Il mio viaggio inizia il giorno 6 luglio,quando dall’aereoporto di Napoli parto alla volta di Bruxelles.Appena entrato in aereoporto ho avvertito una strana emozione,un misto tra ansia,curiosità e felicità;tutte queste emozioni hanno lasciato spazio alla sola curiosità quando,una volta salutata la mia famiglia,mi sono diretto verso il gate del mio volo.Una volta salito sull’aereo ho realizzato che avrei passato le seguenti tre settimane da solo in un paese straniero per la prima volta,e non so perché al solo pensiero di ciò mi si è accennato un sorrisetto sul viso come per dire “E adesso che faccio?”.
Fortunatamente il volo è andato bene, e una volta atterrato sono stato subito accolto dalla famiglia di cui avrei fatto parte per la seguente settimana. Per quel periodo, insieme a me ci sarebbe stata anche una ragazza americana che sarebbe venuta poi con me al camp.
La settimana in famiglia è passata velocemente grazie anche al bellissimo rapporto instaurato con tutti; Anne e Florance (mamma e figlia) ci hanno fatto visitare molte città del sud del Belgio (la parte più “incontaminata” del paese) e anche spiegato la storia di questo splendido paese. Quando non eravamo in giro per il Belgio impiegavamo il tempo prendendoci cura della casa e degli animali dato che la famiglia viveva in una piccola fattoria, cosa che a me ha divertito molto.
A loro faceva piacere che io suonassi il pianoforte e la chitarra che avevano in casa ed anche che cucinassi per loro.
Trascorsa la settimana, Anne mi ha accompagnato al Camp , dove ho trascorso il restante periodo.
All’arrivo mi ha sorpreso il caloroso benvenuto di tutti i ragazzi già presenti, con i quali si è instaurata un’amicizia già da subito.
Eravamo un gruppo di 36 ragazzi, appartenenti a 26 diverse nazionalità e nonostante la lontananza dei nostri Paesi, avevamo tutti gli stessi interessi e gli stessi usi.
Durante il Camp oltre a visitare le principali città, abbiamo fatto varie attività. In particolare, una delle giornate è stata dedicata ad intrattenere ragazzini provenienti da un orfanatrofio organizzando per loro attività sportive ed altro.
Tutto ciò che facevamo, grazie anche al bellissimo lavoro svolto dai Camp leaders e soprattutto al forte legame creatosi tra noi ragazzi, trascorreva all’insegna del divertimento e dell’allegria.
Ovviamente l’unica lingua utilizzata era l’inglese, ma io ho comunque insegnato a molti di loro parole e frasi tipiche della mia lingua.
Alla fine di questa splendida esperienza posso dire che la cosa che mi rimarrà per sempre sarà l’amicizia stretta con tutti questi ragazzi , provenienti da più parti del mondo, con i quali ancora oggi sono in contatto e spero di rimanerci.
A mio avviso la cosa veramente straordinaria è stato come , solo dopo il primo giorno e nonostante le nostre diversità a livello geografico, il nostro rapporto sia diventato così forte e saldo, come un’amicizia di lunga data.
Questa esperienza sarà sicuramente servita a formarmi nel carattere , ed aprirmi la mente sul mondo e sono certo di volerla ripetere con piacere.