Posso descrivere queste mie quattro settimane con una parola: divertimento.
Quest'estate ho provato un'esperienza unica, è iniziato tutto ad ottobre quando una professoressa mi ha introdotto ai lions, e sembra sia passata una settimana da quando ho intrapreso il primo viaggio intercontinentale da solo. Le varie attività che ho fatto con la famiglia o con il camp mi hanno colpito perché erano sempre interessanti e la maggior parte delle volte cose nuove. Non mi aspettavo di fare così tante amicizie, sia con i ragazzi del camp, sia con altri ragazzi che la mia seconda mamma mi ha fatto conoscere.
Sulla durata di 25 giorni in Giappone ne ho passati soltanto tre in camp, ma nonostante fosse corto mi sono divertito ed ho conosciuto meglio i due ragazzi del Taiwan che erano in camera con me e la ragazza della Finlandia. Ma ho trovato pure molti ragazzi delle medie, che si trovavano lì grazie ai loro professori, e che erano molto simpatici.
Col camp abbiamo fatto varie attività che variano dal "padding", al "tree climbing", alla meditazione zen e al semplice “sigthseeing".Prima e dopo questi tre giorni sono stato con la mia famiglia, si sono mostrati subito gentili e ospitanti, portandomi a fare vedere la città in cui stavamo (che si chiamava Ube)e anche due volte due città vicine: Hiroshima e Kitakyushu. Oltre a questo mi hanno portato in varie scuole di diverso tipo ed ho conosciuto tanti ragazzi con cui poi sono andato a giocare a calcio e basketball oppure siamo andati a fare un giro varie volte. Inoltre ho partecipato anche a due festival, uno dei fuochi d'artificio e l'altro dell'estate, in entrambi mi ha colpito l'aspetto gioioso della serata, con musica, balli tradizionali, vestiti tradizionali e piatti tipici della regione.Oltre a questo un enorme ringraziamento va alla famiglia e al Lions Club Ube che in giappone mi hanno permesso oltre alle azioni già descritte di provare la pesca, una lezione da una fiorista, di incontrare il sindaco, di andare in giro in bici da solo per la città in cui stavo e varie cene interessanti.
Tutto sommato ho fatto amicizia con tanti ragazzi, con alcuni ho preso pure contatti così da poter rimanere in contatto.
Ovviamente è stato difficile stare in un paese così lontano , diverso e soprattutto senza famiglia e amici , ma mi sono divertito e ho imparato come stare da solo.
Voglio ringraziare soprattutto i Lions che qua in Italia mi hanno permesso di poter andare in giappone e poter vivere questa esperienza, che consiglio a tutti perché ti apre gli occhi su altre culture.