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ITALIA: what else?

Dopo un viaggio durato tre voli e 2 ore di pullman mi sono ritrovata catapultata piacevolmente in un ambiente dominato dalla natura più selvaggia e pura: la Finlandia.
Certo mettere il piumino il 5 di luglio non era il massimo ma l’ambiente socievole creato all’interno del camp di Kittila (Lapponia) da tutti quei ragazzi di tutte le nazionalità era veramente un piacere non indifferente e questo alone di serenità l’abbiamo vissuta per una settimana andando in giro per la natura lappone che rappresenta la cerniera tra la taiga e la tundra illuminata perennemente dal sole estivo del nord.
Attività come ciclismo, scout, arrampicata, rafting ci hanno fatto apprezzare a pieno la realtà del luogo e anche la cultura della popolazione Sami che vive lì da secoli, allevando renne.
In questo paradiso solo una cosa disturbava spaventosamente: le zanzare che ci invadevano ogni volta che ci si avvicinava ai boschi.

Scoprire anche gli altri paesi attraverso le presentazioni serali è stato veramente interessante e ci ha unito ancora di più, conoscendoci sempre meglio.
Le altre due settimane le ho passate in una famiglia di Pudasjarvi, nella Finlandia centrale.
Una famiglia numerosa con i genitori Aki, Katariina e i tre figli Ada, Nicodemus e Alexander.
Purtroppo non ho potuto legare molto con loro anche per il fatto della lingua dato che i due bambini non sapevano l’inglese e la ragazzina era molto timida. In compenso il padre mi ha fatto sentire come a casa e la madre mi ha fatto visitare tutta la zona attorno alla cittadina.
L’ultima settimana ho seguito la famiglia dalla nonna a Tampere (700 km più a sud) permettendomi di visitare una delle città più grandi e importanti del paese e provando esperienze per me nuove come assistere ad una corsa di auto e andare ad un parco divertimenti con montagne russe scioccanti.
Sfortunatamente ho trovato che i Finlandesi stanno un po' perdendo la loro cultura ed identità nazionale, tendendo ad occidentalizzarsi come nel caso del cibo.
La cucina finlandese è molto semplice con pochi piatti ma veramente buoni, come la renna ed il salmone, ma per esempio la mia famiglia andava sempre al fast food, così come anche altre famiglie, perdendo la propria tradizione.

Ilaria 1
Personalmente trovo che due settimane all’interno di una famiglia siano troppe mentre al contrario una settimana al camp è veramente poca.
Consiglierei di fare l’opposto e passare più tempo al camp e tra i ragazzi.
Il viaggio e tutta l’esperienza sono state organizzate eccellentemente e mi sono trovata veramente al sicuro e “protetta” ovunque io mi trovassi. Devo ringraziare veramente tutti, dagli organizzatori italiani alla famiglia per questo viaggio incredibile.

KIITOS

Ilaria 2

 

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