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ITALIA: what else?

L’esperienza di quest’estate è stata certamente da ricordare, perché “ quando ti ricapita di andare all’estero un mese da solo”. 
Sono partito dall’ aereoporto di Bologna insieme ad altri due ragazzi italiani e ho trascorso con loro il viaggio di andata, ma anche di ritorno, senza difficoltà. 
Arrivato a destinazione, in Nord Dakota, sono stato accolto dalla prima host-family. Qui ho avuto la possibilità di alloggiare per una settimana. Tony e Greg (genitori di due piccoli e simpatici bambini) abitano sulle rive del Missouri. Il paesaggio circostante è fantastico. La luce del sole si specchia sul fiume. Il fiume è molto frequentato da piccole imbarcazioni che a volte praticano “tubing”. La sera spesso facevamo il fuoco e restavamo a parlare fino a tardi. La cosa che preferivo era fare colazione.. mangiavo pancake fino a quando non ero sazio. 
Queste due persone mi sono piaciute molto perché erano molto attivi. 

Purtroppo nella seconda host-family non mi sono divertito molto. Quest’ultima era composta da madre e figlia: vedevo la madre solo poche ore alla sera e la figlia restava sempre in casa al computer o a guardare programmi televisivi su Harry Potter, senza far caso a me.
Però una cosa positiva era quella di abitare sull’altra riva del Missuri nella città di Mandan. 
La terza settimana è stata la migliore. 
Mi sono spostato da Bismarck al Canada con un viaggio in auto di otto ore, insieme ad un istruttore del campo youth exchange di nome Chuck. Lui è simpaticissimo come tutti i ragazzi che ho conosciuto. Al campo potevamo fare qualsiasi cosa: giocare a football americano,calcio, ping-pong.
Ho fatto amicizia con tutti i ventuno ragazzi, con alcuni dei quali sono in contatto attraverso MSN.
Devo assolutamente descrivere il campo.
Dormivamo in stanze da due, poste di seguito: si poteva parlare mentre eravamo a letto.
Fantastico era ritrovarsi in bagno tutti assieme alla sera nel caos totale: fra chi cantava sotto la doccia, chi si lavava i denti e chi scherzava non si capiva niente.
Ci muovevamo in autobus per le visite ai musei oppure per la visita del parlamento di Regina, cantando a voce alta.
La sveglia era alle sette e mezza: a colazione si vedeva di ogni.
Facce sconvolte, ragazzi in pigiama perché ancora in preda al sonno: alcuni saltavano la colazione per dormire un po’ di più.
Con rimpianto sono tornato alla seconda famiglia per pochi giorni, ma la situazione non è migliorata, nonostante chiedessi di fare qualcosa durante la giornata.
Gli ultimi due giorni sono finalmente tornato alla prima host-family, dove le cose erano diverse.
Anche se è stata un’esperienza unica, ero contento di tornare a casa.
Una considerazione sul cibo: in Italia si mangia meglio.