Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui i miei professori mi comunicarono di aver ricevuto una borsa di studio per poter intraprendere un viaggio di ventuno giorni in Ungheria; incredula e emozionata chiesi chi mi avesse offerto questa opportunità e pian piano iniziai a conoscere il Lions International.
Come una finestra spalancata sul mondo i Lions si occupano di varie realtà: Salute, Ambiente, Scuola, Comunità offrendo un aiuto a chi ne ha bisogno e infine, questo Club si occupa di noi ragazzi cercando di farci diventare cittadini del mondo pieni di sani valori quali amicizia, unione, voglia di scoprire il mondo e di non aver paura nel conoscere nuove culture, lingue o tradizioni.
Era il mio primo viaggio senza la famiglia, la prima volta che avrei preso un aereo autonomamente ed ero al settimo cielo.
Contavo i giorni con insistenza, avevo guardato mille immagini su Budapest, pensavo semplicemente a quanto fosse meravigliosa quella città, a tutti i panorami che avrei potuto ammirare senza tener bene a mente che quel viaggio mi avrebbe potuto cambiare sul serio, farmi guardare il mondo da un’altra prospettiva.
Finalmente arriva il fatidico giorno quel tanto atteso trenta giugno. Tutto è pronto, adesso si parte. Dopo qualche ora di volo e uno scalo arrivo all’aeroporto di Budapest, il mio sogno si stava realizzando. Sono stata accolta alle ore 11:30 da un ragazzo di nome Kende, non potevo chiedere miglior fratello ospitante. Ho alloggiato per una settimana in una abitazione tutta per me, vicino a casa della famiglia ospitante. In questa settimana ho visitato moltissimi posti di Budapest: il Castello, la grande Sinagoga, il Palazzo del Parlamento, il famoso ponte, il museo d’arte, lo zoo, le terme.
Con la famiglia mi sono fin da subito trovata bene, ospitale, gentile e sempre pronta a farmi sentire a mio agio. Il ricordo più bello che ho con loro è la festa a sorpresa realizzata per Akòs (il padre). Ho aiutato a realizzare gli addobbi e a sistemarli nel giardino, a comprare il cibo, cucinare qualcosa tipico dell’Italia e perfino a scegliere un regalo. Ero parte integrante della famiglia, e non un ospite. Durante quella settimana ho capito che è bello condividere e conoscere ciò che è diverso da te perché aiuta a crescere, maturare a essere una persona diversa.
A malincuore ho lasciato la famiglia e ho iniziato una nuova esperienza, la migliore di tutta la mia vita: venticinque ragazzi, sette tutor e diciassette nazioni. Abbiamo trascorso dodici giorni in una struttura con dei bungalow nella città di Győr, puro divertimento alternato a visite guidate ma soprattutto ad escursioni e attività come: canoa, kayak, arrampicata, trekking, lunghe nuotate nel meraviglioso lago di Balaton.
All’inizio avevo paura di non sentirmi a mio agio e di non sapermi integrare al meglio con loro ma inaspettatamente sono nate delle amicizie meravigliose, sincere, costruite sul desiderio di stare insieme, divertirsi e vivere appieno. Gli ultimi due giorni li abbiamo trascorsi tornando nuovamente in quella città di cui mi ero innamorata: Budapest. Questa volta era diverso, con me c’ erano i miei amici e di certo le risate, gli scherzi non potevano mancare. Inutile dire le lacrime versate l’ultimo giorno, dover lasciare quegli amici e non aver la certezza di poterli rincontrare in futuro è stato davvero difficile; d’ altro canto le vere amicizie non si fermano dinanzi alla distanza o i chilometri bensì si coltivano nel cuore della gente.
La bandiera dell’Ungheria ha i colori: rosso, bianco e verde gli stessi del nostro tricolore, per pura coincidenza o no, eppure in quella nazione non mi sono mai sentita lontana da casa. Questo è stato il mio viaggio, in cui ho scoperto nuovi luoghi e allo stesso tempo ho riscoperto me stessa. Non dimenticherò mai nulla. Grazie di cuore a chi mi ha permesso tutto questo!
“VIAGGIARE È CAMMINARE VERSO L’ORIZZONTE, INCONTRARE L’ALTRO, CONOSCERE, SCOPRIRE E TORNARE PIÙ RICCHI DI QUANDO SI ERA INIZIATO IL CAMMINO.” (Sepúlveda)