Quando mi hanno proposto come destinazione la Cina sono rimasto di sasso. Non avrei mai pensato che potessi andare in Cina, era un paese che non avevo mai minimamente considerato: ma è questo lo spirito di questa avventura, scoprire una cultura che mai avresti pensato di scoprire, esplorare un paese (anzi, nel mio caso addirittura due!)
Dopo un lungo viaggio in aereo atterro a Pechino: la mia host-mother cinese è li ad aspettarmi e mi presenta anche gli altri ragazzi che arrivavano con il nostro volo e che avrei reincontrato al campus e nei giorni successivi perché si, i genitori sono riusciti ad organizzarci anche delle attività insieme per iniziare a conoscerci tra ragazzi (e vi assicuro che è un’ottima cosa!).
La prima settimana è davvero passata in fretta ma è stata piena di attività: visita dei luoghi più significativi di Pechino, attività sportive come parapendio, escursionismo e ferrata. La famiglia è sempre stata estremamente disponibile fin dal primo giorno: conoscendo la mia passione per l’informatica e la robotica ed essendo loro impiegati nello stesso campo hanno regalato a me e a loro figlio, Billy, un robot ciascuno per giocare e sfidarci, programmando e sparando in giro per la casa. Hanno trovato anche il tempo di farmi conoscere le montagne cinesi e farmi visitare il futuro villaggio olimpico invernale di Pechino, ora in costruzione, tramite un soggiorno di 3 giorni in una località montana!
All’aereoporto a Pechino ero triste di dover lasciare una così fantastica famiglia, ma subito ho legato con altri ragazzi con cui avrei fatto una settimana in campus a Kaohsiung, Taiwan. All’arrivo siamo stati accolti in stile Hawaii, con collane di fiori e CENTINAIA di foto, ci siamo sentiti davvero “a casa” e l’accoglienza è stata la più calorosa mai ricevuta. Ho passato i primi due giorni con la mia famiglia in Taiwan insieme a un ragazzo finlandese e abbiamo iniziato subito le attività: go-kart, feste e giri in barca molto stile rockstar.
Al campus hanno subito cercato di farci sentire a nostro agio nonostante le attività schedulate che si succedevano una dopo l’altra: ci sono stati sia momenti per socializzare tra noi che altri per divertirsi come paintball, serate intorno al falò con canti e balli, insieme a visite a musei e workshop.
Durante il soggiorno al campus in Taiwan purtroppo eravamo solo 11 ragazzi internazionali su 45 totali, tutti gli altri erano cinesi/taiwanesi e fin qui, nulla di male.
Peccato che la lingua ufficiale del campus fosse il Cinese e neanche i membri dello staff parlassero inglese.
Siamo riusciti comunque a cavarcela grazie a un ragazzo Taiwanese (anche lui che faceva questo campus, insomma "in vacanza") che ha fatto da traduttore per tutta la settimana. Un vero peccato perchè sicuramente se avessimo avuto la possibilità di parlare anche con lo staff e con tutti i ragazzi sarebbe stato meglio.
Molti cinesi o taiwanesi, anche dovuto alla giovane età (il divario di età era notevole, dai 10/12 anni fino ai 22), non parlavano inglese e si comunicava a fatica.
La mia ultima settimana l’ho passata con la mia famiglia taiwanese, in particolare con la mia host-sister e il ragazzo finlandese che era con me: sicuramente la più divertente dell’intera vacanza!
Tra le mille attività come snorkeling, waterskiing e shopping ci hanno fatto scoprire la cultura alla mano di Taiwan, dove ognuno sorride sempre ed è amichevole anche con te straniero, che non ha mai visto prima.
Mi sono davvero innamorato di quell’isola, della sua cultura e del modo di vivere dei locali e spero un giorno di tornarci, anche per salutare la famiglia con cui ho avuto degli splendidi rapporti.
Credetemi se vi dico che quando è il momento di lasciare le persone con cui avete condiviso così tanto vi lasciate dietro un pezzo di cuore, ma portate a casa un’esperienza che vi segnerà per sempre, insieme ai mille regali che le famiglie vi daranno, con la speranza che vi ricordere di questa esperienza.
Come fosse possibile non farlo.