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ITALIA: what else?

Ho deciso di partecipare al Lions Club Youth Exchange Program per poter fare un’esperienza a mio parere unica ed indimenticabile.
Durante l’estate 2017 con la mia famiglia abbiamo deciso di partecipare allo stesso programma ospitando una ragazza texana.
In lei ho trovato un’amica e non abbiamo mai avuto problemi, sono stata contenta di averle fatto conoscere una parte del nostro Paese, della nostra cultura e siamo tutt’ora in contatto.
Quest’anno è stato il mio turno e tra le opzioni ho scelto di visitare il Canada.
Il mio viaggio è iniziato a fine giugno quando, da sola sono partita dall’aeroporto di Malpensa con destinazione Toronto; lì mi avrebbero accolto alcuni dei membri Lions Club che mi avrebbero portata dalla mia host family.

Sono stata ospite per un mese di una famiglia a dir poco fantastica formata da mamma, papà, un bambino di dieci anni, una ragazza di venti, la nonna e non pochi animali.
Tutti si sono dimostrati disponibili, interessati a me e alla mia vita in Italia e volenterosi di farmi conoscere il Paese.
Ho incontrato anche molti parenti che mi hanno trattata come una di famiglia nonostante la breve convivenza.
La cittadina in cui ho abitato si chiama Clinton, dista tre ore da Toronto e nelle vicinanze non vi è un granché.
Il Canada è un posto immenso, solo per arrivare nel paese più vicino dove trovare un cinema, dei ristoranti e alcuni negozi bisognava guidare per mezz’ora, il che per me era molto strano, ma non per loro.
Loro sono abituati a percorrere grandi distanze, tra un paese e l’altro ci sono kilometri e kilometri di campi, prati, boschi e sono presenti moltissime fattorie.
Ogni famiglia ha una casa propria con molti ettari di terreno.
Hanno abitudini molto diverse da quelle italiane, per esempio non si pranza mai insieme, nemmeno la domenica e il pranzo consisteva in un sandwich tutti i giorni.
Anche gli orari dei pasti sono diversi: il pranzo intorno alle 11.30 e la cena intorno alle 17.30.
La mia host mother ha sempre cercato di farmi assaggiare piatti tipici come il poutine, composto da patatine fritte ricoperte di formaggio e salsa.
Il cibo non era il loro forte, ma sono comunque stata contenta di aver assaggiato cose nuove e aver imparato le loro abitudini alimentari.
Con loro ho visitato posti piuttosto vicini a casa tra i quali Stratford, città natale di Justin Bieber, un cantante in voga in questi anni e London, famosa per l’università e l’immenso centro commerciale dove più di una volta mi hanno portata a fare shopping.
Un altro paesino che ho apprezzato molto è stato Goderich, dove mi hanno portata spesso per passare del tempo sulla spiagga del lago Urone; i laghi canadesi sono enormi, tanto da sembrare mari.
Un’altra gita interessante è stata quella ad una fattoria di sciroppo d’acero, in cui mi hanno spiegato come si produce e dove ho potuto acquistare dei prodotti da portare a casa.
L’ultima settimana la mia famiglia ha ospitato anche una ragazza tedesca con la quale ho legato molto.
Con lei il giorno della partenza per tornare a casa ho visitato alcuni quartieri di Toronto e Toronto Island.
Durante questo mese ho anche passato una settimana in campeggio con gli altri 13 ragazzi e 6 membri del Lions Club.
I ragazzi arrivavano da diverse parti del mondo come Brasile, Taiwan, Finlandia e oltre a me c’era anche un’altra ragazza italiana.
I primi tre giorni siamo stati in un motel nei pressi di Toronto e insieme abbiamo visitato le Cascate del Niagara, la CN Tower, il parco divertimenti Canada’s Wonderland e un sito storico chiamato Stoney Creek.
Il quarto giorno siamo tornati al camp di Goderich e nei giorni successivi abbiamo fatto molte attività interessanti come gite in barca, partite a bowling, cantare intorno al fuoco la sera mangiando marshmallows, lezioni di paddle boarding e visite di parchi avventura.
Purtroppo a causa di un infortunio al ginocchio non sono riuscita a fare tutte queste cose, durante questi sette giorni però sono felice di essere riuscita a far nascere nuove amicizie che ricorderò per tutta la vita.
Ad oggi sono rimasta in contatto sia con loro che con la mia host family.
Giudico molto positivamente l’esperienza, ho conosciuto una realtà diversa da quella di tutti i giorni, ho migliorato il mio inglese, mi sono messa alla prova e diventata più indipendente.
Ho conosciuto persone piacevoli e interessanti che spero di rivedere un giorno.
Rifarei ciò che ho fatto milioni di volte.
Ringrazio tutte le persone che mi hanno permesso di vivere questa avventura.

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