Il nostro sito fa uso di cookies per migliorare la tua esperienza di navigazione. Continuando a navigare accetti l'uso di questi file.

ITALIA: what else?

È una meta molto particolare, inusuale e per questo unica e sono molto contento di aver avuto questa opportunità.
Sono state due bellissime settimane: ho visitato luoghi molto belli e particolari, ho stretto amicizie con molte persone e ho potuto apprendere la cultura locale.
Ho trascorso i primi 4 giorni con il mio host brother Nikola, il quale mi ha fatto sperimentare nuove attività che in Italia non avrei mai provato, come ad esempio il paintball. Mi ha anche portato in barca con suo zio fino ad un’isoletta in mezzo al Danubio.
Inoltre ho passato una notte sul lungofiume, loro lo chiamano “Kej”, in cui i ragazzi si trovano per chiacchierare, trovarsi in compagnia. Gli amici di Nikola sono stati molto gentili con me, soprattutto perché si sforzavano di parlare inglese il più possibile.

Una mattina siamo andati in un adrenalin park: è stato faticoso, ma molto divertente.
Un pomeriggio, invece, siamo andati con sua mamma a vedere Novi Sad; mi è sembrata una città non molto grande in cui nessuno va di fretta, a differenza di Belgrado.
È stato molto triste il giorno in cui ho dovuto lasciare la famiglia per andare al promo camp: io e Nikola avevamo stretto amicizia in pochissimo tempo. Mi sentivo proprio come a casa.
Nel camp in Mala Remeta, vicino a Novi Sad, eravamo in 8: 5 ragazzi italiani, 2 turchi ed un tedesco. Eravamo pochi e abbiamo socializzato subito. Erano tutti molto simpatici; anche la camp leader Sandra e gli staff members Marko e Anya sono stati bravissimi e molto disponibili, inoltre eravamo in un luogo in cui non faceva troppo caldo. Le attività del campo sono state molto divertenti: abbiamo fatto un giro in barca e poi siamo andati a pesca, siamo andati tra i boschi con un fuoristrada militare, abbiamo fatto un barbecue e abbiamo visitato sia Belgrado sia Novi Sad. Ho preferito Novi Sad perché mi sembrava meno caotica di Belgrado, che ricorda Milano per il traffico e per la vita frettolosa delle persone. L’ultimo giorno abbiamo concluso il camp con un barbecue a casa di un socio Lion. Come sempre, dover salutare tutti è stato molto difficile.
Quella stessa sera ho conosciuto l’altra host family, con cui ho trascorso l’ultima settimana, sentendomi nuovamente come a casa.
In quei giorni la mia giornata era incentrata sull’Exit Festival, un festival di musica con molti cantanti e dj famosi: mi svegliavo intorno a mezzogiorno e andavo a dormire dopo le 6 (di mattina). Solo in un giorno ho disertato il Festival perché ero troppo stanco, così sono uscito per cena con i miei host parents Ivan e Dušica, che sono stati molto dolci con me.
Spesso sono andato all’Exit con coloro che avevo conosciuto al camp.
Il penultimo giorno sono andato con Ivan e 2 miei amici italiani ad un acqua park vicino a Novi Sad. Quando mi hanno accompagnato in aeroporto, ci siamo salutati con molta tristezza promettendo di rivederci.
Questo viaggio mi è servito per poter conoscere ed apprezzare una cultura e delle tradizioni diverse dalle mie. È molto strano per me che si mangi salato a colazione, però mi sono abituato. Prevalentemente si mangiano zuppe e carne, anche se si consumano spesso pasta e pizza, rigorosamente con il ketchup. Ho notato che è tipico che la colazione sia composta da piatti prevalentemente salati, tra cui il burek, una specie di torta salata con formaggio o carne.
Questo viaggio in Serbia è stato molto istruttivo e mi ha permesso di conoscere molte persone con cui vorrei rimanere in contatto per molto tempo. In questi giorni ho imparato a leggere il cirillico e ho potuto conoscere qualcosa in più sulla storia di questo Paese.
Devo anche ringraziare i Lions, che si impegnano molto per gli scambi e per i camps, le mie host families, che mi hanno fatto sentire un po’ di meno la mancanza di casa e della mia famiglia, e lo staff del camp, molto qualificato, che ha reso la mia esperienza di crescita personale migliore.