Potrei dire che la mia esperienza con Lions Club mi sia piovuta un po' dal cielo.
Era Settembre quando decisi di partecipare a quel concorso un po' per gioco e un po' per mettermi alla prova , e una volta consegnato l'elaborato subito me ne dimenticai.
Ma quando mi comunicarono l'esito con tanto di parole magiche " hai vinto" fu come una doccia d'acqua fredda.
Subito iniziai a fantasticare su dove sarei potuta capitare,e quando mi dissero che la destiazione sarebbe stata la Grecia ammetto che non fui subito entusiasta, per il semplice motivo che come preferenze avevo messo posti come Norvegia, Islandia e Finlandia.
Insomma mi ero già immaginata paesaggi freddi, sperduti e completamente estranei al mio mondo e la Grecia era totalmente l'opposto di tutto ciò. Decisi comunque di partire senza pregiudizi e di vivere tutto al massimo.
Ma arriviamo al giorno della partenza, il giorno più emozionante della mia vita credo.
E no, non sto esagerando.
I miei mi portarono all'areoporto di bologna e dopo il checkin dovettero " abbandonarmi a me stessa".
Ero da sola da quel momento in poi, e ricordo ancora l'adrenalina che provai, per tutto il viaggio.
Non sapevo se avere più paura di perdere la coincidenza, o che nessuno mi fosse poi venuto a prendere una volta arrivata, o che ,peggio, non mi fossi trovata bene con la famiglia. Fortunatamente non successe niente di tutto ciò. Arrivata all' areoporto di Salonicco trovai ad aspettarmi il mio Host Dad Theodorus, uomo simpaticissimo e molto affettuoso, e quella che ora è mia sorella, Lydia. Li abbracciai immediatamente, e iniziammo a parlare sin da subito, per tutto il viaggio fino a Kavala dove abitavano. Entrata a casa conobbi mamma Dimitra, una frizzante e dolcissima insegnante di inglese che immediatamente mi piazzò davanti al naso un piatto colmo di carne e patatine fritte. Ah, ed erano le 4 del pomeriggio. Da lì in poi iniziò l'avventura, tutti i giorni mi portavano a destra e a sinistra, dalla spiaggia ai musei o siti archeologici e naturalmente a fare compere. Per tutto il soggiorno io e Lydia siamo state sempre con sua cugina e con la sua ospite belga, anche lei lì grazie al Lions Club. Eravamo una squadra fantastica, e tra i bagni in spiaggia di notte e i cartoni della Disney gurdati alla sera in salotto con pizza e popcorn, instaurammo un rapporto bellissimo che ancora oggi dura, nonostante la distanza.
Dopo otto giorni di vita condivisa con la mia prima famiglia greca, avevo già compreso alcune cose: che I greci sono come gli Italiani del Sud, espansivi e super ospitali, che adoravo quel mare e quel cibo, e che l'inglese s'impara senza problemi.
Ma nonostante ciò non ero per niente pronta a lasciarli andare. Mi ricordo ancora che arrivati al giorno della separazione piansi come una disperata alla stazione dei Bus e il mio vicino di posto credo che mi abbia odiato profondamente. Laciai loro una lettera, scritta in un inglese spero comprensibile, in cui li ringraziavo per tutto quello che avevano fatto per me, sperando di fargli capire quanto mi fossi affezionata e quanto bene gli volessi.
Il Bus ormai era partito, direzione Salonicco. Anche lì non vi dico la paura e l'ansia. Avevo già dovuto affrontare una situazione del genere, sapevo quanta fatica ci volesse per instaurare un rapporto con persone sconosciute, e l'idea di ricominciare tutto da capo mi terrorizzava.
Ma dovevo farlo, e lo feci. Allo Stop del Bus, una volta presa la valigia mi ritrovai cinque facce nuove : Papà Costantino, mamma Mary, e i figli Dyomidis (17), Giorgio (11) e Antonio (9). Mancava solo la sorella, Eirini, che dopo pranzo andammo a prendere all'areoporto.
Da lì andammo dritti alla casa al mare della famiglia, nel villaggio di Nikiti.
Con Eirini fu subito amore a prima vista, o meglio amicizia a prima vista. Eravamo uguali praticamente su tutto e instaurammo sin dal primo giorno un bellissimo rapporto. Per non parlare del resto della famiglia, mi fecero sentire come se fosse a casa, trattandomi sempre come una di loro. I primi tre giorni li passamo lì a Nikiti. Il mare era qualcosa di surreale, sembrava cristallo e la cittadina era piena di negozietti tipici e ristoranti di tutti i tipi.
Il quarto giorno andammo a Salonicco, nella loro casa principale, più piccola rispetto a quella del mare. M'innamorai perdutamente di quella città e ancora adesso ne conservo un ricordo ben nitido anche se un po' nostalgico. Quei due giorni passarono troppo in fretta e presto arrivò il fatidico giorno della partenza.
All'areoporto per motivi di tempo, non riuscii a salutare tutti come avrei voluto, perchè l'aereo stava partendo e dovetti fare le corse, e questo mi dispiace davvero moltissimo. Ma ancora adesso siamo in contatto e sono contenta che nulla sia cambiato.
Siamo arrivati così alla conclusione di questo viaggio, di quest'avventura che ha segnato per sempre la mia persona. Perchè, certo, vi potrà sembrare un' esagerazione ma esperienze di questo tipo fanno crescere e non poco. Ti fanno capire che sei abbastanza grande, sveglio e indipendente da potertela cavare anche da solo in un posto che non conosci. S'impara a stare con le persone, a relazionarsi, ad adattarsi e soprattutto a godersi ogni singolo momento.
Non smetterò mai di ringraziare il Lions Club per l'opportunità che mi ha regalato e se potessi rifarei tutto altre mille volte.
Un consiglio per chi deve partire? Buttatevi, godetevela e non abbiate paura di niente.