una festa durante l’home staying con un saari della mia host mum


Terminata l’esperienza in famiglia sono partita per il Camp itinerante. La prima destinazione è stata Kolad, un paesino con poche centinaia di abitanti a sud di Mumbai. Qui abbiamo avuto modo di esplorare la selvaggia natura indiana grazie alle avventurose attività proposte e conoscerci meglio. A causa della stagione monsonica, e della mancanza di copertura telefonica l’inizio non è stato dei più facili, a me personalmente è servito un po’ di tempo per ambientarmi. Tuttavia ciò non mi ha impedito di apprezzare il rafting o le passeggiate sospese tra gli alberi.
Dopo il campeggio a Kolad ci siamo trasferiti a Pune, città poco più piccola di Mumbai nel sud del Maharastra. La permanenza è stata ricca di visite culturali e impegni istituzionali. Siamo rimasti davvero colpiti dal calore dei Lions locali. Presto siamo ripartiti in aereo alla volta di Delhi, la capitale dell’India. Qui abbiamo trascorso una giornata di visite turistiche e una di visite istituzionali presso scuole e centri Lions.
Dopo soli due giorni abbiamo preso un autobus diretto ad Agra. A questo punto del viaggio è arrivato il momento forse più atteso: la visita al Taj Mahal, qualcosa di indescrivibile, non a caso una delle meraviglie del mondo moderno. 
Il nostro camp è subito ripartito per Jaipur, la città rosa, un vero gioiello del Rajasthan. I Lions del posto sono stati davvero ospitali e ci hanno portato al bazar della città dove abbiamo potuto fare acquisti tipici. Queste è stata veramente un’esperienza unica e indimenticabile. I bazar sono qualcosa di meraviglioso, soprattutto per chi ama lo shopping! Da Jaipur ci siamo spostati in una cittadina chiamata Sikar e da lì a Mumbai per gli ultimi giorni.

Su un cammello a Delhi con Camille, un’amica francese

Un viaggio del genere, o meglio, un’esperienza del genere non è sempre facile.
Mentirei se non menzionassi questo aspetto, serve spirito di adattamento. Ci sono stati momenti di difficoltà nell’approccio ad una cultura così diversa, altri legati alla lontananza da casa e alla latitante linea telefonica, altri ancora al cibo e alle abitudini alimentari (gli Indiani sono prevalentemente vegetariani). Tuttavia è stata un’esperienza unica e meravigliosa, tale soprattutto grazie alla mia magnifica famiglia ospitante che ringrazio infinitamente e, naturalmente, grazie al Lions Club. Ho visto veri gioielli architettonici e fatto esperienze pazzesche che probabilmente non farò mai più. Ho avuto dei compagni di viaggio unici e simpaticissimi senza i quali questo viaggio non sarebbe stato lo stesso.
Chiudo ringraziando dal profondo il Lions Club per questa strepitosa e irripetibile esperienza, occasione di crescita personale e di arricchimento.

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