Il mio viaggio, uno dei più belli della mia vita, comincia il 24 Giugno 2017.
La preoccupazione per il volo, che avrei dovuto affrontare da sola, era di gran lunga superata dall’euforia e dalla grande carica che mi ha accompagnato poi per tutta la durata della mia esperienza.
E’ all’aeroporto di Francoforte, in Germania, che ho incontrato per la prima volta la mia host family: Katrin, la mamma, e il marito Thomas, la mia host sister Karolin e i suoi fratellastri di 11 e 13 anni Sebastian e Leonard.
Devo dire che non avrei potuto trovare una famiglia migliore: disponibili, accoglienti, pieni di iniziativa e voglia di fare, affettuosi e divertenti.
“Faremo di tutto perché tu ti senta esattamente come se fossi a casa tua” sono state le prime parole di Katrin.
Ed è proprio con lei e con Karolin che ho costruito un legame talmente forte da non credere che fosse il frutto di una sola settimana di conoscenza: le uscite con gli amici all’Apfelweinfest, le cene a lume di candela nel locale in cui Thomas e Katrin si sono conosciuti più di dieci anni fa, le visite a Langen, Heidelberg e Francoforte, le partite di golf, le nostre chiacchierate infinite. Il solo pensiero mi fa commuovere, e mi ricorda quel triste pomeriggio in cui, accompagnata da qualche lacrima, ho dovuto abbandonarli.
Certo la tristezza è stata presto scacciata dall’entusiasmo per le successive due settimane, che avrei trascorso nello Youth Hostel di Francoforte, assieme ad altri 19 ragazzi proveniente da tutto il mondo: Danimarca, Svezia, Finlandia,Estonia, Lituania, Croazia, Georgia, Ungheria, Turchia, Russia, USA e non solo.
Penso di avere trovato in loro non solo degli amici, ma dei veri e propri compagni di vita; un gruppo ben affiatato, quasi come fossimo pezzi perfetti di un puzzle che non sapevamo neanche id poter costruire. E con loro ogni giornata è stata piena di esperienze da condividere e ricordare: tanti musei, visite guidate e racconti di storia e cultura tedesca, ma anche tanto divertimento, risate, giochi, passeggiate, balli e canzoni che mi resteranno sempre nel cuore.
Ovviamente ci sono stati anche dei momenti faticosi, e se fossimo tutti qui riuniti di nuovo, concorderemmo che l’attività più difficile (e probabilmente anche una delle più soddisfacenti , utili e sicuramente indimenticabili) è stata fare da volontari per la gara internazionale dell’Ironman, lo sport estremo composto da nuoto, ciclismo e corsa. Noi siamo stati assegnati al punto in cui gli atleti concludevano la corsa in bicicletta per poi iniziare la maratona, e il nostro compito dalle 10:00 di quella mattina fino alle 16:00 nel pomeriggio era quello di ordinare e catalogare le biciclette dei 3300 atleti presenti in ordine di arrivo.
Anche se, descritta in questo modo, può sembrare massacrante, ritengo che sia stata un’esperienza davvero speciale: avere l’onore di partecipare a un’evento di spessore europeo, e avere il piacere di farlo con accanto delle persone così importanti per me, è stato indelebile e incancellabile; per non parlare di quanto ci abbia legati ancora di più l’uno all’altro, insegnandoci ad aiutarci fra di noi, a essere pronti a collaborare e a fare gioco di squadra.
Insomma, un’esperienza a 360 gradi, che consiglierei ( e consiglierò) a chiunque, con un solo suggerimento: più sei disposto a dare, più avrai modo di ricevere.
Non c’è bisogno di dire che un giorno sono sicura di tornare in Germania per rivedere la mia host family e in qualunque posto del mondo per rivedere i miei exchange friends (entrambe cose che, peraltro, stiamo già organizzando!) .
Non riuscirò mai a ringraziare abbastanza il Lions Club e tutte le persone che mi hanno permesso di rendere quest’esperienza e queste persone una parte di me.