Giunta a questo punto, rivolgo lo sguardo indietro verso l’esperienza che ho potuto condividere ad Istanbul, in Turchia, con 32 ragazzi provenienti da 18 paesi di tutto il mondo e 8 membri dello staff del camp che mi ha ospitata, e penso al valore delle azioni, alcune delle quali vissute anche per la prima volta.
Ho avuto la possibilità di intraprendere quest’avventura, grazie ad un concorso scolastico che mi ha permesso di essere scelta da parte di alcuni membri del Lions Club che si occupano degli scambi giovanili. Sicuramente, tale esito è stato dovuto in parte anche ai miei insegnanti, che mi hanno permesso di partecipare.
Sono partita verso Istanbul il 7 di luglio dall’aeroporto di Milano Malpensa; ero molto emozionata, ma nello stesso tempo piuttosto spaventata, infatti, ero pienamente consapevole del divertimento che mi avrebbe fatto compagnia e temevo da un lato sul rapporto amichevole che avrei dovuto instaurare con tutte le persone che avrei incontrato. In aeroporto mi aspettava l’unica figlia della host family, Incisu, con la quale ci siamo scambiate sorrisi fin dal primo momento. Lei abita a Besiktas, quartiere di Istanbul, dove frequenta l’università, poco lontano dalla propria famiglia composta dalla madre e dalla zia.
Abbiamo camminato molto, come promesso in un’e-mail, e ho visitato la via centrale e antica della città, Taksim, ricca di negozi di abbigliamento e di elementi tradizionali della cultura turca, come il cibo, tra cui lo squisito baklava da assaggiare assolutamente, gli strumenti musicali e gli oggetti utilizzati durante il celebre bagno turco. Sono salita lungo la Galata Tower, alta 66,90 m, da dove si può osservare un panorama incantevole della città; una leggenda narra che chi porta su quella torre la persona amata, trascorrerà il resto della sua vita con lei.
Un giorno abbiamo deciso di andare a Kuzguncuk, un altro quartiere di Istanbul, dove c’erano affascinanti case di vari colori e dove abbiamo bevuto il caffè turco con alcuni dolcetti al cioccolato. Un’altra bevanda tipica è il tè, detto çay, che ho apprezzato tanto!!
Via mare ci siamo recate a Prince Islands insieme ad alcuni amici della mia host sister, dove abbiamo nuotato, mangiato un dolce tipico del posto, simile alla sfogliatella, e visitato un museo, vecchia residenza di un celebre poeta turco.
Insieme all’intera famiglia, con la quale ho trascorso gli ultimi dei primi 10 giorni, abbiamo deciso come ultima tappa il Grand Baazar, un mercato grande, antico, colorato, pieno di profumi e persone calorose.
Il 17 di luglio sono stata accompagnata dalla mia host family nell’hotel dove avrei incontrato tutti gli altri partecipanti di questo viaggio. Ero agitata e triste, poiché avrei dovuto salutare per l’ultima volta la mia host sister. Il programma dello staff è stato ricco e straordinario: siamo andati in un museo che presentava automobili, barche e treni antichi; abbiamo osservato Istanbul in miniatura; abbiamo giocato a bowling e ballato durante alcune serate, come quella bianca durante la quale bisognava vestirsi solo di bianco; abbiamo visitato la moschea blu e Aya Sofia; abbiamo fatto una gita in barca per una giornata intera, durante la quale abbiamo anche nuotato; infine, alcune giornate le abbiamo trascorse presso la piscina dell’hotel. Il mio camp riguardava il fashion e la cultura, per questa ragione ci siamo dedicati ad una sfilata divertente, e il penultimo giorno abbiamo organizzato un talent show per mostrare alle host families alcune delle nostre qualità come il canto e il ballo.
Difficilmente abbiamo concluso questa avventura, che mi ha fatto tornare dalla mia famiglia il 28 di luglio con un bagaglio in mano e un indimenticabile ricordo nel cuore. Ringrazio tutti i membri del Lions Club che mi hanno appoggiata in Italia, in collaborazione con il mio liceo, ed in Turchia durante l’esperienza.
Ho incontrato culture lontane e diverse, le ho apprezzate e le ho salutate per ritornare a rivalutare gli aspetti di quella italiana, che la rendono uguale alle altre a modo suo!