Quest’anno ho avuto l’opportunità, per la seconda volta, di partire con gli scambi Lions direzione Svezia.
Il Lions Camp Scania aveva una durata di 3 settimane, dal 7 al 28 luglio, rispettivamente: una in famiglia, una in tenda nella foresta e l’ultima incentrata su attività culturali vicino al mare.
Il 7 luglio è iniziata la mia nuova avventura nella mia famiglia ospitante con un’altra ragazza tedesca con quale ho legato dal primo istante.
Sono stata ospitata da una coppia anziana sulla settantina, ma dall’animo giovane, in Tyringe. Durante questa prima settimana la famiglia ci ha aperto il cuore illustrandoci il loro piccolo mondo. Fin dal primo giorno abbiamo potuto ammirare la magnificenza delle foreste svedesi e anche la vasta presenza di laghi. Per allietare il nostro soggiorno presso la loro casa ci hanno fatto incontrare altri 3 ragazzi che sarebbero venuti al campo, ospiti da altri membri Lions loro amici; con questi ultimi abbiamo fatto un’escursione in canoa in un lago, ad una fiera che è una ricorrenza nella loro zona e ad evento musicale organizzato dal Lions club locale.
La nostra famiglia è stata molto disponibile e aperta alle nostre proposte infatti, grazie ad un gruppo con tutti i ragazzi del campo, sono riuscita ad incontrare la maggior parte di loro una prima volta in piscina e la seconda volta abbiamo organizzato una visita guidata nel centro di Copenaghen. Ci siamo sentiti indipendenti ed incredibilmente eravamo già un gruppo molto affiatato pronto ad accogliere e a confrontare diversi suggerimenti ed idee.
Con la famiglia ho passato dei momenti memorabili e rilassanti come il cucinare e il dipingere con la signora, la quale è una pittrice nonché cuoca eccellente. Ci ha insegnato con pazienza e dedizione la tecnica ad acquerello e con lei abbiamo avuto modo di confrontarci in merito a temi di grande attualità e rilevanza. I signori ospitanti sono state due persone di grande umanità che mi rimarranno impresse nel cuore.
Sabato 14 luglio abbiamo lasciato la famiglia con grande amarezza per iniziare le tanto attese settimane di campo.
La prima settimana si sarebbe svolta a Bejstorp, circa 45 minuti in macchina dalla mia cittadina, Tyringe.
Fortunatamente avrei iniziato questa seconda parte dell’avventura con al mio fianco la mia compagna di stanza tedesca, ormai diventata come una sorella. Al campo avrei incontrato per giunta una ragazza israeliana, una mia carissima amica, che avevo conosciuto l’anno precedente in Germania ed inoltre l’altra, e unica, mia compatriota con la quale avevo avuto modo di condividere emozioni e paure prima di intraprendere questo viaggio. Al nostro arrivo i camp leaders ci hanno accolto a braccia aperte mostrandoci la struttura e la maglia gialla che sarebbe stata la nostra divisa per le uscite formali al di fuori della struttura.
Non è ovviamente mancata l’accoglienza dello staff Lions: i membri hanno presentato ciascuno di noi incitandoci a mostrare con fierezza la nostra bandiera. Per concludere la parte formale i leaders ci hanno spiegato le regole canoniche del campo e sollecitato a dividerci in 6 gruppi i quali, nel corso delle due settimane, a giorni alterni, avrebbero dovuto preparare e ordinare la sala per i pasti e pulire i bagni. Un’iniziativa che ad un primo impatto può sembrare bizzarra ma in realtà ha influito molto su di noi e personalmente ho trovato che abbia avuto un grande impatto formativo su tutti noi. Prima di sperimentare le tende tanto temute, rispettivamente una per i maschi e una per le femmine, abbiamo sfidato la stabilità delle canoe che avevamo a disposizione nel piccolo laghetto vicino alla struttura, tra urla e schiamazzi ho respirato aria di libertà circondata da un panorama mozzafiato abbellito da un tramonto di fuoco.
Dopo la prima notte insonne in tenda e speranzosa che la successiva sarebbe stata migliore abbiamo avuto il tempo per prendere confidenza con il luogo e con i ‘nostri spazi’, dovevamo affrontare una sfida con l’ordine, l’organizzazione, dovevamo apprendere pienamente il rispetto per gli altri e per il posto della nostra permanenza. Abbiamo iniziato senza indugio diverse attività nella foresta, anche se piuttosto insolite: paintball, tiro al piattello, un percorso ad ostacoli, una camminata in tensione su una corda sopra ad un piccolo stagno, che è stata la mia attività preferita. Concorde alla tradizione svedese abbiamo potuto interporre a queste attività una piccola merenda chiamata “Fika”, un momento che fino alla fine del campo sarebbe stato il nostro preferito.
Nel corso della settimana abbiamo iniziato a conoscere le bellezze di questo territorio, abbiamo preso parte ad un tour attraverso un parco naturale nel quale abbiamo incontrato alci e montoni. La guida ha voluto sottolineare come in Svezia ci sia la più elevata concentrazione di alci al mondo, visita elettrizzante poiché non avevo visto animale del genere al di fuori di National Geographic.
Dalla fauna alla flora abbiamo continuato ad esplorare il territorio svedese, ci siamo immersi nella natura sfidandoci a coppie in una gara di orienteering: una attività che nell’ordinamento scolastico svedese è una materiale curriculare. Consiste in una gara nella quale i partecipanti, muniti di mappa e bussola, devono concludere il circuito stabilito, passando obbligatoriamente per tutte le stazioni evidenziate sulla cartina, nel minor tempo possibile.
Abbiamo ammirato gli alci da molto vicino (sono animali tanto maestosi) quanto parte della dieta svedese. Un cacciatore della zona grazie ad una applicazione, ci ha fatto provare l’ebrezza di cacciare questi poveri ma deliziosi animali. La natura in Svezia è tanto bella quanto fragile con un grande rischio di incendi che ogni anno minacciano le rigogliose foreste. Una guida forestale ci ha condotto nel luogo nel quale anni fa si è verificato un enorme incendio. Non si può solo ammirare l’ambiente circostante, bisogna salvaguardarlo e rispettarlo, un messaggio che i Lions hanno voluto trasmetterci.
Inoltre con la nostra fedele maglia gialla, siamo andati a vedere l’IKEA museum: non è solo stata sede del primo edificio di questa famosa catena ma è anche un museo interattivo colorato e addirittura di grande interesse per le fasce di età più piccole. Della prima settimana ho adorato le numerose nuotate nei laghi o le escursioni nelle foreste ed in canoa, ho respirato un’aria di libertà ed è nato in me un grande spirito di intraprendenza.
Per concludere la prima settimana in bellezza io e l’altra ragazza italiana, prima di dirigerci verso la nuova sede, abbiamo cucinato per tutti gli altri ragazzi una deliziosa pasta italiana che modestamente è stata apprezzata da tutti. La nuova struttura era una sorta di bed and breakfast, a 2 ore circa da Bejstorp, composto rispettivamente da due ali laterali: una per le ragazze e una adibita ai ragazzi.
Presso Mariedal, dal 21 luglio, si sarebbe svolta la seconda e ultima settimana di campo. Da qui in avanti avremmo cambiato attività, non saremmo più stati immersi nella natura selvaggia ma avremmo intrapreso un itinerario diverso focalizzandosi sul mare e attività culturali. La prima grande differenza erano i posti letto, dalle tende a delle camere vere e proprie, in secondo luogo potevamo ammirare un panorama diverso, più pianeggiante e marittimo.
Le attività che ci sono state proposte erano molte e diverse l’una dalle altre. Ci siamo cimentati in prove di salvataggio in piscina e anche al di fuori di essa con dei manichini. Dalla fitta foresta ci siamo spinti in mare aperto a bordo di una barca, simile ad un antico vascello dei pirati, dalla quale ci siamo anche potuti buttare, nei pressi del porto, e raggiungere la riva a nuoto. Per conciliare la storia con la natura ci siamo diretti presso Ale Stenar, un complesso di rocce, dalla funzione e dall’aspetto simili a Stoneghe in Inghilterra. Da questa sporgenza simile ad un promontorio potevamo ammirare il mare nel quale abbiamo anche potuto fare una nuotata refrigerante. Abbiamo inoltre visitato un castello medievale a Glimmingehus che ci è stato spiegato da una guida e la cittadina di Ystad nella quale abbiamo potuto conciliare la cultura con lo shopping.
La Svezia non è solo un paese dalla natura mozzafiato ma anche scientificamente avanzato con strutture all’avanguardia, pertanto i Lions svedesi hanno organizzato una visita guidata a Lund in un centro di ricerca che funge da acceleratore di particelle, nonostante lo scopo di quella struttura, per quanto affascinante, sia stato difficile da comprendere. Inoltre abbiamo visitato il museo della scienza a Malmo avendo inoltre del tempo libero per visitare il centro storico.
Grazie a questa esperienza mi sono confrontata con molteplici realtà diverse dalla mia, ho imparato cosa vuol dire adattarsi, quanto il rispetto per gli altri e delle regole e degli orari sia importante, cosa vuol dire condivisione (specialmente se si condivide un bagno ed una tenda con altre 16 persone) e cos’è il senso di responsabilità e dovere. Al mio ritorno in Italia molti mi hanno chiesto ‘è stata più bella quest’esperienza o quella in Germania?’ è una domanda molto difficile ma ho compreso che ogni esperienza è unica a sé stessa e non la si può paragonare con nessun’altra. Ancora una volta ho conosciuto delle persone fantastiche con le quali ho condiviso risate di felicità e pianti di amarezza. Le emozioni che scambi come questi regalano non le si vivono altrove, emozioni che mi fanno tornare il sorriso anche trai banchi di scuola o nei pomeriggi passati a studiare. Questa esperienza e le persone ad essa correlata rimarranno impresse nel mio cuore e saranno sempre un posto felice e sereno nel quale potrò rifugiarmi col pensiero. Questi fantastici ragazzi sono stati in grado di farmi trascorrere il compleanno migliore di sempre, anche se ero lontano da casa, dalla mia famiglia, dai miei amici, con quei ragazzi ero felice e se tutt’ora ci penso la prima parola che mi viene in mente per descrivere questo scambio è felicità.