La mia permanenza in famiglia è stata ottima dal punto di vista dell’ospitalità: mamma, papà, figlioe soprattutto la nonna mi hanno viziato non facendomi mancare nulla e in particolar modo il ciboche, nonostante lo yogurt sulla pasta e i pomodori a colazione con il formaggio, non è proprio da buttare.
Dal punto di vista dello svago un po’ meno poiché, da quanto ho potuto capire e constatare,il figlio della famiglia non è che avesse tante amicizie e alla sera, quando si usciva, si andava fuori col padre!!!
Ma in fondo mi sono divertito ugualmente anche perché erano loro ad offrirmi da bere sempre.
Comunque la famiglia è stata disponibilissima nei miei confronti facendomi visitare tutta lacittà e i suoi dintorni.Il campus è stato uno spasso: lo staff era giovane e molto socievole, in particolar modo, quando allasera si andava a fare un giro per il centro di Istambul tra i vari pub a bere.
Per quanto riguarda la compagnia essa era composta solamente da 11 persone rispetto alla quarantina dell’anno scorso,nonostante ciò mi sono divertito ugualmente se non di più. Per esempio, l’ultima sera abbiamoorganizzato a sorpresa un “goodbye party” nella foresta del campus per lo staff e più o menoognuno di noi ha cercato di preparare una specialità tipica del proprio stato con le cose che avevamocomprato di nascosto durante lo stesso giorno: la spagnola ha fatto la sangria, l’ucraino ha portatouna specie di wodka che si era dimenticato di avere in valigia e noi italiani volevamo cucinare lapasta, ma la cosa era assai complicata e ci siamo dovuti accontentare di fare degli assaggini con idiversi sughi.
Unica nota negativa è stato il programma: fin dal primo giorno è stato tutto unsusseguirsi di problemi, di cambiamenti, di inceppamenti, di inutili attese e problemi vari i qualihanno modificato una buona parte del programma.
Rispetto allo scorso anno, e questo devo dirlo, ho stretto amicizie più solide forse a causa dell’esiguo numero dei componenti del gruppo; ho conosciuto di più sia le persone che le regioni dacui provenivano e, di conseguenza, mi sono potuto confrontare su problemi sociali internazionali e locali che riempiono, giornalmente, le pagine dei quotidiani e si risolvono o si intendono risolvere; e di questo ne sono felice.