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ITALIA: what else?

Avendo vinto un concorso locale indetto dai Lions ho avuto l'inaspettata quanto meravigliosa opportunità di poter partecipare ad uno scambio culturale che avrebbe coinvolto me e tanti altri ragazzi da svariate parti del mondo.
Non conoscevo ancora nessuno e questo contribuì non poco ad alimentare la mia curiosità quanto l'emozione che mi avrebbe accompagnato durante tutto il soggiorno in Danimarca.
Non ebbi paure, ansia, solo entusiasmo e impazienza di dare il meglio di me, come ambasciatore all'estero della mia grande nazione quanto pervicace curioso delle altre.
Non riuscii a contenere il sorriso incalzante appena vidi in aereoporto la mia host family, vi avrei trascorso una settimana insieme e questo mi parve come il preludio dei bei momenti che avremmo poi avuto.

Palle e Rikke, rispettivamente padre e madre hanno tre figli, Kathrine di 18 anni, Frederik di 17 e Nikoline di 13. Presto imparai a conoscere le loro abitudini familiari e a diventare parte integrante della famiglia. Mi resi conto della travolgente armonia che scorre in quella casa. Riso e battute sempre dietro l'angolo quale elemento essenziale per divertirsi. Non per niente i Danesi detengono il record quale paese più felice al mondo. Il segreto penso sia nell'accontentarsi, badate però, sono un popolo molto competitivo che cerca continuamente un modo per migliorarsi a livello personale e sul piano lavorativo. A dispetto di ciò sono grati di quel che hanno e considerano sacro il riposo quale ottimo momento per assaporare e godersi i piccoli piaceri della vita, quale possono essere un buon caffè leggendo il giornale all'aria aperta, oppure guardare un film tutti insieme con qualche snack sfizioso, questo da loro si dice 'hygge'.


Evento sicuramente importante è stato il compleanno di Nikoline dove abbiamo potuto festeggiare con tutta la famiglia e gustare molti piatti tipici come 'Frikadeller', 'Butterdej skerk' e 'Boller i karry', ma molto più perché ho assistito ad una festa danese, caratterizzata da ricchi addobbi dove predomina il bianco e il rosso, colori della nazione.
L'addio è stato duro, c'era la tristezza della partenza quanto l'ansia per l'incontro al Campo C nell'Øse Efterskole dove avrei fatto amicizia con gli altri YES. Il campo mi ha cambiato profondamente, a cominciare dagli stereotipi che si hanno sugli altri paesi del mondo e spesso la realtà locale può innalzare. Sono volati via quali piume al vento.
Eravamo ben 33 ragazzi da 22 paesi del mondo, ma nel giro di una settimana siamo diventati grandi amici e abbiamo legato all'inverosimile, tanto che abbiamo tutti abbandonato la naturale timidezza sin dai primi giorni, passando ore a chiacchierare delle propria cultura quanto chiedere dell'altra.
Abbiamo avuto modo grazie alla splendida ed efficiente organizzazione dei Lions danesi di fare molte attività avvincenti e coinvolgenti tra cui cacce al tesoro, gare di canoa, sport come calcio, baseball e quidditch, ma abbiamo anche ballato le danze locali, riprodotto le festività danesi, nuotato nell'oceano, visitato musei, città vicine e avuto pic nic nelle grandi zone verdi locali.
Una grande giornata è stata quella a Legoland dove abbiamo avuto tanto tempo per visitare questo grande parco divertimenti! Unico risvolto negativo di questa giornata è stata la buffa punizione per il ritardo del mio gruppetto all'appuntamento d'uscita, eh si, ci è toccato lavare i piatti a colazione, pranzo e cena per una settimana. L'avevamo meritato e devo dire, stranamente ci è piaciuto, tant'è che tra una pausa e l'altra ballavamo allegramente una canzone indiana, diventata poi di dominio pubblico in tutto il campo.
Non esitavamo a danzare appena avutane la possibilità in qualsiasi posto!


Se ripenso al campo e tutti i miei amici non faccio a meno che pensare a questi momenti di grande gioia e ilarità che hanno accompagnato le nostre giornate. Dopo queste due settimane eravamo diventati ottimi compagni tanto che uno sguardo faceva intendere le nostre intenzioni. Nonostante tutto, l'inglese lo parlavamo così tanto che spesso scappava qualche parola quando telefonavamo a casa, che risate poi!
L'ultimo giorno abbiamo avuto una grande festa, tuttavia nessuno poteva nascondere un po' di malinconia in quei momenti.
Quando ci siamo dovuti salutare, beh, lì abbiamo pianto tutti, non volevamo andarcene, nessuno voleva e al solo pensiero ci rattristavamo, ma ci siamo messi in testa di vederci ancora, è così che stiamo organizzando un nuovo incontro cui nessuno mancherà. È stata un'esperienza indimenticabile, sono stato in altri campi in precedenza, gestiti non da Lions, ma devo dire che questo è su un altro piano, decisamente.
Mi ha cambiato e ha cambiato tutti noi, aprendoci al mondo e nutrendo in noi il pensiero di essere diversi per cultura ma simili quali persone.
Grazie Lions per questa radiosa avventura.