Quest'estate,cinque settimane di "Californian dream" un sogno appunto, di cui ora non rimangano che un fitto album di fotografie e ogni scontrino, ogni biglietto, ogni programma gelosamente custodito, quasi per non lasciare i ricordi sfilacciarsi e svanire nel tempo.Ho scoperto in poco più di un mese che il "Golden State" non è solamente un paradiso di spiagge e palme sottili, di surfisti e lucido oceano, ma possiede un'anima di grandi foreste, montagne e villaggi sperduti. Proprio in uno di questi paesini persi tra i boschi nord-californiani ho vissuto per le due prime settimane della mia esperienza americana. Non mi sono svegliata ogni mattina tra le follie di Las Vegas o i grattacieli di San Francisco bensì tra il profumo della California dei cercatori d'oro.
La mia famiglia americana era semplicemente composta da un'anziana e graziosa signora adoratrice di Bruce Springsteen e della pittura ad olio, ma attiva e moderna come una ventenne.
Non per niente siamo andate al cinema ad ammirare il suo idolo Johnny Depp, a fare follie negli immensi e americanissimi "shopping malls", e abbiamo chiacchierato come vecchie amiche sul suo terrazzo sotto tramonti strepitosi con una tazza fumante di tè alla vaniglia. Non sono ovviamente mancate le uscite tra giovani con altri ragazzi dell'organizzazione: swimming pool parties, barbecues, gite al fiume e visita a San Francisco, città di lucidi sottili grattacieli arroccati su un isola lagunare, primo barlume della California più conosciuta, più sognata, ma anche più turistica e caotica, come ho poi scoperto essere la California del sud , nelle mie ultime due settimane di soggiorno.
Mi è stato chiesto di descrivere "luci e ombre" della mia "Californian experience"... ecco forse l'unica vera ombra delle mie cinque settimane americane: il campo "in the middle of nowhere" (a detta di tutti) in cui gli studenti del programma hanno passato una settimana insieme, in attesa di incontrare la seconda famiglia.E' stato meraviglioso condividere una scheggia di vita con Finlandesi e Tedeschi, Giapponesi e Brasiliani, ma un po’ meno con topi in cucina, orsi e serpenti a sonagli nelle vicinanze e inoltre costretti ad attività infantili come realizzare collages o braccialetti di perline.Fortunatamente la seconda famiglia è stata una salvezza: genitori e figli ormai adulti, filippini (come tutta la comunità), di una gentilezza assolutamente fuori dal credibile!In due settimane io e le mie due compagne norvegesi siamo state coccolate, viziate e ci siamo divertite come mai avremmo potuto immaginare: Los Angeles, Beverly Hills, Santa Monica, Rodeo Drive, Las Vegas,,, e ovviamente tanto shopping!
Eccola finalmente la California "da stereotipo", non più bella o affascinante del nord, semplicemente così diversa, " another state" come mi è capitato di sentire; non più boschi di abeti sterminati, ma palme solitarie, non più greti di torrenti sassosi ma sabbia finissima.
Eppure, malgrado tutti i luoghi fatati che ho visitato, forse più che ai paesaggi di mare o di foreste, alle architetture d'avanguardia e alle luci dei parchi di divertimento, ora non posso fare a meno di pensare alle persone incontrate, da quelle incrociate per caso con cui ho scambiato solo uno sguardo o un fugace sorriso, ai veri e propri amici, ai familiari che fanno ora parte di un mio indelebile frammento di vita.