Nel trascorrere del tempo volano via gli anni, i giorni, i minuti, le ore.
A volte si ha nostalgia persino di quei secondi spesi a contemplare un orizzonte. 24/06-14/07/2018.
Tutto ha preso inizio quella domenica di giugno, quando ormai la scuola era terminata già da un po' e non stavo nella pelle per l'entusiasmo di partire ed essere accolto in una nuova casa. Sette ore nell'aeroporto di Istanbul, uno scalo non del tutto chiaro, vista la destinazione: Macedonia.
Tuttavia l'emozione era tale da prevalere sull'attesa, e ne è valsa decisamente la pena. Sin da subito la famiglia si è mostrata calorosa e disponibile nei miei confronti, questa è stata la tessera dominante in un mosaico di culture, gioie e vibrazioni.
Perché la mia esperienza è stata proprio un lucente mosaico sullo sfondo delle alture macedoni. Tre settimane sembravano una durata cospicua lontano dalla mia solita dimora, eppure la prima settimana è andata, una rapidissima eternità. Parlo di eterno perché è stato stupefacente comprendere quanti aspetti di una società distante dalla mia, nei modi e nei costumi, siano pervenuti ai miei occhi in una così breve durata. Stare a parlare di vita imbattendosi nel tentativo di rispondere a quelle domande esistenziali che spesso chiamiamo dogmi non è esattamente un'impresa facile da compiere. Talvolta può sembrare addirittura anti-produttivo. Nonostante ciò posso farmi ora portavoce di una delle vie più efficienti per intraprendere la missione: i viaggi.