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ITALIA: what else?

Aver fatto un viaggio all’estero, così lontano da casa, è stata un’esperienza bellissima, emozionante e al tempo stesso spaventosa.
Ho viaggiato da sola e in aereo per la prima volta, quindi non sapevo di preciso cosa mi aspettasse e soprattutto quali sarebbero state le mie emozioni.
Cercavo di immaginare qualcosa un po’ per curiosità, un po’ per prepararmi a condividere questa esperienza con persone che conoscevo solo via e-mail, ma nulla è coinciso con i miei pensieri.
Durante il viaggio per il Texas ero emozionatissima e sull’aereo ho conosciuto molte persone Americane che hanno aiutato me, e un altro ragazzo svizzero nelle mie stesse “condizioni”, a compilare il visto per gli Stati Uniti e ho ricevuto informazioni più dettagliate sulla dogana.

Il viaggio è andato benissimo e all’aeroporto la mia prima famiglia mi ha dato un caloroso benvenuto. Sono stata ospite di una coppia di 54 e 55 anni, entrambe impiegati, senza figli e lui è membro di un Lions Club.
Ho conosciuto anche altre due ragazze, ospiti anche loro e provenienti dalla Francia e dalla Germania. Abbiamo passato i nostri 18 giorni sempre insieme e abbiamo instaurato un buon rapporto sin dall’inizio. In questo periodo ho avuto la possibilità di essere “scorazzata”, sulle lunghissime highway, in tutta la parte nord e ovest del Texas. Ho notato  che tutte le città sono diverse tra di loro.
Ad esempio ho dormito una notte nei canyon di Amarilli, ho potuto vedere i parchi pieni di verde di Midland e il deserto lungo l’autostrada verso il New Mexico. Il Texas è uno Stato così grande, che ho potuto ammirare la sua moltitudine di paesaggi. Varie volte sono stata ospite di diversi Lions Clubs per presentare me, la città e il Paese da dove vengo. È stato un po’ come essere il “rappresentante della propria bandiera, e ho notato con piacere che non solo per me era tutto nuovo, cercando di scoprire piano piano le nostre differenze, ma anche io per loro sono stata una “novità”.
Ho suscitato qualche curiosità, infatti mi sono state poste domande sull’Italia, ma in particolare di Roma. Mi è anche stato chiesto di cucinare un piatto tipico italiano. Ho cercato di rispondere a tutte le domande possibili e mi sono divertita a preparare e spiegare cosa fosse la “Pasta alla Carbonara”. Tutte le persone che ho incontrato sono state molto ospitali, gentili e soprattutto mi hanno fatto sentire a casa dal primo momento, dandomi molto affetto. La particolarità del West Texas, è che la maggior parte delle persone indossa blue jeans, stivali e cappello texano anche per andare a lavoro in ufficio. Non fanno caso alla distanza tra due città, sono sempre “on the road”, anche per quattro o cinque ore, e cantano sempre canzoni country.
Oltre la parte ovest ho avuto la fortuna di visitare anche la parte orientale e meridionale dello Stato, che è completamente diversa dall’altra. Infatti ci sono pochi ranch e ci sono le città più grandi. Anche la mia seconda famiglia era completamente diversa dalla prima. Infatti la coppia era più giovane di qualche anno, con due figli di 18 e 20 anni, una bimba di un anno e mezzo e un’altra bimba arrivata i primi di settembre. Anche un’altra ragazza, proveniente dalla Finlandia, era ospite nella stessa casa. Ci siamo divertite in uno dei più grandi Luna Park del Texas, chiamato “Six Flags” e si trova a San Antonio. Ho visitato le città più importanti come Austin, Houston e Dallas e mi sentivo un po’ come una formica guardando i grattacieli. Ho fatto shopping in uno dei più grandi centri commerciali texani, chiamato la “Galleria” e si trova a Dallas. Purtroppo i giorni sono passati velocemente, forse anche troppo, e si finisce per affezionarsi alle persone.
Ho ancora contatti con entrambe le famiglie e altre persone con cui ho condiviso le mie emozioni, con la speranza di incontrarci ancora un giorno. Il viaggio di ritorno è stato un po’ problematico a causa dei terroristi a Londra. Molti voli sono stati cancellati, molti hanno ritardato e c’è stato molto disagio. Sono stata costretta a cercare voli per l’Italia, differenti da quelli già stabiliti, per non rimanere una notte nell’aeroporto di Chicago, e a correre da un terminale all’altro dell’aeroporto do Dallas varie volte per non perdere i bagagli e cambiare destinazione.
Sono arrivata a Fiumicino nove ore più tardi dell’orario previsto, ma ero contenta di essere riuscita a mandare tutto per il meglio e per aver visto in prima persona ciò che la gente chiama “Il Sogno Americano”. Non è stata solo un’esperienza di scambio di cultura, vedere, scoprire e raccontare diversi stili di vita, o per migliorare la lingua, ma è stata anche una vera e propria esperienza di vita, salire quello scalino in più e per un periodo prendere contatti con il mondo e la realtà che ci circonda tutti i giorni. Ci aiuta a convivere con altre persone diverse da noi e soprattutto si impara a come comportarsi con loro. Inoltre anche le “disavventure” fanno parte dell’esperienza, e anche da esse non si finisce mai di imparare, soprattutto in quelle situazioni problematiche e difficili quando sei completamente sola.

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