Dal 14 luglio al 5 agosto ho avuto la possibilità di prendere parte ad una delle esperienze più belle della mia vita. Grazie all’associazione Lions ho avuto l’opportunità di esplorare una parte del mondo completamente sconosciuta a me fino a poco tempo fa: il Messico. Parto dicendo che, non appena mi è stata comunicata la meta, ho fatto i salti di gioia. Al contrario, la mia famiglia non era molto convinta nel lasciarmi andare, in quanto la reputazione messicana e la lontananza li spaventava. Ma d’altronde non potevo rinunciare a questo tipo di opportunità che capitano una volta sola nella vita e per conoscere veramente un paese bisogna visitarlo e girarlo, senza dare troppo peso ai soliti stereotipi. Quello che, a dire il vero, mi spaventava di più era il viaggio: sono partita da Milano Linate e, non essendoci un volo diretto, ho dovuto fare scalo a Roma. Considerando le mie abilità di orientamento, ero terrorizzata. Avevo tanta paura di perdermi e di non riuscire a trovare la giusta strada per prendere l’aereo in tempo, ma con mia grande sorpresa è stato più facile di quanto pensassi.
All’arrivo a Città del Messico dopo un viaggio che sembrava interminabile (13 ore di volo), la mia famiglia ospitante era lì ad aspettarmi, con tanto di cartello ‘Ana, bienvenida a Mèxico!’. D’un tratto sentii una strana sensazione: ero sola, a migliaia di kilometri di distanza da casa ed ero stravolta dalla stanchezza. Il fuso orario di certo non aiutava e tra abbracci e baci della famiglia mi sentivo un po’ persa. Per fortuna questo momento passò in fretta in quanto le due figlie ( di 15 e 20 anni) mi hanno fatto subito sentire a mio agio e subito dopo mi portarono direttamente a mangiare tacos in un ristorante.
La cucina messicana infatti è una delle cose che più mi hanno stupito: ho assaggiato diverse tipologie di tacos (ne hanno centinata e non esagero!), tamales, chalupas, cemitas, esquites, enchiladas, mole ecc… Hanno tantissime specialità e piatti tipici! Inoltre hanno diversi tipi di acqua: vi mettono sempre dentro degli aromi di piante, cannella, fiori o frutta. In poche parole, l’acqua naturale quasi non esiste. Ma la cosa che più mi ha colpito è stata la presenza di chile (peperoncino molto piccante) DAPPERTUTTO. Le salse piccanti non mancavano mai, nemmeno a colazione, e le mettevano anche nella birra!!!
In queste tre settimane ho avuto la fortuna di avere una famiglia stupenda che ha dato il meglio di sé per accontentarmi e farmi visitare il più possibile di un paese enorme. Devo dire che i messicani quanto ad accoglienza sono tra le persone migliori: sempre molto disponibili, cordiali e solari. Non a caso il detto del paese è ‘Mi casa es tu casa!’.
Tra le città che ho visitato ci sono Puebla, Cholula, Oaxaca, Veracruz, Hierve el Agua, San Juan de Ulùa e Città del Messico. Ognuna di loro mi ha stupito per i bellissimi paesaggi. Quello che mi ha colpito di più è stato sicuramente il forte distacco tra ricchi e poveri. Infatti la maggior parte delle persone viveva nella povertà, molti bambini lavoravano nei mercati o venivano a chiedere qualche spicciolo. Non scorderò mai il volto felicissimo di una bambina quando ho comprato un braccialetto del suo tendone ad un mercato, nonostante il prezzo fosse di circa 2 euro. Il costo di vita infatti è molto più basso rispetto al nostro, il tutto ovviamente proporzionato a quello che possiedono le persone. Io ho avuto la fortuna di trovarmi in una famiglia benestante che mi ha offerto di tutto e non potrò mai ringraziarli abbastanza.
Durante tutto il tempo ovviamente sono stata costretta a parlare esclusivamente spagnolo, il che mi è piaciuto moltissimo vista la mia passione per la lingua e mi ha aiutato ad essere più fluida, anche se la pronuncia messicana è un po’ diversa da quella spagnola.
Concludo dicendo che questa in questa mi sono divertita moltissimo, mi ha fatto maturare un sacco e la consiglierei a chiunque, in quanto mi ha reso più consapevole di me stessa e delle mie capacità. Ripeterei tutto assolutamente!