Il 12 luglio 2019, a soli sedici anni, ha avuto inizio il mio primo viaggio fuori dall’Europa e la mia prima esperienza in Giappone.
Il desiderio di visitare e conoscere un paese così lontano dal mio, mi ha fatto quasi dimenticare delle tredici ore di volo.
Dopo due aerei e due treni sono finalmente arrivata alla stazione di Okayama, dove ad aspettarmi ho trovato tre delle persone che hanno segnato maggiormente il mio soggiorno in Giappone.
Dopo una breve presentazione, è iniziato subito un tour della zona e poi mi hanno accompagnato a casa della prima famiglia ospitante.
Nella famiglia Inai ho conosciuto i piedi hosts parents, il figlio, la moglie del figlio e i loro adorabili tre bambini. Due giorni dopo di me, è arrivato Chen po Ti, un ragazzo di Taiwan che è stato il mio compagno di avventure per i successivi 21 giorni.
Dopo una settimana di tour delle isole circostanti dalla mia, cene e pranzi in famiglia e serate passate a giocare con i bambini, è arrivato il momento di preparare la valigia per il campo. In un paio d’ore raggiungo gli altri ragazzi nel luogo dove si terrà la prima metà del campo e fare amicizia non è mai stato così facile.
Nel campo di Okayama eravamo11 ragazzi degli scambi ( tre europei e otto da Taiwan) e altri sedici ragazzi dei Leo giapponesi (che sono stati con noi solo per questa prima metà del campo).
Nonostante la pioggia ci abbia costretto a modificare più volte le attività che erano in programma, siamo riusciti a fare esperienze bellissime come imparare a cucinare il curry giapponese (secondo la tradizione), passare una giornata al mare e fare il bagno nell’oceano.
Al termine dei primi tre giorni nel campo di Okayama, si era già formato un bel gruppo e, anche se il campo non era ancora terminato, già ci si organizzava per vedersi al termine dell’esperienza in Giappone.
Al campo di Matsuyama abbiamo fatto divertentissime attività quali preparare gli udon, attraversare in bicicletta un ponte che collega due isole, dipingere dei piatti, indossare le armature dei samurai e visitare tantissimi posti meravigliosi. L’ultimo pranzo al campo, com’era prevedibile, è stato ricco di emozioni, pianti e saluti. Dopo qualche ora in macchina io e i due ragazzi taiwanesi appartenenti al mio stesso distretto, raggiungiamo le nostre seconde host Family.
Da ora ha avuto inizio una settimana e mezzo senza sosta, ricca di escursioni ed esperienze meravigliose.
Ho avuto modo di scalare il monte più alto del giappone occidentale esattamente il giorno dopo essere andata agli universal studios a Osaka.
L’ultima cena è stata emozionante ma mai come il giorno in stazione in cui sono venuti a farmi una sorpresa tutti i ragazzi di Taiwan e alcuni dei ragazzi Leo giapponesi. Le lacrime non sono cessate fino all’arrivo in hotel ad Osaka, dove ho rincontrato la ragazza finlandese con cui avevo partecipato alla settimana in campo.
Andare in aeroporto non è stato facile e salutare il Giappone ancora meno.
Mentre decollava l’aereo mi sono persa a pensare a quanto questo viaggio mi abbia affascinato, a quanto (grazie alle persone che ho incontrato) sono riuscita a sentirmi a casa pur essendo a più di diecimila chilometri di distanza.
Ho riflettuto sul fatto che il club dei lions da la possibilità a ragazzi giovani di scoprire il mondo, non solo visitandolo come turista, ma vivendolo nella sua straordinaria quotidianità.