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ITALIA: what else?

La mia esperienza in Danimarca inizia il 15 luglio dall’aeroporto di Bologna dove ho preso l’aereo per Vienna dove ho aspettato 3 ore il volo per Copenaghen.
Essendo la mia seconda esperienza con gli scambi giovanili sapevo già a cosa partecipavo e come comportarmi. Sono arrivato alle 18:00 a Copenaghen dove la famiglia mi stava aspettando, fin da subito si sono dimostrati disponibili e gentili con me aiutandomi a portare la valigia.
Dopo 30 minuti di macchina arrivai a casa loro in un piccolo paese chiamato Stenløse, tranquillo, molto ordinato e pulito.
I miei host parents (Peter il padre e Doris la madre) ed il mio host brother Morten mi fecero fare un giro del loro paese mostrandomi dove lavorassero, Peter è un vigile del fuoco mentre Doris lavora in una clinica per anziani.

Ovviamente passavo le giornate con Morten dato che i genitori lavoravano, andammo a trovare uno dei suoi fratelli a Copenaghen e facemmo un giro nella parte non turistica della città. Una curiosità di Copenaghen è questa piccola cittadina indipendente di nome “Christiania” costruita nel mezzo di essa dove la gente puo’ svagarsi nel modo che ritiene più opportuno.
Le sere in famiglia le passavamo a parlare delle differenze che ci sono tra Italia e Danimarca: abitudini, usi e costumi, cibo, vacanze, ecc…
Il 22 luglio salutai la mia host family ringraziandoli della loro ospitalità e della loro gentilezza e partì per il campo dove avrei incontrato gli altri 36 ragazzi che hanno preso parte a questo scambio.
Arrivato al campo mi accolsero subito i camp leader che mi diedero una targhetta con il mio nome per facilitare la conoscenza tra di noi. Il campo era in mezzo ad una foresta lontano 500 metri da un piccolo paese di nome Høbjerghus. In tutto nel campo eravamo 37 ragazzi provenienti da 15 paesi diversi.
Io legai subito con 4 ragazzi ( quelli in foto): Andrija dalla Serbia; Andreas dalla Grecia, Huba dall’Ungheria e Joe dagli USA. Loro sono stati i miei principali compagni di questo campo e con i quali ho condiviso più tempo e data la nostra passione per il fumo i ragazzi del campo ci soprannominarono “Chainsmokers” ovvero “fumatori incalliti”.
Le attività del campo non erano molto entusiasmanti ma comunque riuscivano a coinvolgere la maggior parte dei ragazzi.
Principalmente svolgevamo attività sportive come: la canoa, orienteering in mezzo alla foresta, vari sport in palestra ed un pomeriggio al poligono di tiro. Oltre a queste attività ci portarono a visitare un piccolo paese di pescatori ed uno dei vecchi castelli del Re danese.
La maggior parte delle sere al campo le passavamo intorno ad un falò, cantando, suonando, ballando e per noi chainsmokers anche fumando.
’1 agosto ci fecero allestire il campo con addobbi natalizi perché ci dissero che quella sera avremmo festeggiato il Natale. Ci fecero celebrare il Natale come i danesi, con piatti tipici, canzoni e piccoli balli.
Il 4 agosto ci preparavamo per il “last day party” visto che il 5 ognuno sarebbe partito per tornare a casa. I camp leader organizzarono una sorta di ballo a coppie, quasi uguale ad uno di quelli americani che si vedono nei film. Non fu molto divertente perché ci fecero ballare una sorta di ballo da sala, non molto gradito dato che tutti noi volevamo solo divertirci con musica da festa. I camp leader lo capirono e dopo 1 ora ci fecero cambiare totalmente lo stile della festa.
I primi a lasciare il campo partirono alle 3:00 di notte del 5 agosto mentre io ed altri 6 ragazzi lasciammo il campo alle 11 e fummo gli ultimi ad andarcene, io presi l’aereo alle 18:00 ed atterrai a Bologna alle 20:00.
Un’altra esperienza che sicuramente non dimenticherò e che mi rimarrà impressa per tutta la vita, resa speciale dai ragazzi incontrati e dal clima di amicizia e serenità che si era formato nel campo.

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