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ITALIA: what else?

Il 9 luglio del 2017 è iniziato il mio viaggio con destinazione Città del Messico.
Il primo giorno, passato tra le ansie per come sarebbe stata l'esperienza e la carica per un nuovo viaggio in giro per il mondo, è servito tutto per i due voli, che grazie al meteo sono durati "sole" 16 ore.
Già all'arrivo mi accorgo di quanto il Messico sia diverso rispetto all'Italia, con un aeroporto caotico ma allo stesso tempo con uno spirito rilassato che trasuda dalla gente.
Tutto ciò lo vedo appena esco dalle porte quando vedo i miei nuovi "genitori" che mi corrono incontro per fare conoscenza, seguiti subito da Francisco, l'educatore che avremmo avuto nel summer camp. Sull'aereo ho fatto conoscenza con altre due ragazze che sarebbero state con me nel camp, grazie al fatto che loro abbiano riconosciuto la maglia del Lions che indossavo, e già dal primo incontro abbiamo iniziato a condividere le nostre storie, visto che avevamo una lunga coda davanti a noi al controllo passaporti.
Arrivato a casa, insieme ad Arturo e Angeles, inizio a parlarci aiutato dalla conoscenza dello spagnolo, con Alessandro, l'altro ragazzo da loro ospitato, che aveva un pò di difficoltà nell'intendere ciò che ci dicevamo.

Da subito sia io che alle ci accorgiamo di quanto i nostri host-parents siamo entusiasti di fare questa nuova esperienza avendo qualcuno di nuovo a casa per ben due settimane.
La prima settimana trascorre veloce siccome Angeles, visto che non lavora, e Arturo presente a volte, ci portavano in giro tutto il giorno facendoci scoprire ogni angolo di Città del Messico. Io, essendo abituato a un piccolo paesino di campagna, al primo impatto mi è stato difficile ambientarmi in una metropoli così affollata e caotica.
Uno dei punti più interessanti di ciò era che tutte le visite che facevamo, erano insieme a tutte le altre famiglie ospitanti e a tutti i ragazzi che avremmo incontrato poi nel camp, così in modo da conoscersi subito tutti quanti.
La cosa magnifica era il momento in cui bisognava scegliere il posto in cui mangiare, visto che la città offriva infinite possibilità data la grande varietà della loro "comida", tra tutti i tacos, empanadas e così via.
Dopo una prima settimana in cui molte cose sono state dette, soprattutto paragonando le proprie culture, è sabato, e noi ragazzi partiamo tutti insieme a Paco e Lucy per andare a Cuernavaca, che dista un'ora e mezza da CDMX, dove ci avrebbe aspettato il summer camp.
Inutile dire che fu la parte del viaggio più bella e un'esperienza che mi fece capire moltissimo la varietà di pensieri ed idee di persone che vengono da tutto il mondo.
Fu una settimana indescrivibile, dove durante il giorno scoprivano sempre di più del Messico e la sera noi ragazzi ci ritrovavamo tutti quanti a fare delle chiacchiere fino a tarda notte, spinte da un ragazzo Israelita di nome Sari, curiosissimo di tutte le nostre culture, ma soprattutto delle nostre opinioni.
Nel camp ho veramente realizzato quanto fosse vario il Messico, con posti vicini uno all'altro, ma che sembrano agli antipodi, come passare da posti moderni come la capitale fino alla piramide sulla montagna del Tepozteco, da dove ogni cosa sembra immersa nella natura.

Giacomo1Di ritorno dal camp, il magone sapendo di essere già all'ultima settimana si fa sentire, quindi è meglio sfruttare questi ultimi 5 giorni.
In questo tempo chiediamo a Angeles e Arturo di fare più cose possibile, vedendo in loro una risposta positiva, ma la cosa che a noi interessava di più, era di trascorre questo tempo tutti insieme.
Il tutti insieme non si ferma solo ai ragazzi del camp, ma anche a tutte le host family, poiché avendo passato tutto questo tempo insieme, avevamo condiviso molte cose anche con loro, dato che molti di essi erano ragazzi della nostra età, figli dei host-parents.
Poi arriva il 29 luglio, "la noche de la despedida",ovvero la notte della partenza, dove tutti noi ragazzi e tutte le famiglie insieme ai rappresentanti Lions ci troviamo nel club per un'ultima notte insieme.
Penso sia stata la serata più triste della mia vita, poiché nonostante sia stato poco il tempo, la quantità di cose che si è condiviso ha reso il tutto molto più difficile.
Paco, quella sera ci ha dato una carpettina con dentro una sorta di diploma e un CD ,con le foto del camp dentro.
Alla fine, tutti usammo quella carpettina per farci scrivere dediche dai propri nuovi amici ma anche dalle nuove "famiglie".
Salutarsi fu la cosa più brutta di tutte, dirsi addio per un tempo indecifrato, senza sapere se ci sarebbe più visti, ma tutti i saluti erano contornati di promesse di ritrovarsi nei differenti paesi in modo da vedere ognuno dove abitava l'altro.
Poi è arrivato il momento della partenza, il giorno 30 luglio, che al momento dell'arrivo sembrava così distante.
La parte più dure fu dire ciao a tutta la nostra host-family, della quale troppo non ho parlato poiché i ricordi fanno già male adesso, perché penso di dover dire un grazie enorme a tutti loro, Arturo, Angeles, Katia(la nipote), Isaac, Louis, e tutti i rappresentanti del Lions di Città del Messico perché in tre settimane mi hanno fatto veramente capire cosa vuol dire essere messicano, e come è vivere da messicano, con tutti i suoi pro e i contro.
Devo dire grazie al Lions perché tutto quello che mi avevano promesso che avrei scoperto in un mondo nuovo così lontano dal mio si è avverato, perché alla fine non conta la distanza se c'è il ricordo a tenerti unito

Giacomo2