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ITALIA: what else?

Ho avuto la fortuna, prima ancora che la possibilità, di poter prendere parte agli scambi giovanili Lions nel Dicembre 2016, quando la mia scuola, il Liceo classico Tacito della mia città, Terni, ha deciso di bandire un concorso riguardante i giovani e le nuove tecnologie, in lingua inglese, proprio per collaborazione con il club locale e per permettere a due studenti meritevoli di prendere parte a questa straordinaria esperienza. Si trattava di un tema in inglese in cui esprimere la propria opinione circa i social network.

Ho chiamato l’esperienza straordinaria proprio perché si è trattato di un qualcosa di extra-ordinario, di fuori dal comune. Non avendo mai partecipato ad iniziative del genere, per me si è trattato di un mondo nuovo e pieno di responsabilità, e di conseguenza di una crescita, ancor prima di partire, sul piano organizzativo, in quanto io in prima persona tenevo i contatti con i membri organizzatori Lions della mia città e del mio multidistretto, e rispondevo alle mail per programmare partenze, arrivi, biglietti e host families. Dunque già si profilava un qualcosa di formativo, che poi si è concretizzato proprio nel corso delle tre settimane che ho trascorso in Finlandia. 

Il giorno della partenza ero ovviamente molto agitato, come lo è chiunque si appresta ad entrare in un contesto nuovo per la prima volta, ma ero anche determinato a crescere e a poter fare da messaggero della cultura italiana e del Lionismo in terra straniera. Di conseguenza, nelle prime due settimane, che ho trascorso in due diverse famiglie, entrambe affettuose e attente alle mie necessità, mi sono sentito un vero e proprio “ambasciatore”, e proprio nel segno del lionismo ho operato uno scambio culturale nel vero senso della parola, assorbendo molto senza mai trattenere niente di mio, ovvero rendendo consapevoli le persone, con le cui tradizioni sono venuto in contatto, del mio modo di vivere e delle mie abitudini sotto molti punti di vista, soprattutto quello della cultura alimentare, molto diversa tra Italia e Finlandia. Per il resto, mi sono immedesimato nella vita della famiglia, diventandone a tutti gli effetti un membro e partecipando alla vita in comune, cercando di apprezzare anche le cose più lontane dalle mie sicurezze, o che mi sembravano difficili da comprendere, ed è stato bellissimo e stimolante poter visitare luoghi meravigliosi insieme a loro, oppure assaggiare i loro piatti tipici e cucinare i miei, che avevo portato con me come pegno di cultura. E proprio in questo modo ho compreso che in me è avvenuta una crescita non solo sul piano della conoscenza ed apertura verso una nuova cultura, quella Finlandese, ma anche sul piano della consapevolezza della cultura da cui provengo, che ho scoperto essere così amata e così bella, riscoprendola con gli stessi occhi delle persone a cui la mostravo. Inoltre, la crescita è stata anche sul piano personale e di maturità, perché ho imparato a districarmi da solo in situazioni complesse, come negli aeroporti internazionali o, cosa forse più difficile, quando ho dovuto imparare a dire arrivederci, certo non addio, ma comunque non senza una punta di mestizia, alle persone con cui ho condiviso così tanto come i genitori e i figli delle mie famiglie.

Il camp poi, che ha occupato la mia terza ed ultima settimana di permanenza, si e rivelata un’ esperienza unica, dove la pluralità di culture dei ragazzi ha dato vita ad un vivacissimo sincretismo, svincolato dai pregiudizi e anzi aperto a tutte le particolarità di ciascun paese, con l’occhio curioso e spensierato che è simbolo e dono di questa nostra età adolescenziale. Durante i giorni, occupati totalmente da uscite ed attività, soprattutto visite turistiche nelle località contigue al campus oppure escursioni nella affascinante natura finlandese, ho intessuto legami di amicizia con molti ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo, anche loro portatori di esperienze e visioni del mondo diverse dalla mia, e proprio per questo stimolanti e curiose, oltre che meravigliose, come ho potuto apprendere dalle presentazioni che ciascuno ha fatto del proprio paese durante la permanenza. Ho addirittura rispolverato, dopo anni di latenza, il francese che avevo studiato alla scuola media, avendo in stanza con me un ragazzo proveniente proprio da Parigi!

Anche in questo caso si è trattato non solo di un arricchimento culturale, ma anche di una maturazione e responsabilizzazione personale, scaturita da una serie di attività di autogestione, come ad esempio la pulizia delle stanze o il mantenere in ordine le stesse. Non nascondo che l’ultimo giorno, quello della partenza per tornare in Italia, un pezzo del mio cuore è rimasto lassù nel nord del mondo, ma come ho già detto, ho imparato anche a saper dire arrivederci, e dunque quel poco di tristezza si è trasformato in entusiasmo e volontà di mantenere i contatti o addirittura rivedersi. A una settimana dal mio ritorno, ora che sono nuovamente nella mia cultura e ho ponderato la mia esperienza, mi sento di sicuro più completo e maturo, e quel pezzo di me che è rimasto in Finlandia, viceversa, continua a emettere ciò che nelle settimane vi ho seminato, e possibilmente coltivato, dimostrando così, e anzi essendo la prova, che l’ideale di unione e di multiculturalità perseguito dai Lions è un giardino sempre in crescita! 

Un ringraziamento a tutte le persone che hanno reso possibile tutto ciò.