Ciao sono Dario ho 16 anni e risiedo a Barletta. Il primo di luglio sono partito, da Roma, per l’America: Missouri.
Essendo la prima esperienza in cui viaggiavo da solo, ero molto ansioso e soprattutto temevo di perdere documenti fondamentali per il mio viaggio.
Ho fatto uno scalo a Detroit e lì ho aspettato 7 ore per prendere il prossimo aereo la cui meta era la mia destinazione, St. Louis.
Sono sceso dall’aereo stanco ma allo stesso tempo eccitato di incontrare la mia host family e, soprattutto, di vivere l’esperienza della vita americana.
Arrivato a casa della prima famiglia vedo che mi stavano aspettando sull’uscio della porta e Jennifer, la mia host mother, mi ha accolto con un caloroso abbraccio e un
bellissimo “welcome”.
La famiglia era composta da Jennifer appunto, e i suoi 4 figli, che però non erano presenti tutti, ma solamente Andrew ed Eron.
In casa non ero l’unico exchange student, infatti lì ho conosciuto Joao Ranieri, un ragazzo Brasiliano che è stato con me in entrambe le famiglie e anche al camp; è stato una specie di fratello. In questo tempo mi sono trovato molto bene con lui perché era molto simpatico.
Personalmente all’inizio ero molto impacciato e non riuscivo ad esprimermi bene in inglese, ma per fortuna chi mi ha ospitato ha sempre cercato di spronarmi nel parlare. Sono stato davvero bene in compagnia dei ragazzi che mi portavano in giro per la città di sera in macchina.
Abbiamo visitato molti luoghi, anche troppi, ma tornare stanchi la sera era una vera soddisfazione.
Che dire, sono stato ospitato da persone veramente educate simpatiche e disponibili e li ringrazio per tutto ciò che mi hanno fatto vivere e vedere, Jennifer mi ha trattato come un altro figlio e i ragazzi che mi hanno fatto sentire a casa.
La seconda famiglia invece era un po’ diversa in quanto non vi erano ragazzi della mia età o più grandi bensì due persone adulte: Katie, le cui origini sono italiane, e suo marito Roger; anche loro sono state persone squisite, ci hanno viziato molto e soprattutto mi hanno portato a vedere una partita di baseball che è stata una grandissima esperienza. In casa loro io e Joao siamo stati una specie di babysitter per i loro nipotini di 4 e 6 anni, un po’ pesti però anche loro ci hanno aiutato molto.
Alla fine è arrivato il momento di vivere il Campo, l’esperienza tanto attesa; anche se quest’anno, in via del tutto eccezionale, non eravamo in molti, solo 9 ragazzi, si è rivelata comunque un’esperienza entusiasmante conoscere e vivere con altri ragazzi provenienti da realtà e paesi differenti. Che dire, l’esperienza è stata dir poco fantastica come lo sono state altrettanto le famiglie che ringrazierò per sempre, e soprattutto ringrazio coloro che mi hanno permesso di vivere al meglio la vera vita americana e soprattutto di grande utilità per la lingua non dimenticherò mai questa esperienza.