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ITALIA: what else?

Lo scorso 4 Luglio sono partita alla volta della Nuova Zelanda carica di curiosità, grandi aspettative e anche un po’ di timore.
La Nuova Zelanda è tanto bella quanto difficile da raggiungere, infatti dopo 4 voli e 38 ore sono arrivata all’aeroporto di Christchurch dove Toni, la mia “host-mum” mi aspettava con un sorrisone a 32 denti.
Ho trascorso il mio mese nella terra dei kiwi insieme a due famiglie diverse, avendo così la possibilità di visitare entrambe le isole.
Sicuramente posso definire questa esperienza come “l’esperienza delle prime volte”, infatti ho visto per la prima volta i delfini, ho pescato un paio di squaletti, ho giocato a golf e dato da mangiare alle anguille.

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Una cosa che mi ha colpito molto è l’architettura, infatti le abitazioni sono prevalentemente tutte ad un piano e raramente in mattoni. Mi hanno raccontato che la Nuova Zelanda è una zona ad altissimo rischio sismico, quindi di conseguenza risulta sconveniente costruire abitazioni con troppi piani. Inoltre hanno una densità demografica davvero bassissima (17,41 p/km2 contro quella italiana di 200 p/km2), quindi non hanno la necessità di sviluppare le loro abitazioni in altezza.
Ho trascorso le prime due settimane a Kaikoura, cittadina piccola ma molto famosa in Nuova Zelanda come località balneare e soprattutto per la presenza di una quantità smisurata di foche.
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La famiglia che mi ha ospitato, composta da mamma, papà, e due ragazze di 13 e 15 anni, mi ha mostrato buona parte dell’isola del Sud.
Le giornate con loro sono volate, tra una battuta di pesca e una partita di golf il 20 luglio è arrivato in un batter d’occhio. Sono stata anche un paio di giorni a Christchurch (una delle tre città più grandi), dove ho assistito ad un torneo di Netball e ho visitato la città e i musei principali.
Kaikoura è situata nella costa ovest dell’isola del sud ed è completamente circondata da montagne, quindi il paesaggio era davvero mozzafiato.
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Dopo due settimane ho preso un aereo e sono volata a Foxton Beach, dove una simpatica coppia di pensionati mi stava aspettando.
Con loro ho fatto esperienze completamente differenti rispetto a quelle fatte con la prima famiglia: potrebbero sembrare più banali, ma in realtà mi hanno fatto capire meglio la routine di una tipica famiglia neozelandese. Ogni 2/3 giorni infatti andavamo a dare da mangiare alle mucche (una delle maggiori fonti di guadagno in Nuova Zelanda), a fare la spesa o anche solo un giro in macchina.
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Nonostante ciò ho in realtà ho visitato molti paesi circoscritti a Foxton e sono stata anche a Wellington in giornata. La capitale è più piccola di quanto mi aspettassi, ma comunque molto carina e interessante, con bellissimi musei e palazzi. Inoltre sono stata anche al Weta workshop, dove si possono osservare moltissimi oggetti di scena utilizzati in film molto famosi come, ad esempio, la testa di King Kong e i piedi di Bilbo Beggins.La cultura neozelandese si intreccia spesso con quella dei Maori: popolazione proveniente dalla Polinesia stabilitasi in Nuova Zelanda in concomitanza con i colonizzatori inglesi.
Ho avuto la possibilità di visitare un paio di musei dedicati alla loro cultura ed è indubbiamente molto affascinante, anche perché molto differente dalla nostra.
In conclusione voglio ringraziare i Lions di avermi dato la possibilità di intraprendere questo viaggio che, anche se sembra una frase banale, mi ha un po’ cambiata. 

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