Germania. Quando ho saputo la destinazione della mia esperienza devo ammettere di aver provato certamente felicità ma, non lo nascondo, anche un pizzico di delusione. Confrontando le destinazioni avute da altri ragazzi non ho potuto fare a meno di pensare quanto destinazioni asiatiche oppure sudamericane fossero di gran lunga più belle della mia.
Tuttavia però, ero agitata e pronta a partire.
Ammetto che non è stato per nulla facile separarsi dalla mia famiglia e dai miei amici, perciò non appena sono scesa dall'aereo a Dusseldorf con gli occhi lucidi, pensando a cosa potessi farci lì, in mezzo a quelle persone sconosciute, non ho potuto fare a meno di sentirmi persa, sperduta.
Dopo poco ho incontrato la mia host family e Sasha, la ragazza moldava con cui convivevo all'interno della famiglia. Sono stati veramente ospitali, gentili, mi hanno permesso di visitare tantissimi posti interessanti e suggestivi, nonostante dovessero lavorare riuscivano sempre a ritagliare un momento per noi. Sono stati veramente fantastici.
Ma ció che davvero mi ha cambiata, ciò che ha reso la mia esperienza unica ed emozionante è stato il camp. Venti ragazzi provenienti da quattordici diversi paesi del mondo, accomunati solo da una cosa: la voglia di mettersi in gioco, di cambiare sé stessi e la propria visione del mondo. Io sento davvero di essere cambiata tantissimo, questi ragazzi sono diventati per 12 giorni la mia famiglia, facevamo davvero tutto insieme ed abbiamo stabilito un legame che va oltre la distanza, oltre le difficoltà linguistiche.
Ed è stato proprio in quel momento che ho capito che la Germania doveva essere la mia destinazione, non ne avrei voluta nessun'altra, poiché quello che ho davvero compreso è che non sono i luoghi, i monumenti e i musei a fare un viaggio, ma sono le persone che incontri, le relazioni che stabilisci che, nel bene o nel male ti lasciano un segno.
Ho sentito molto questo viaggio, l’ho vissuto con molta emozione ho cercato di portare a casa con me anche le cose più piccole e insignificanti che ho imparato. Stare a contatto con persone che non parlano la tua lingua, che non condividono le tue stesse tradizioni ti insegna molto e ti fa crescere perché ti mette alla prova ogni giorno. Ho imparato a ballare una danza turca, a parlare il russo, ho assaggiato le caramelle danesi, ho assaggiato il cioccolato brasiliano ma, soprattutto, ho capito che il mondo è pieno di culture tutte da esplorare.
Ho capito che ciò che mi è stato offerto è un'esperienza, non un viaggio, ed è stato grazie a questo che ho davvero aperto il mio cuore a questo posto che, adesso, è il mio posto preferito nel mondo.
Grazie.