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ITALIA: what else?

5 settimane: è quanto ho trascorso in California grazie al progetto “Lions Youth Exchanges”.
3 mesi: è quanto mi sembra di esserci stato. Non per noia, ma per quantità di cose viste e fatte, dal primo giorno, a 12 ore dall’arrivo (Universal Studios), fino a 8 ore dalla partenza (riunione Lions sugli ultimi periodi dell’organizzazione in generale).
L’organizzazione, l’affetto e la bravura delle famiglie, il gruppo di ragazzi trovato e la bellezza dei posti visti hanno reso questa vacanza la più bella che abbia mai fatto. Consiglio caldamente di visitare la California, in primis per il calore della gente del posto: si sentono in dovere di aiutare il turista per qualsiasi cosa. Parlando in particolare delle famiglie, non si può dire altro che questo: mi hanno fatto entrambe sentire uno di loro. Sia la famiglia di Yucaipa (non lontano da Los Angeles) sia quella di Pleasant Hill (nei pressi di San Francisco) sin dal primo giorno hanno fatto di tutto affinché la mia permanenza da loro fosse la più serena e confortevole possibile. Quando poi mia “sorella” di quando ero a Pleasant Hill mi ha proposto (senza che io avessi chiesto niente) di passare la giornata seguente con lei, il suo ragazzo ed altri 2 amici in giro per San Francisco facendo una giornata di vacanza americana con ragazzi americani, mi son sentito apprezzato a mia volta, e ciò mi ha dato grande piacere.

Delle esperienza fatte, nessuna è paragonabile a quella messicana: sebbene la sveglia alle 3 per uscire di casa alle 3 e mezza sembrava indirizzare la giornata verso una tragica conclusione, essa si è rivelata quella che ritengo la giornata più utile della mia vita. Arrivati a Tecate (prima cittadina messicana oltre la frontiera) e dopo aver assemblato i vari macchinari, verso le 9 abbiamo cominciato a lavorare (oltre a me, c’erano altri 5 studenti del programma: un tedesco, uno svizzero, un norvegese e 2 giapponesi): la nostra occupazione era l’utilizzo di macchinari che esaminavano i difetti della vista del paziente ed emettevano uno scontrino, che veniva incollato alla cartella della singola persona; con questo fascicolo il paziente si recava dall’oculista che esaminava il singolo caso con i dati elaborati dal macchinario e scriveva una sigla. A fine percorso, gli addetti leggevano la sigla scritta dall’oculista e regalavano al paziente un paio di occhiali da vista. In tutto abbiamo avuto tra i 300 e i 400 pazienti, che sono stati visitati da tutti noi dalle 9 alle 7 di sera; la sensazione di essere veramente utili per qualcuno era data dal fatto che si leggeva negli occhi dei pazienti la profonda gratitudine nei nostri confronti, e dunque benché siamo ritornati a casa all’una di notte e totalmente esausti, siamo tutti andati a dormire con la consapevolezza di non aver sprecato una giornata della nostra vita.

La giornata in Messico è ovviamente avvenuta nelle prime 2 settimane mentre stavo al sud a Yucaipa; durante i restanti giorni le più importanti locazioni visitate sono state gli Universal Studios (che come scritto prima ho visitato il primo giorno), Disneyland, Palm Springs, Hollywood con Rodeo Drive con il gruppo Lions, mentre con la famiglia e il ragazzo tedesco, Felix, che è stato ospitato con me, l’esperienza più divertente è stata sicuramente la nottata a Las Vegas: una città e un mondo a parte, fatto di (mettendo in climax) : barboni simpatici, con le richieste di denaro più simpatiche che abbia mai visto (es: ERO MILIARDARIO, POI MI SON SPOSATO..ED ECCOMI QUI), giocatori speranzosi, miliardari scialacquatori e proprietari di casinò con sorrisi a 64 denti. Vestendo i panni del giocatore speranzoso, ho provato anch’io a giocare alla roulette, ottenendo però risultati orribili. Ma non ero dispiaciuto, perché era una cosa che mi ero ripromesso di fare fossi mai andato nella città-casinò del Nevada, e anche perché la città in sé, fatta di mini Tour Eiffel, Colosseo, Sfinge eccetera lascia senza fiato dal primo istante all’ultimo.

La settimana al campo, collante fra le due settimane al Nord e le due al Sud, è stata ricca di incontri non solo tra persone, ma anche tra nazioni e culture diverse; mantengo ancora contatti con una ventina delle persone incontrate durante quei 7 giorni, e molto probabilmente ci vedremo a Firenze tra un paio di mesi se riusciremo ad organizzare.

Durante il periodo passato a Pleasant Hill, le ultime 2 settimane, i ricordi più intensi sono quelli legati ad Alcatraz. Un’esperienza tanto interessante quanto dura, in quanto si avverte ancora nell’aria quanto fosse difficile essere rinchiusi in quelle mura e in quelle minuscole celle; la regola numero 5, ricordata in tutti i poster e in tutte le guide, chiarisce quanto fosse rigida la vita dei carcerati: “Avete diritto a vitto, alloggio,indumenti ed assistenza sanitaria. Tutto il resto consideratelo un privilegio”. 

Gli altri ricordi delle ultime due settimane sono legati alla città di San Francisco (forse la più bella città in cui sia stato) con annesso il pranzo al “Buba and Gump shrimps”( il ristorante dedicato al celebre film con Tom Hanks) , ai vari Mall sparsi per la zona (giganteschi centri commerciali con oltre 100 negozi ciascuno), alla Napa Valley (dove ho potuto ammirare il contributo italiano alla nazione californiana: acri ed acri di vigneti finché occhio può vedere ed aziende vinicole a conduzione familiare ogni kilometro),a Berkeley (emozionante girare per l’Università e vedere quanto sia diverso il mondo universitario americano rispetto a quello europeo, anche solo per le locazioni), all’Auckland californiana (dove ho visto una partita del corrispettivo della Serie A di baseball, e tra parentesi, i miei “genitori” mi hanno informato del fatto che la squadra per cui ho tifato ha vinto il campionato e si appresta a disputare i playoff per vincere il titolo nazionale) e al museo di Schultz, celebre creatore delle strisce fumettistiche dei “Peanuts”, molto divertente e a tratti geniale.

Il programma Lions è stato fantastico, tale da permettermi di fare ogni giorno una nuova esperienza, sempre coinvolgente e a tratti anche istruttiva (come il Messico o anche solo il potersi incontrare e confrontare con ragazzi di altre Nazioni). Inoltre, 4 coppie di genitori ospitanti (non solo i miei dunque) mi hanno offerto di ospitarmi quando avessi avuto voglia di tornare, proponendomi di portarmi in luoghi che non ho ancora visitato (come il famoso parco di Yosemite) e quindi facendomi capire che la California ha da darmi ancora molto di più di quanto mi abbia dato in queste 5 settimane. Un grazie speciale al Lions Club di San Mauro torinese per avermi fatto partecipare a questo programma.